Sedici

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 «Ecco mio signore» affermò Eros arrivando al cospetto di Zeus

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 «Ecco mio signore» affermò Eros arrivando al cospetto di Zeus.

Proprio come gli aveva chiesto, aveva portato lì l'uomo più brutto che esistesse sulla faccia della terra, ebbene Zeus aveva ripensato alla punizione che avrebbe inferto a Cupido, abituato ad essere il dio dell'amore e figlio di Afrodite era sempre stato bellissimo, affascinante e nessuna donna aveva mai avuto altra scelta se non amarlo, anche se lui non aveva mai preso in considerazione una donna da tenere per tutta la vita, rammentò lui.

Sorrise al giovane che guardò l'uomo che aveva incatenato.

La sua bella moglie aveva sempre amato la bellezza, lei amava gli uomini belli, che non avevano alcun difetto, ebbene l'uomo che aveva incatenato e del quale avrebbe fatto innamorare Hera, la sua devota moglie non aveva alcun difetto apparte essere il suo schiavo e privo di vista, poiché non voleva che nessun essere umano sapesse di loro, lui non sarebbe stato quindi un pericolo, non avrebbe potuto vedere nulla di ciò che succedeva lì, quindi era perfetto.

Sorrise compiaciuto.
«Adesso desidero che tu faccia si che mia moglie s'innamori di quest'uomo» disse indicando l'uomo incatenato contro il pavimento.

Proprio in quel momento arrivò Hera, sapeva che Eros voleva sapere perché gli aveva fatto portare quell'uomo lì, glielo leggeva in faccia, ma era troppo intelligente per osare chiedergli spiegazioni, sapeva che farlo arrabbiare non gli avrebbe giovato.

Eros fece come gli aveva detto, scagliò la sua freccia contro Hera, che stava guardando il prigioniero e lei corse verso di lui, ma lui bloccò quella sua corsa afferrandola da un braccio.

«Quello è il mio schiavo, non ti devi avvicinare a lui» le ordinò.

Lei lo fissò con occhi pieni di odio com'era solita fare, ma subito lo ignorò fissando il suo sguardo sull'uomo di cui adesso era innamorata.

Sorrise sentendo una gioia infinita pervaderlo, anche perché non l'avrebbe mai avuto.

No, non avrebbe mai avuto quel giovane così bello, avrebbe solo potuto guardarlo da lontano, non avrebbe mai potuto nemmeno toccarlo.

Magari lo avrebbe fatto torturare davanti a lei e l'idea gli strappò un sorriso.

Si concentrò sul presente.
«Eros» disse rivolgendosi al dio che lo aveva reso felice, ma non del tutto, doveva ancora pagare per il torto subito.

Gli sorrise e con uno schiocco di dita scambiò il corpo dell'uomo orrendo con quello di Cupido e viceversa.

«Questa è la tua ricompensa» disse semplicemente sorridendo pienamente soddisfatto.

Eros guardò l'uomo che prima non aveva nulla e invece adesso era un affascinante dio e poi guardò la sua immagine disgustato.

Scosse il capo incredulo.
«Tu non puoi avermi fatto questo» disse e lui sorrise minaccioso.

1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora