Otto

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   Lui non riuscì a controllarsi doveva toccarla

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   Lui non riuscì a controllarsi doveva toccarla.

Pensava a Megan, si sentiva in colpa perché la stava dimenticando così in fretta, credeva che la sua vita non avesse più senso, che non avrebbe più amato nessuna donna dopo di lei, perché lei era la sua vita.

Invece adesso non riusciva a togliersi dalla mente quegli occhi sovrannaturali e profondi che lo avevano in qualche modo incantato.

Ritrovandosela lì davanti non riuscì a controllare l'istinto di avvicinarsi, era da tanto che non si sentiva più così... Vivo.

Era arrivato così vicino alla morte per la seconda volta, che credeva che se non l'avesse fatto ora, se non l'avesse toccata adesso, non ci sarebbe stato altro tempo.

Sperò che Megan se lo stesse guardando da lassù, sarebbe riuscita a perdonarlo per questo, per aver trovato un po' di felicità in quel mondo senza di lei, quel mondo che le aveva tolto la vita in modo orribile.

Credeva che uccidendo quei quattro, dopo averli torturati e mutilati, gli avrebbe fatto accettare meglio la sua morte, ma non era stato così, si sentiva ancora in colpa per ciò che le era successo, era stata colpa sua.

Ed ogni giorno per tutto il tempo che lui aveva continuato a respirare e lei no si era chiesto: "Perché lei e non io?", ma ancora non aveva avuto una risposta.

Lei si allontanò e l'unica cosa che riusciva a pensare in quel momento, era la rabbia che gli scatenava per essersi intrufolata a quel modo nella sua vita, nella sua mente ormai pronta a cadere a pezzi.

Il suo cuore batteva forte solo per lei, c'era qualcosa di oscuro che le aleggiava attorno ed era proprio quella sua aura che risvegliava il suo interesse, che lo spingeva inesorabilmente verso di lei, che la faceva sembrare così attraente ai suoi occhi.

Forse il suo alone di mistero, la sua bellezza sovrannaturale e il suo segreto lo attraevano in modo irreversibile.

«Non dovresti essere qui» disse ignorando le sue domande.

«E' stato uno sbaglio farti salire» affermò.

Sentiva dolore al petto, il cuore gli batteva così forte che provava dolore, per via dei punti, sarebbe dovuto rimanere ancora all'ospedale, ma non poteva più aspettare.

Lei si voltò.

«Non andartene» ringhiò arrabbiato, intuendo quello che stava per fare.

Lei si mise a correre e lui la inseguì, ma l'aveva già persa.

Quel luogo sembrava una specie di labirinto e il corridoio sembrava piuttosto stretto, si accorse guardando le mura, che le colonne erano in stile corinzio, le mura erano tappezzate di immagini diverse che ritraevano diverse figure, alcune gli sembrò si muovessero, ma indubbiamente si era sbagliato.

1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora