Corse a perdifiato per il bosco, senza badare a dove stesse andando, senza girarsi a vedere se la seguivano ancora. Si fermò ad un tratto, appoggiandosi sfinita ad un albero. Aveva il respiro pesante e piccole nuvolette di vapore si formavano nell'aria, solleticandole il volto. Si guardò attorno cercando si identificare l'area in cui si trovava, ma il buio le rese le cose più difficili. Si era allontanata molto dal rifugio e tornare indietro sarebbe stato impossibile finché il sole non sarebbe risorto. Si sedette alla base del grande albero e cercò di accendere un piccolo fuoco con un fiammifero che si era portata dietro per emergenza. Mise a posto il coltello e appoggiò l'arco alla sua destra mentre iniziava a far cuocere il piccolo scoiattolo che era riuscita a catturare. Il terreno era ancora impregnato d'acqua e le fronde degli alberi impedivano ad Hermione di vedere il cielo, non lasciando entrare la luce della luna. Masticò silenziosamente mentre le fiamme del fuoco danzavano flebili.
Quando ebbe finito di arrampicò sull'albero, per terra era troppo rischioso e trovato un ramo grande abbastanza, ci si appoggiò. Non fece in tempo ad appoggiare la schiena che già si era addormentata.
Si svegliò dopo un sonno senza sogni. La luce entrava quasi con timore nel bosco, mentre i primi uccellini, che non erano ancora emigrati, cinguettavano. Si alzò un po' dolorante e scese dall'albero. Grazie alla luce riuscì a riconoscere la zona e da lì poté ritornare ai crepacci. Si incamminò e velocemente arrivò all'entrata del rifugio, si calò e bussò alla porta magica che era stata creata. Questa parlò.
«Parola d'ordine? »
«Sambuco.»
La porta di aprì con un leggero clack e Hermione entrò. Ron spuntò da dietro la porta e la intrappolò in un abbraccio, togliendole il fiato.
«Hermione! Dove diavolo eri?! Due dei nostri sono andati a cercarti, sono partiti qualche ora fa. Aspetta che li avviso.»
Ron tirò fuori dalla tasca il galeone magico che Hermione aveva stregato dieci anni prima. Era un po' ammaccato, ma sembrava ancora funzionante.
«Scusa Ron, ma mi hanno attaccato e per poco non ci rimanevo secca... Stavo per ucciderne uno, ma il secondo mi è arrivato alle spalle a bacchetta sfoderata...»
Decise di non raccontargli il sentimento in merito a quello che stava per uccidere. Gli era parso di conoscerlo...
«L'importante è che tu sia qui... Vieni a scaldarti.»
Si spostarono nell'altra zona e Hermione trovò con piacere la famiglia Weasly seduta attorno al tavolo insieme alla McGranitt e gli altri professori della scuola che si erano uniti all'Ordine.
«Oh signorina Granger! - esclamò felice la McGranitt - ci ha fatto prendere un bello spavento! Ma per fortuna adesso è qua... Stiamo programmando il prossimo trasferimento che dovrà avvenire il più presto possibile. Sospettiamo che sappiano dove siamo...»
«Lo penso anche io... Soprattutto dopo stanotte. »
«Giusto! Ci racconti com'è andata.»
Hermione si sedette e mentre le veniva data una ciotola di zuppa, raccontò la sua nottata. Quando ebbe finito tutti rimasero in silenzio, la prima a parlare fu Molly.
«Dobbiamo muoverci allora, non abbiamo molto tempo a disposizione...»
Hermione era pensierosa. Desiderava allontanarsi il più possibile, ma stare così vicino al nemico le avrebbe permesso di scoprire più cose, avendo maggiori possibilità di successo nel suo piano.
«Io devo rimanere qui.»
Disse tutto d'un fiato. Gli altri che stavano borbottando fra di loro si zittirono di colpo e la guardarono stralunati.
«Stai scherzando?» Disse Ron.
«No, sono serissima. Io devo conludere il mio piano. Harry prima di morire me l'ha fatto promettere e una promessa va mantenuta. Posso sconfiggere Voi-sapete-chi... Sapete com'è andata, no? Harry ci è andato vicino, ma il destino ha voluto che finisse così e ora tocca a me. »
«Se tu resti rimaniamo anche noi!» Esclamò Ron indignato.
«É troppo pericoloso Ron, voi dovete andarvene, io me la caverò.»
«Signorina Granger noi non possiamo abb-...» Non la fece finire.
«Professoressa lo sa meglio di me... Vi chiedo di andarvene, non potete rischiare per un mio lavoro. Domani mattina dovete partire. Io cercherò un altro rifugio.»
Alcuni scossero la testa affranti, ma sapevano che quando Hermione decideva una cosa si faceva e basta. Per tutta la giornata Hermione rimase nel bosco a studiare un altro luogo per accamparsi e solo quando il sole stava per tramontare riuscì a trovare uno spazio sicuro. Invece che stare sotto la terra sarebbe stata sopra, in modo da prevenire qualsiasi attacco. L'albero che scelse era talmente grande che per abbracciarlo interamente ci sarebbero voluti tre uomini adulti a braccia spalancate. Le fronde si fondevano con quelle degli alberi vicini, ottimi per nasconderla mentre cacciava. I rami sarebbero stati abbastanza grandi per poterci costruire un piccolo rifugio. Segnò l'albero con il coltello e poi tornò al rifugio per aiutare gli altri a sistemare le cose. Tutti sembravano estremamente lenti nel sistemare le loro cose, ma la mattina arrivò ugualmente, puntuale come al solito.
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A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|
FanficLa guerra era finita, ma la sorte aveva fatto il doppio gioco. Voldemort aveva vinto e i mezzosangue erano stati catturati. Molti uccisi e molti ridotti in schiavitù. Hermione, grazie alle sue abilità e all'aiuto dei pochi membri dell'Ordine, era vi...