§ Ferite §

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HERMIONE

Il dolore le pervase il corpo. Si ripiegò su sé stessa, le sue membra erano stanche e non avrebbero resistito oltre, ma sapeva che grazie all'amuleto non sarebbe morta; avrebbe soltanto visitato l'inferno per la seconda volta.

«Allora lurida mezzosangue, te lo chiederò ancora una volta e se non risponderai per te sarà la fine.»

Bellatrix le sussurrò quell'ultima parola nell'orecchio. Fine. I brividi le percorsero la schiena. Fine. Sentì il terrore risalire fino alla gola. Fine.
La sua vita era finita già da tempo. Quella non era vita, era un lento trascinarsi, sorreggere il copro in uno stato di torpore. Vivere per sopravvivere, sapendo di poter morire da un secondo all'altro. Ma qualcosa, in quel momento, la spingeva a resistere con tutte le sue forze. Ancora non capiva, non era solo l'amuleto, ma un sentimento che si ribelleva nel suo corpo, che bramava la vita.

Le sputò addosso un misto di sangue e saliva attirando così l'ira funesta della donna che le lanciò contro un altro crucio. Cadde per terra, la pelle che bruciava, le ossa che non la ressero. Il pavimento era così freddo da donarle una strana sensazione di piacevolezza sulla pelle rovente. Con la mente ancora annebbiata sentì di essere presa di peso e trasportata fuori dalla stanza. Mentre era ancora fra le braccia dell'uomo chiuse gli occhi.

DRACO

Sentì dei passi e infine la porta si aprì rivelando la figura. Blaise aveva fra le braccia Hermione, o quello che ne restava. Si precipitò subito verso l'amico, prese Hermione e la poggiò sul semplice materasso che c'era in terra. Sembrava morta, ma la vita le scorreva ancora flebile tra le vene. Blaise era rimasto sulla porta e guardava l'amico senza sapere cosa dire.

«Le hai dato l'amuleto? » Chiese sottovoce.

«Se non l'avesse avuto a quest'ora sarebbe già morta.»

Lo trovò nascosto nella tasca dei pantaloni. Brillava e sprigionava un forte calore, quasi bruciante.

«Blaise devo sistemarle le ferite. Mi devi portare qualche medicina babbana.»

Blaise annuì, sapeva di cosa aveva bisogno. Uscì, chiuse la porta e si allontanò. Draco aspettò di non sentire più i passi e poi iniziò a lavorare sul corpo di Hermione. Strappò un pezzo di tessuto e con la poca acqua che aveva nel secchio iniziò a pulirle le ferite. Si sentiva così in colpa; non avrebbe dovuto trascinarla in quel folle piano, lei era tutto e adesso non aveva niente fra le mani, se non il suo corpo martoriato e la sua anima spezzata. Era stato un pazzo, uno stupido, uno sconsiderato. Si era fatto trascinare dai sentimenti e dalla follia della realizzazione del piano. Aveva visto un possibilità e l'aveva bruciata con la sua ingenuità.

Gli sembrava di essere diventato il padre.


A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora