È passata ormai una settimana dal rientro di Mike. Ancora non ci credo. Mi sembra così irreale.
Non mi sarei mai aspettata una cosa simile. È successo tutto così in fretta. L'incidente, il coma, i giorni passati a sperare che andasse tutto bene, la quasi morte e infine il risveglio.
Ripenso alla sera dell'incidente e sembra essere passata un'eternità. Sembrano essere passati degli anni, ma in realtà poco meno di tre mesi.
Erika non l'ho mai vista così felice. Forse per Mike, perché finalmente l'ansia e il dolore che la opprimevano se ne sono andati. La vedo, non so, più serena. Come se tutto il male causato fosse sparito in un soffio. Ed è un bene. Almeno per lei.
Lei e Richard sono più affiatati che mai e, date le circostanze, credo e spero che si decidano di dirlo agli altri. Anche perché sarebbe meglio per entrambi non dover più nascondere la loro relazione.
Nel mio caso invece, devo ammettere che dal ritorno di Mike, la mia routine non è cambiata di molto. Leo continua ad ignorarmi, e non so neanche il perché.
Quella sera ci siamo detti apertamente cosa pensiamo, ma, nonostante tutto, sembra non essere cambiato niente. Come se la nostra conversazione non fosse servita a nulla.
Sinceramente, non l'ho più visto, o per lo meno non ci siamo più parlati. L'ho incrociato sì e no un paio di volte in corridoio, ma in entrambi i casi lui non mi ha degnata neanche di uno sguardo.
Non riesco a capire cosa gli passi per la testa. È da tempo ormai che cerco di capirlo, ma ogni volta pare rivelarsi inutile.
Ma ora sono stanca di stare sempre dietro ai suoi sbalzi di umore, alle sue ragioni per non parlarmi.
«Sandy? Tutto bene?» mi domanda Erika riportandomi sul mondo terreno.
Dopo scuola, io e i ragazzi abbiamo deciso di andare a casa di Tyler per una rimpatriata in onore del ritorno di Mike. Abbiamo ordinato le pizze per questa sera che, da quello che ho capito, dovremmo poi vederci un bel film tutti assieme.
La questione spazio non è un problema dato che la casa in cui abita Tyler è enorme. Il salotto comprende la comodità di ospitare una ventina di persone. Quindi posso dire che non dovrebbero esserci problemi.
«Sì. Scusate, oggi non sono in vena di conversazione.» Ed è la verità. Questa mattina mi sono svegliata molto male e a peggiorare ulteriormente la giornata, ci si è messa pure mia madre con le sue solite lamentele.
«Che è successo?» Jake mi si avvicina avvolgendomi una spalla con un braccio.
«Niente» mi limito a rispondere.
«Questo tuo faccino non me la dice giusta.» Alza una mano per accarezzarmi la guancia con i polpastrelli delle dita. Il suo tocco delicato mi fa quasi venire il solletico.
«Non è giornata.»
«Beh, Sandy...oggi per te non sarà giornata, ma dobbiamo cominciare a parlare della tua festa di compleanno» esordisce la mia amica che, a quanto pare, si diverte ad infastidirmi.
«Ti ripeto che non voglio nessuna festa.»
«17 anni sono importanti e capitano una sola volta nella vita.»
«Beh, sai che novità. Ogni anno è importante, ma per me sono tutti uguali. Non ho mai festeggiato il mio compleanno e non ho intenzione di farlo questa volta.»
«Appunto, questo è un motivo in più per organizzarne una. Sandy, io ci tengo a te e penso che sia il minimo da parte mia.»
«Ho detto che non voglio niente. Non ho mai voluto festeggiare perché credo che sia inutile onorare un giorno uguale a tutti gli altri.»
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FINALLY YOU || Shawn Mendes
Teen Fiction-Il mondo attorno a me sta cambiando. Lo percepisco. Sta succedendo qualcosa di strano che sta mettendo tutto sotto sopra.- Sandy, 16 anni, una vita davanti. Ogni singolo giorno per lei è una tortura. Sembra che il destino voglia impedirle di...