§ Arrivo §

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Il respiro si condensava in piccole nuvolette di vapore e il sole sembrava faticare per sorgere. C'è l'aveva fatta anche se era stato in vantaggio fin da subito. Chissà come mai Hermione non aveva usato la magia? Magari era senza bacchetta, oppure non si ricordava gli incantesimi. "No, impossibile." pensò dubbioso. Era appoggiato al muro esterno del Manor e osservava intensamente il bosco dove aveva trovato Hermione. D'un tratto qualcuno gli arrivò accanto.

«L'abbiamo sistemata... Se vuoi venire iniziamo.»

Blaise era stretto nel suo cappotto marrone, con il colletto alzato per l'aria. Si strofinava le mani e ci soffiava dentro con insisistenza.

«Eccomi.»

Distolse lo sguardo ed entrambi entrarono nell'atrio e poi scesero le scale verso le cantine che erano state trasformate in cellette. Quando entrò la vide; era seduta, con i polsi e le caviglie legate e guardava con sguardo vuoto davanti a se, oltre il tavolo che le stava di fronte. Draco prese posto dall'altra parte e con un gesto della mano fece uscire Blaise. Per qualche minuto la fissò in silenzio; era cresciuta, era diventata una donna fatta e finita. I lunghi capelli rovinati le ricadevano sulle spalle, gli occhi color nocciola erano spenti e vuoti, come se qualcuno li avesse rovinati, il volto e la pelle sporca di terra e di chissà cos'altro. Ma anche in quello stato a dir poco pietoso, Draco la trovava affascinante a modo suo.

«Granger potevi venire con le buone invece di rischiare di romperti l'osso del collo, non trovi? »

«Preferivo cadere e spezzarmi tutte le ossa del corpo che venire con te...»

Disse ringhiando. Le mancava la bava alla bocca e poi sarebbe parsa un vero e proprio lupo.

«Come siamo irascibili. Forse un bel bagno e una bella colazione ti faranno diventare più docile.»

«Sono a posto così; non oserei mai toccare tutto quello che c'è in questa schifosa casa da mangiamorte!»

Hermione si chiuse in un silenzio ermetico ed a qualsiasi domanda di Draco non rispondeva. Stanco del suo silenzio la slegò dalla sedia, le legò le braccia e le caviglie e se la caricò sulle spalle. Salì le scale mentre Hermione si dimenava furiosamente e dalla bocca le uscivano parole talmente strane che Draco non perse tempo a capirle. Arrivati davanti ad un porta Draco la aprì, entrò e poggiò Hermione sul grande letto, le legò i polsi ma le slegò le caviglie.

«Bene Grenger, per oggi abbiamo finito. Domani ti aspetterà una sorpresa per il tuo silenzio.»

Uscì dalla camera sbattendo violentemente la porta e chiuse a chiave con quattro mandate che risuonarono in tutto il corridoio. "Maledetta" pensò costernato. Il suo silenzio era peggio di tutte le parole che si era sentito dire, ma doveva trovare un modo per farla parlare. Sennò avrebbe fallito.

A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora