Missed kiss

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Molte volte mi sono chiesta come mai la vita potesse essere così dura da vivere, così difficile da gestire. Ma mai ho trovato una risposta. Ho sempre cercato di risolvere questo problema mettendoci una pietra sopra, ma con scarsi tentativi.

Il problema ritornava a ripercuotersi su di me. Mi faceva male e mi fa male tutt'ora pensare che niente accade come si spera. Deve sempre succedere qualcosa di diverso dalle nostre aspettative.

Osservare gli occhi del ragazzo di fronte a me riflettersi nei miei è come una pugnalata al cuore.

Come se quel semplice sguardo mi bucasse l'anima fino ad inciderne la ferita.

Soffro. Soffro perché mi fa male pensare che questo ragazzo si sta tormentando a causa mia.

Che si sta costruendo delle forti e possenti mura attorno a sé.

Sento la sua pelle fremere sotto al mio tocco delicato. Le sue guance accaldate si muovono lentamente: sta sorridendo.

"Perché deve sempre essere così difficile?"

Questa domanda è la perfetta descrizione di ciò che c'è nella mia testa. L'unica grande domanda che da tempo mi occupa i pensieri.

Una lacrima solitaria mi scende lungo la guancia.

Leo ed io dobbiamo sempre essere agli opposti. E questo perché? Io non lo so. Vorrei poter capire cosa gli passa per la testa, capire i suoi pensieri per aiutarlo, comprenderlo.

Lui pensa che l'unica persona importante per me sia Jake, ma si sbaglia. Si sbaglia di grosso.

Jake è solo una parte di quello che c'è dentro la mia mente: una piccola parte dell'uragano che mi tormenta.

Il sorriso, lo sguardo, la voce del ragazzo qui presente sono la causa del perché la notte non chiudo occhio. La causa del dolore che si cela nel mio petto. Dolore. Sì, dolore.

Ogni volta che lo osservo soffro nel sapere che non potrò mai averlo al mio fianco, che non potrò mai sperare che lui ci sia per me ogni volta che ne ho bisogno.

Perché nella vita non tutto accade perché lo vogliamo noi. Dobbiamo abituarci all'idea che non siamo padroni del mondo, ma solo di noi stessi. E a volte questo può essere uno svantaggio.

«Me lo chiedo ogni volta.» La debole luce del lampione poco lontano da noi si riflette nei suoi occhi donandogli quel piccolo bagliore in grado di trasmettermi sicurezza.

La sua mano si avvicina al mio viso e con una mossa fulminea mi asciuga la lacrima ormai giunta sino al mento. Il suo delicato tocco mi provoca dei brividi su ogni centimetro del mio corpo risvegliando in me 'quella sensazione'. Quella che solo lui è in grado di farmi provare.

Sento le mie guance avvampare e, nonostante la fredda brezza che aleggia tutt'intorno, un caldo improvviso si impossessa di me.

«Allora spiegami come dobbiamo fare.» La mia voce, quasi in un sussurro, pronuncia quelle parole come in cerca di una risposta.

«Non ne ho idea. So solo che sono stanco. Stanco di soffrire.»

Delicatamente poggia le sue mani sui miei fianchi attirandomi a sé. Per poco non vado a scontrarmi contro il suo petto.

La maglia gli fascia perfettamente il busto accentuando i muscoli perfettamente scolpiti al di sotto del tessuto.

«Soffrire per cosa?» gli chiedo non staccando mai il mio sguardo dal suo.

Prende due profondi respiri. Il calore che emana il suo corpo mi avvolge tenendomi al sicuro dalla notte. Dall'oscurità. Dal freddo che ricopre questa città.

FINALLY YOU || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora