Alive

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Molte volte nella vita succedono cose che in un primo momento sembrano impossibili, irreali.

Accadono una dopo l'altra, senza lasciarti il tempo necessario per elaborare e realizzare la realtà. Ti senti oppressa, soffocata, inglobata in un'enorme bolla dalle pareti spesse.

Vuoi scappare, uscire e correre via allontanandoti il più possibile. 

Ma non puoi.

Sei costretta a sopportare il peso della situazione, reggendoti sulle tue gambe e, nonostante i tuoi inutili sforzi, cadi facendoti male. Molto male.

È in quel momento che capisci quanto la verità faccia male. Quanto può essere dura da digerire, da accettare. Cerchi di coprire il gusto amaro della cruda verità con il dolce sapore della speranza.

Credevo che questo momento non arrivasse mai. Mi illudevo che le cose andassero bene, per il verso giusto. Ma mi sbagliavo. 

Vedere Mike morire posso dire che è stata una delle cose più terribili successe nella mia intera esistenza. E di cose ne sono successe tante.

Sentire il dolore incidersi nella mia anima e nell'anima della mia migliore amica è stato straziante. La pelle ha iniziato a sgretolarsi lasciando scoperte le mie più grandi paure.

Ho cercato di reprimere questa sensazione ma dopo aver osservato con i miei stessi occhi il corpo esanime del mio amico sono ceduta. Tutte quelle che erano le mie paure sono diventate certezze. Certezze purtroppo dolorose.

In quel momento ho davvero creduto che potesse essere la fine. Non solo per me, ma anche per la mia amica. Non realizzavo che quello che ho sempre visto come il fratello di Erika, nonché mio amico, potesse essersene andato. 

Cercavo di convincermi che fosse tutto un sogno, qualcosa di irreale. Ma più mi convincevo dell'impossibilità della cosa, più mi accorgevo che quello che avevo davanti a me non era uno scherzo. Era la dura e cruda verità.

Ho visto la mia amica cadere, distruggersi completamente. Il suo viso traumatizzato dal dolore era esattamente la descrizione della situazione. Non potevo crederci, non volevo crederci.

Accarezzavo la gelida superficie della mano di Mike come se fosse la cosa più fragile del mondo. Sentivo i brividi al solo pensiero che ormai quella apparteneva al ricordo di un amico fantastico.

Lacrime. Tutto ciò che esprimeva il mio dolore. Lacrime.

Le mie guance erano diventate dei veri e propri fiumi. Il pavimento un'enorme pozzanghera mentre i miei occhi gridavano dal bruciore a causa delle troppe lacrime versate.

Ma proprio mentre stavo per abbandonare tutte le forze che possedevo in corpo, cadere da tutto ciò che erano le mie sicurezze e abbattermi di fronte ad una tale perdita, qualcosa cambiò.

Come se uno spiraglio di luce fosse finalmente riuscito ad entrarmi dentro nonostante le spesse e scure pareti che mi circondavano escludendomi dal mondo esterno.

Quello spiraglio era riuscito a rompere quella barriera di dolore che mi ero costruita in quella frazione di minuti. Era riuscito a mostrarmi la via per riconnettermi con la realtà e realizzare che Mike era ancora vivo. Che non era morto.

«Mike!» urla Erika fiondandosi sul fratello. 

No, non è possibile.

«Chiama un dottore!»

È vivo. È vivo!

Rimango a fissare la scena di fronte a me e senza rendermene conto esco dalla stanza rincorrendo il dottore in fondo al corridoio. 

FINALLY YOU || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora