You must go!

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Il film è ormai iniziato da circa venti minuti e ammetto che mi stia piacendo davvero molto. Non credevo che un film del genere riuscisse a coinvolgermi così tanto da dedicare la mia totale attenzione alla scena in atto.

Blake e Richard occupano il divano più piccolo posto alla mia sinistra mentre con ampie manciate si ficcano in bocca i Pop Corn preparati poco fa da Jake.

Gavin, Austin e Caleb invece sono seduti sul divano di pelle rosso alla mia destra. Li osservo e noto con mia grande sorpresa che i ragazzi sono presi dal film quanto me. Non posso fare a meno di sorridere leggermente.

Tyler occupa la poltroncina accanto al piccolo divano mentre sgranocchia patatine, producendo così un rumore a dir poco fastidioso. Ogni tanto ne fa cadere qualcuna sul pavimento ricevendo così un rimprovero da Jake, seduto dal lato opposto del divano di fronte alla tv.

Leo, accanto a me, ogni tanto mi lancia degli sguardi, stando attento a non farsi vedere. Tiene la mano destra posata sul ginocchio, mentre con l'altra stringe un cuscino.

Ripenso a poche settimane fa, quando ancora non conoscevo questi ragazzi. Cercavo sempre di evitarli per paura che potessero farmi qualcosa. Sapevo che in qualche modo sarebbero entrati a far parte della mia vita, ma non ero ancora in grado di metabolizzare l'idea di una mia possibile amicizia con loro.

Non sono persone tanto cattive, è solo il loro modo di fare che non è dei più corretti.

Non posso crederci che ora sono qui con i ragazzi che da sempre ho temuto, a condividere assieme a loro la visione di un film. Non potrei essere in un posto migliore.

Il film continua, ma ad un certo punto, nel bel mezzo della scena cruciale, Leo si alza annunciando: «Vado a prendere altri Pop Corn.»

Mi alzo a mia volta, non badando all'occhiataccia che Jake mi lancia non appena mi allontano.

Lo seguo in cucina, fermandomi davanti al bancone. Leo inizia a preparare un altra porzione, dandomi le spalle.

«Mi vuoi dire che ti succede? È tutta la sera che mi ignori.» Cerco di capire la sua espressione, inseguendo i suoi occhi.

Lo osservo attentamente mentre versa dentro una ciotola altri Pop Corn. Non posso fare a meno di notare i suoi muscoli contrarsi quando estrae la ciotola dalla credenza. Il suo corpo così perfetto è una potente calamita per i miei occhi.

Aspetto una sua risposta, ma non ricevendola mi avvicino a lui.

«Cos'hai?» insisto posandogli delicatamente una mano sul braccio. Lo vedo irrigidirsi sotto al mio tocco. Mi sposta bruscamente allontanandosi da me.

Non riesco a capire questo suo improvviso cambiamento. Che gli succede? Ho forse sbagliato qualcosa? Scorro ogni azione da me compiuta nelle ultime 24 ore, ma niente.

«Lasciami stare» mi dice con un filo di voce.

«No» sussurro «cerco solo di darti una mano.»

Il suo profilo guarda un punto indefinito davanti a se. La mascella contratta, liscia e pallida, si irrigidisce non appena il suo pomo d'Adamo comincia ad alzarsi ed abbassarsi freneticamente.

«Devi andartene»ordina. Lo osservo abbastanza confusa mentre cerco di avvicinarmi ancora di più, ma lui si allontana facendo passi indietro.

«Ho detto che te ne devi andare» ripete senza guardarmi nemmeno.

Perché devo sempre essere io il problema? Ogni volta la colpa deve essere mia. Ma ora sono stanca di stargli dietro. Se ha qualche problema con me, che se lo risolva da solo.

FINALLY YOU || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora