La sera era calata veloce e con se aveva portato il buio e il silenzio che solo Hogwarts sapeva regalare. La neve scendeva piano, sembrava un mare di bianco latte. Il freddo era pungente e il vento creava mulinelli silenziosi. La sera era giunta con tutte le sue paure e con tutte le sue odiose domande a cui bisognava dare una risposta una volta per tutte. La tensione era palpabile, era possibile tagliarla con il coltello.
Hermione si torceva nervosa le dita, cercando di respirare piano e in modo ritmico per non andare in ansia. Era arrivato il momento, quella sarebbe stata la fine o l'inizio. Dentro sentiva tutte le emozioni accavallarsi come bufali in una mandria, un fiume in piena, una tempesta estiva. Eppure dopo la pioggia deve venire il sereno.
Draco la guardava cercando di captare i suoi pensieri, cosa che non gli riusciva difficile dato che i suoi occhi esprimevano tutto con chiarezza.
I mangiamorte erano già raccolti nella sala a sorveglianza dei ragazzi che erano seduti nelle due grandi tavolate adibite alla casata dei serpeverde e quella dell'allegra compagnia (Così si chiamavano fra di loro). Mancava solo il signore oscuro, ma la sua presenza sembrava già evidente e l'aria stava iniziando a cambiare.
I due erano nascosti in una aula vicino alla sala grande e stavano attenti a ogni piccolo movimento dato che i mangiamorte che non erano nella sala erano per i corridoi. Erano silenziosi e tutti i loro dubbi vennero a galla, sospinti dalla tensione e dal panico. Draco fissò Hermione nei suoi occhi nocciola e cercò un segno che era ancora lei, che tutto quel vivere non l'aveva cambiata, non l'aveva fatta diventare qualcun'altro, una persona irriconoscibile. Voleva vedere la sua arguzia, la sua intelligenza, la sua abilità e i suoi incantesimi così potenti e brillanti, così efficaci e mortali.
Qualcosa cambiò nell'aria.
Era arrivato.
Il silenzio divenne di piombo. Il tempo parve fermarsi per quello che sembrò un'infinità. Nessuno si muoveva o osava dire parola.
Voldemort entrò dalla porta principale, accompagnato dai suoi più fedeli servi. Era rimasto gran poco di Voldemort, una scatola vuota, all'interno racchiuso un frammento minuscolo di anima, nemmeno un'infinitesima parte. Camminava lento e quasi a fatica e il respiro pareva un rantolo di dolore per ogni passo. Dietro di lui sembrava portarsi l'oscurità, un'aura di nero pece.Era natale e tutto diceva il contrario.
Arrivò al tavolo degli insegnanti e si sedette pesantemente, abbandonandosi sullo scranno di legno. Con voce sibilante e arrocchita dal dolore parlò.
«Studenti. Oggi è il giorno di natale e come consuetudine sono venuto per il mio discorso. È da sette anni e più che Potter e i suoi amici sono stati debellati, piaga del mondo magico e di tutti i purosangue. Voi siete ciò che di più caro può avere il mondo magico, sangue puro, fedeli servitori del vostro signore. Voi siete il futuro e voi sarete i padroni del mondo magico, continuando lo sterminio degli indegni al titolo di mago. E ora mangiate.»
Diede il via con un semplice gesto della mano e i ragazzi iniziarono a mangiare di malavoglia. Le forchette e i coltelli tintinnavano lenti, segno che la festa non era mai esistita. Voldemort sedeva, sembrava quasi sonnecchiasse.
Hermione e Draco si erano mossi, si trovavano dietro le scale e davanti a loro c'era la porta della sala grande controllata a vista da almeno cinque mangiamorte.
«Adesso o mai più Hermione. Pronta?»
Disse Draco guardandola negli occhi e stringendole le mani. Lei si avvicinò e le diede un bacio leggero come la neve che scendeva dal cielo.
«Andiamo.»
Sfoderarono le bacchette insieme e si incamminarono a grandi passi. Lo scontro fu inevitabile, ma i mangiamorte non erano così abili. Hermione lanciava incantesimi e si muoveva come una guerriera, abilità acquisite durante gli anni passati. Un mangiamorte le arrivò vicino e ingaggiò uno scontro.
«Expelliarmus!»
Gridò Hermione. La bacchetta del mangiamorte volò lontana e con un calcio ben assestato nel petto lo fece rantolare a terra. Draco abbattè altri due e Hermione ne mise al tappeto un altro. Nel frattempo il trambusto era cresciuto, qualcuno aveva iniziato a dubitare e dei chiavistelli iniziavano a essere chiusi.
«Corri Hermione ti copro io!»
Disse Draco. Hermione iniziò a correre e prima che furono date altre mandate si lanciò contro la porta che si aprì con fragore. I ragazzi ancora erano seduti mentre attendevano il segnale mentre i mangiamorte iniziavano ad affollarsi attorno a Hermione.
«Esercito di Potter al mio comando! In posizione!»
Il segnale scattò. I ragazzi si alzarono facendo fragore, lanciarono in aria più cose possibili per confondere. Quelli che si erano dimostrati più forti e abili andarono verso il tavolo degli insegnanti e ingaggiarono le prime lotte contro i mangiamorte, gli altri si diressero in suo aiuto.
Draco nel frattempo si era liberato e adesso si faceva largo, seguendo Hermione verso Voldemort.
Il tempo sembrò fermarsi. Hermione era sola davanti a Voldemort. Draco e gli altri era impegnati per proteggerla.
I suoi occhi rossi la scrutavano malefici, il volto vuoto e scarno, la pelle tirata e vecchia che gli increspava il volto. Era orrendo.«L'amica di Potter, la migliore strega della sua età. Finalmente ci incontriamo. Era da tempo che avevo richiesto la tua presenza, ma qualcuno di tua conoscenza ha disubbidito hai miei piani.»
Hermione ignorava le sue parole vuote, lo sguardo era fisso nel suo, il respiro rotto dalla fatica e dalla tensione, il sudore che le colava lungo le tempie. Il suo incubo peggiore si stava avverando. La mano teneva salda la sua fedele bacchetta e i piedi erano ben piantati a terra. L'energia le scorreva vivida nel cuore.
E poi scoppiò tutto in un attimo. Un frammento di eternità, una luce scintillante e un fuoco che divampa, urla, grida e poi silenzio.
Ecco il capitolo!!! Ce l'ho fatta, ma sono sicura che mi ammazzerete per la fine che pubblicherò a breve. Questo è il penultimo e poi ci sarà l'epilogo, siamo quasi giunti alla fine. Buona lettura💙💙
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A Un Soffio Dalle Mie Mani |Dramione|
FanfictionLa guerra era finita, ma la sorte aveva fatto il doppio gioco. Voldemort aveva vinto e i mezzosangue erano stati catturati. Molti uccisi e molti ridotti in schiavitù. Hermione, grazie alle sue abilità e all'aiuto dei pochi membri dell'Ordine, era vi...