Si alzò frettolosa e si diresse in cucina, chiudendo a chiave la porta alle sue spalle. Cosa aveva appena fatto? Il sapore di Draco ancora le bagnava le labbra, il ricordo di pochi secondi prima talmanete vivido da sembrare ancora in corso. Aprì il vecchio rubinetto e si sciaquò la faccia con l'acqua gelida. Le gocce che le scorrevano leggere sulla pelle, nascondendo le lacrime che stavano scendendo. Cosa le stava succedendo? Quella casa la faceva sentire male, avrebbe voluto volentieri abbandonato quel posto, ma pochi istanti prima gli occhi di Draco erano stati un rifugio sicuro, aveva sentito alleggerirsi le spalle di un peso invisibile al solo contatto con le sue dita. Poi aveva ceduto e si era avventurata in quelle terre ignote, aveva sentito il suo desiderio nelle mani, un desiderio covato da tempo. Quel sentimento che per lei era nuovo per Draco era un'abitudine. Si rese conto solo in quel momento di cosa Draco provasse per lei e ne rimase scossa.
Non si era accorta, ma Draco era entrato silenzioso in cucina e la fissava con occhi incerti, come colpevole di una colpa non compiuta. Hermione sobbalzò lievemente quando si rese conto della sua presenza. Lo guardò fisso negli occhi, senza sapere cosa dire.
«Granger vuoi parlarne? »
Hermione scosse impercettibilmente la testa in segno di negazione.
«Perfetto, allora facciamo finta che non sia successo niente. Adesso dobbiamo solo pensare al piano.»
I suoi occhi azzurri si rattristarono e divennero stanchi, vogliosi di chiudersi. Uscì dalla cucina e lo sentì salire le scale, silenzioso e lento. Una fitta le attraversò il cuore, un sentimento aleggiava prepotente nella sua mente; senso di colpa.
E se avesse fatto la cosa sbagliata? E se invece dovevano parlare di quello che era appena successo? Così tante domande, ma ormai il destino aveva deciso per loro. Caso chiuso.L'ora di cena era passata da un pezzo, ma Hermione non aveva nessuna intenzione di mangiare. Salì le scale, i passi ovattati dal tappeto. Accostò l'orecchio alla camera di Draco; silenzio. Salì in soffitta, dove regnava il buio e la polvere aleggiava indisturbata. Si sedette su una vecchia sedia scalcinata e lasciò scorrere le lacrime, un ruscello che si riversava. Le lacrime scorrevano fredde e inesorabili lungo le guance, alcune cadevano sul maglione, altre scivolavano lungo il collo. Odiava quella casa, odiava tutte le sue stanze, tutti i suoi muri e ciò che essi racchiudevano. Era come una prigione, anzi peggio. Dovunque posasse lo sguardo i ricordi riaffioravano dolorosi e taglienti.
Non si spaventò nemmeno quando Draco la strinse fra le braccia. Era rimasto nascosto per tutto quel tempo fra i mobili e i cartoni vecchi. Pianse tutte le lacrime che aveva su quella spalla che le era stata porsa.
Eccomi! Scusate il ritardo di un giorno, ma 'sta settimana è stata un inferno vivente! Spero vi piaccia il capitolo, lasciate tante stelline e commenti! Buona lettura ♥
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A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|
FanfictionLa guerra era finita, ma la sorte aveva fatto il doppio gioco. Voldemort aveva vinto e i mezzosangue erano stati catturati. Molti uccisi e molti ridotti in schiavitù. Hermione, grazie alle sue abilità e all'aiuto dei pochi membri dell'Ordine, era vi...