§ Sorpresa §

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L'odore di cantina e stantio l'avvolse come una coperta, invadendole le narici. La vista si schiarì e la casa chiusa le apparve davanti agli occhi. Il buio regnava tranne per qualche getto di luce che proveniva dal lampione esterno, che entrava in casa facendo vedere il mare di polvere che aleggiava intorno a loro. Draco era svenuto durante la smaterializzazione; Hermione l'aveva programmato nei minimi dettagli e saperlo riuscito la riempiva di orgoglio. Lo fece sdraiare sul vecchio divano, alzando una buona dose di polvere; fece gli incantesimi necessari per proteggere la casa e poi iniziò ad aprire le polverose tende. Sorrise mentre passava silenziosa la scopa; c'è l'aveva fatta, tutto era andato secondo i piani. Draco era ancora svenuto e stava letteralmente cadendo dal divano quando Hermione lo prese al volo. La sua vecchia casa era ancora tutta intera, come l'aveva lasciata otto anni prima. I suoi genitori erano andati a vivere in Australia cercando di scappare da quella anomala ondata di energia nera che aveva invaso Londra. Le foto erano tutte al loro posto, impolverati e immobili i loro volti sulle foto babbane. Dopo aver finito di pulire il grosso, legò Draco nel caso di un risveglio anticipato e salì nelle stanze di sopra cambiò le lenzuola con alcune vecchie nell'armadio e si lasciò trasportare dal sonno, che la trascinò nel mondo dei sogni.

Si svegliò con il sole appena sorto che faceva risplendere i vecchi vasi e il grande specchio appeso alla parete. Era da molto che non faceva un sonno così pesante, senza sogni e ristoratore. Si alzò, si levò di dosso la polvere e si cambiò con i vestiti che trovò nell'armadio. Pur essendo vestiti di quando era diciassettenne trovò tutto il necessario. Una maglietta nera con il logo degli Osasis, un paio di jeans neri e dei calzini antiscivolo con i fantasmi, che chissà come ci erano finiti in quel cassetto. Scese stando attenta a non fare rumore e quando arrivò in salotto si sorprese un attimo. Draco era seduto e la fissava immobile, con gli occhi di marmo; non sospettava si sarebbe svegliato così presto.

«Buon giorno.» Disse sorridente Hermione.

«Chiamalo come vuoi, ma di sicuro non è un buon giorno... Come hai fatto mezzosangue? Era impossibile fuggire, avevamo noi la bacchetta e ogni incantesimo è controllato...»

«Quante domande! Non preferiresti qualcosa per colazione?» Cercò di sorridere.

«A che gioco stai giocando? Come puoi offrirmi la colazione quando io ti ho solo maltrattato?...»

Disse abbassando la voce di un tono, sussurrando quelle parole. Hermione gli si avvicinò con lo sguardo serio, lo slegò e lo guardò dritto negli occhi.

«Non sono come te Malfoy, sono una persona migliore, non porto rancore anche se a volte sarebbe meglio tirarti un ceffone che darti da mangiare.»

«Allora perché mi hai slegato?»

Hermione sapeva la risposta, ma si perse in quegli occhi di cristallo che la fissavano incuriositi. Si riscosse, dandogli la schiena e allontanandosi.

«Perché sappiamo entrambi che se ci trovano ci uccidono entrambi. Io perché sono scappata, tu perché non sei riuscito a fare il tuo lavoro. Quindi non credo che tu sia un rischio.»

Andò in cucina e incominciò ad armeggiare con i fuochi del fornello. Dovette usare la magia, dato che di gas lì non ne girava più. Draco si era posizionato sotto lo stipite e la fissava. Sentiva il suo sguardo sulla sua nuca.

«Ancora non mi hai spiegato come hai fatto, come fai ad usare la magia senza pericolo... Ma sopratutto perché siamo qua.»

"Così tanto domande, così tante risposte" pensò Hermione fra sé e sé.

«Malfoy ogni cosa a suo tempo. Adesso siediti se vuoi mangiare.»

Draco obbedì, si sedette facendo stridere leggermente la sedia e continuando a fissarla. Hermione mise in tavola del pane abbrustolito e del latte. Draco li guardò con uno sguardo a dir poco schifato.

«Non penserai mica che io rischi la mia vita per mangiare questo cibo?...»

«O questo o la fame, decidi.»

Prese un pezzo di pane, lo mise in bocca; il sapore era accettabile. Vedendola così sicura Draco si fidò e ne mangiò un pezzo anche lui.

«Allora Draco - disse Hermione sistemandosi meglio sulla sedia - mi hai chiesto come ho fatto. Devo dire che devo ringraziare la tua sbadataggine. Già dal primo giorno mi sono messa alla ricerca della bacchetta che avevi nel posto meno ovvio; ovvero in camera tua. È stato facile trovarla, più difficile fare in modo che tu non te ne accorgessi. Per quanto riguarda gli incantesimi invece mi ci è voluto un po' di più. Ho notato che facevi sempre gli stessi incantesimi e mi sono chiesta il perché. Poi ci sono arrivata: ogni incantesimo è controllato e solo alcuni non hanno un controllo, per il resto ci vuole una, diciamo, parola d'ordine. Appena l'ho trovata ho potuto costruire il mio piano nei dettagli e ieri sera l'ho attuato. È stata una soddisfazione riuscirci. »

Hermione rimase in silenzio, Draco la stava guardando, ma stava... Sorridendo. "Perché sorride?" pensò stranita Hermione. Draco iniziò a battere le mani, mentre Hermione diventava sempre più dubbiosa. Che fosse tutta una trappola?

«Davvero geniale Granger, non potevo aspettarmi di meglio.»

«Cosa vorresti dire?»

La rabbia e la paura che montavano nel suo cuore.

«Sei stata brava, non lo nego. Sapevo che tu saresti riuscita nel mio piano.»

Hermione rimase sconvolta. Quale piano? Cosa aveva fatto?

«Non avrei potuto farlo io, avrei dato troppo nell'occhio, ma tu... Bhe che dire, ci sei riuscita alla perfezione. Ho lasciato in giro delle tracce per aiutarti, questo lo devo ammettere.»

Prese il bicchiere e lo sollevò con un sorriso sornione.

«Congratulazioni Granger.»

Ciao people! Ecco qua il capitolo fresco di stampa! Spero vi piaccia, lasciate tante stelli e e commenti. Per chiarimenti chiedete pure. Buona lettura

A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora