Drunk

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«Sandy, è successa una cosa incredibile!» esclama Erika.

«Ti sposi?» scherzo.

«Macché!»

«Allora cos'è successo?»

«Prova ad indovinare.»

«Mmmm...non saprei.»

«Richard mi ha chiesto di uscire! Non è grandioso?» esulta sprizzando gioia da tutti i pori.

«Si sapeva che prima o poi te lo avrebbe chiesto. È evidente che gli piaci. Non fa che guardarti tutto il tempo» osservo spostando lo sguardo su Richard.

Erika si gira ad osservarlo, poi mi chiede: «Tu credi?.»

«Ma certo! Se non mi credi, prova a chiederglielo tu stessa.»

«Non lo so... ho paura di essere rifiutata...»

«Smettila di farti così tanti problemi!.»

«E sarei io a farmi problemi? Parli proprio tu!.»

In effetti ha ragione. Non dovrei essere io a dirle di non preoccuparsi, dato che sono io la prima a farmi mille paranoie.

«Comunque, non verrai rifiutata...credimi sulla parola» la rassicuro.

«Oddio!» si agita Erika.

«Cosa c'è adesso?»

«Richard sta venendo qui!»

«Calmati ora. Vi lascio soli» Faccio per andarmene, ma mi afferra per un braccio e insiste: «No, ti prego!»

Le sorrido e mi immergo tra la folla.

Inizia a mancarmi l'aria, quindi decido di uscire in giardino per riprendermi un po'.

Attraverso la pista da ballo ed esco dalla porta-finestra. Qui fuori la gente è il doppio rispetto a dentro casa.

Alcuni nuotano in piscina e si divertono, altri ballano accanto alle grandi casse poste sul prato.

Senza rendermene conto, mi ritrovo al centro di un gruppo di persone.

Mi fissano tutti urlando: «Bevilo! Bevilo!» Una ragazza mi raggiunge e mi porge un bicchiere con del liquido trasparente al suo interno. Senza pensarci, presa dall'adrenalina, lo butto giù tutto d'un colpo solo, provocando così un forte bruciore alla gola e allo stomaco. Tutto intorno a me si fa più sfocato. Afferro un altro bicchiere. Poi un altro e un altro ancora.

Mi sento più leggera, più libera. Non sento più quel peso che mi portavo dentro per la partenza di Lily. La forte musica diventa solo un leggero sottofondo e le luci colorate qualcosa di magnifico.

Ad un certo punto le persone e tutto ciò che mi circonda svanisce e la mia testa perde completamente ogni contatto con la realtà.

Vuoto totale.

****

«Sandy? Sandy, svegliati!» una voce mi chiama riportandomi alla realtà.

Alzo lentamente le palpebre e subito un forte mal di testa mi trafigge le tempie. Mi alzo sui gomiti, osservando la stanza.

Muri bianchi e tende blu racchiudono lo spazio in cui mi trovo.

«Dove sono?» domando.

«Sei in ospedale, Sandy» mi risponde una voce familiare. Volto la testa, ritrovandomi davanti Leo.

Ha un'espressione distrutta. Sarà rimasto sveglio tutta la notte per aspettare che mi risvegliassi.

«Che mi è successo?»

«Ieri sera hai bevuto parecchio. Verso la fine, quando stavo per andarmene, un gruppo di persone si è riunito in giardino e ho visto che eri stesa a terra. Credo avessi sbattuto la testa, perché avevi completamente perso i sensi.»

A queste parole, mi accascio sul materasso. «Oddio...»

«Ma stai tranquilla. Il medico ha detto che presto potrai tornare a casa. Tempo che ti facciano gli ultimi controlli.»

Sposto lo sguardo sulle mie braccia. Attaccato al mio braccio sinistro, c'è un sottile tubicino trasparente collegato ad una sacca.

«Grazie» gli dico dopo vari secondi.

«Per cosa?» mi sorride.

«Per avermi aiutata e portata qui.»

«In quel momento non sapevo cos'altro fare se non chiamare un'ambulanza.»

«Sai per caso che ore sono?» gli domando.

Sfila il cellulare dalla tasca per controllare l'ora. «Sono le 10:30 del mattino.»

«Mia madre sarà preoccupatissima. Devo avvisarla.» Faccio per alzarmi, ma Leo mi poggia una mano sulla spalla.

«Non preoccuparti. L'ho già avvisata io. Le ho detto che restavi a dormire da un'amica.»

«E ti ha creduto?»

«Beh... era abbastanza convinta quando mi ha detto di riferirti di tornare per l'ora di pranzo.»

«Meno male.»

Dalla porta entra un medico con in mano una cartellina. Prima di raggiungerci si ferma per controllare dei fogli.

«Allora, signorina Cooper... nulla di grave. È solamente svenuta e ha perso i sensi. Quindi stia tranquilla.»

A quelle parole, un peso enorme mi abbandona. «Le do' un consiglio: la prossima volta stia più attenta ed eviti di bere alcolici se non vuole ritornare in ospedale. Quindi ora può anche andare.»

Ringrazio il medico che mi toglie tutti i tubicini collegati al mio braccio. Afferro le mie cose sulla sedia e assieme a Leo esco dall'ospedale.

Raggiungiamo l'auto ed io prendo posto sul sedile del passeggero. Una volta partiti, accendo la radio. Passa Runaway dei Galantis.

Come ho fatto ad essere così ingenua da cedere all'alcool? Non è da me. Non pensavo che bastassero solamente due o tre bicchieri per ubriacarsi. Ora so perfettamente quale sia il sintomo post sbornia. Non ho intenzione di ripetere un'altra volta quello che è successo ieri alla festa.

Arriviamo a casa in meno di dieci minuti. Leo accosta l'auto e mi dice: «La prossima volta stai più attenta.»

«Lo farò.» La saluto per poi scendere e dirigermi verso casa.

«Sono arrivata!» urlo per avvisare mia madre.

Nessuna risposta. Attraverso il salotto e salgo le scale. Arrivata in camera mia non esito un attimo dal buttarmi sul letto sprofondando nel materasso.

Non c'è cosa più bella che nell'oziare sul letto. Il mal di testa inizia a diventare più intenso, così decido di prendere qualcosa per alleviare un po' il dolore. Raggiungo il bagno e apro l'armadietto dove teniamo tutti i farmaci. Senza a stare a leggere tutta quella sfilza di nomi impronunciabili, afferro l'aspirina e la ingoio.

Ritorno in camera e mi sdraio sul letto, cadendo in un sonno profondo.




FINALLY YOU || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora