§ Grifondoro §

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Salirono silenziosi le scale. Tutto taceva e dormiva. Per poco Draco non cadde in un trucchetto delle scale, ma Hermione riuscì a salvarlo in tempo. Il cuore le batteva forte, ogni singolo, minuscolo rumore sembrava un uragano in quell'oceano di silenzio. Rialzò Draco il più lentamente possibile, pregando mentalmente che nessuno avesse sentito la sua espressione colorita che era uscita appena era inciampato nel trucchetto. Appena l'ebbe rialzato, ricominciarono la salita. Arrivarono davanti alq audro delle signora grassa. Di lei nemmeno la traccia, la tela era rovinata, sporca, anche se non recava nessun segno di violenza fisica. Hermione ringraziò mentalmente di non aver trovato il quadro sfregiato, ma il non vedere la signora grassa le mise addosso un po' di paura. Come sarebbero entrati adesso? Hermione cercò qualcosa che gli avrebbe indicato il modo, ma nulla sembrava cambiato tranne che l'unica persona che poteva aprire la porta non c'era. Draco fece allora la cosa più naturale e pericolosa che gli saltò in mente. Bussò. "toc toc" i battiti risuonarono lievi eppure la porta si aprì senza nessuna fatica. Entrarono e subito richiusero la porta, che però sembrava sprovvista di qualsiasi chiusura. Hermione rimase inerme a fissare le rosse pareti rovinate, come se nessuno si fosse più interessato della loro cura e manutenzione. Non un volantino affisso solo vecchi pezzi di carta ingiallita e vecchie foto rotte sul camino. Le sollevò e per poco non le cedettero le gambe. In quella foto Harry e Ron alavano vittoriosi la coppa delle case. Da dietro il vetro rotto i loro sorrisi apparivano distorti, quasi mostruosi. Hermione si appoggiò pesantemente al camino lasciando cadere nuovamente la foto. Draco le andò vicino e con un braccio le strinse la vita. Hermione si aggrappò a quel gesto di gentilezza come l'unica ancora di salvezza. Strinse Draco fra le braccia più forte che potè e lasciò scivolare le lacrime. Draco dall'alto della sua altezza, la stringeva e cercava di proteggerla fra le sue braccia. Hermione piangeva silenziosa, quella foto le aveva fatto tornare in mente quei bei momenti e anche il fatto che aveva lasciato tutti uelli che erano rimasti per intraprendere una missione suicida. Si sciolse dall'abbraccio e Draco le ascigò le lacrime che ancora le solcavano il volto. Le alzò il mento.

«Vedrai che ce la faremo.»

La baciò, toccandole quelle dolci labbra con indicibile leggerezza. Quando si staccò Hermione sentì mancare il respiro, ma si ricompose. Dacisero di salire, ma non ce ne fu bisogno. Un gruppetto di ragazzi li guardavano con aria interrogativa. C'era qualcosa di strano però. Le loro vestaglie erano di casate diverse. I secondi che passarono a fissarsi sembrarono infiniti, poi la ragazza più grande, che teneva in mano la candela parlò.

«Chi siete e cosa ci fate qui?»

La voce era perentoria, sembrava un ordine, ma il tono tremolante rivelava la paura della ragazza. Poi un ragazzino piccolino corse giù dalle scale, inciampò e ruzzolando arrivò ai loro piedi. Un piccolo corvonero li guardava dopo numerose capriole.

«Hermione Granger e...» Rimase un attimo sospeso con il fiato. «...Draco Malfoy.»

Un bisbiglio generale si propagò fra i ragazzi. Hermione aiutò il piccoletto a tirarsi su. Questo tornò rapido vicino alla ragazza con la candela. Molti indicavano Draco quasi additandolo, guardandolo con sguardi di sdegno.

«Ragazzi, non siamo qui per farvi del male. Siamo in missione per uccidere voi dapete chi.»

Molti a quelle parole sbarrarono gli occhi, per poco un ragazzo non svenne, trascinandosi dietro altre due persone. La ragazza con la candela uscì dalla porta che dava sulle scale e si avvicinò.

«Prima la vostra storia o da qua nessuno si muove.»

Ecco il capitolo nuovo, perdonate sempre il ritardo epocale😞
Buona lettura💙

A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora