Dieci

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   Atropo continuò a fare il suo lavoro ininterrottamente, cercando in qualunque modo di non pensare a ciò che aveva promesso, a ciò che avrebbe dovuto dire o raccontare, aveva deciso che avrebbe risposto onestamente

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   Atropo continuò a fare il suo lavoro ininterrottamente, cercando in qualunque modo di non pensare a ciò che aveva promesso, a ciò che avrebbe dovuto dire o raccontare, aveva deciso che avrebbe risposto onestamente.

Sapeva che era una mossa azzardata, non sapeva come lui avrebbe reagito, non si aspettava però una reazione eclatante, in fin dei conti lui sapeva che lei non era umana e non sembrava esserne spaventato, per giunta, non sembrava nemmeno possedere un istinto di sopravvivenza.

Si sentiva inquieta da quando aveva visto Mike, era un’emozione piuttosto familiare.

C’era qualcosa in lui che l’attirava inesorabilmente, qualcosa che aveva a che fare con il suo animo, c’era qualcosa di oscuro in quell’uomo che sembrava splendere di pura vita.

«Allora?» chiese in quel momento Cloto comparendo dal nulla.

Guardò la sorella.
Non erano proprio sorelle in effetti, ma loro si consideravano tali, anche se non c’era nulla di simile in loro.
Erano tutte e tre completamente diverse.

«Sei sparita nel nulla da quando è successo quel 'tu sai cosa'» affermò lei.

Cloto aveva una sensibilità straordinaria, sapeva che non voleva parlare del suo ‘fallimento’ con Mike Reed, dell’uomo che dovrebbe essere morto.

Lo sguardo intelligente della sorella luccicava di qualcosa, non sapeva però se averne paura.
"Che avesse capito che provava qualcosa per Mike?" si chiese un po’ in apprensione.

C’era qualcosa che non andava in lei ultimamente, sia Cloto che Lachesi lo avevano capito.

«Sono stata molto impegnata» disse e Cloto le rivolse un sorriso divertito, di chi sa, ma non vuole dire nulla.

«Tu sei sempre molto impegnata» sottolineò lei.

In effetti, lo eravano tutte e tre e ognuna di loro era stata creata per un solo scopo, occuparsi della vita degli umani, tenerli sotto controllo.

"Non erano state create per avere una vita, per amare" pensò e chissà perché, in quel momento, le comparve nella testa l’immagine del volto di Mike.

Tutto questo cominciava a non piacerle affatto e se avesse scoperto che sotto c’era lo zampino di Eros lo avrebbe ucciso, anche se non credeva che lui avrebbe avuto il coraggio di fare una cosa simile, anche perché Zeus non l’avrebbe presa molto bene.

«Sei molto stanca» affermò Cloto, con un lecca lecca in bocca.

«E sono molto stanca anch’io, quindi credo proprio che ti saluterò ora» disse con un sorriso andandosene e cantando una canzone in inglese, chissà perché le piacevano quelle canzoni rock, erano la sua passione.

Cloto era semplicemente quella tra le tre che si era adattata di più al mondo degli umani, diceva che era bello far parte di quel mondo, che guardarlo da fuori non era la stessa cosa e lei in effetti, voleva ardentemente farne parte e in un certo senso né faceva parte più di quanto né facessero parte lei e Lachesi.

Lasciò andare via quelle riflessioni sulla sorella, preoccupandosi di ciò che la faceva stare davvero male.

Mike Reed.

Non sapeva che pesci prendere, sapeva solo che doveva fare qualcosa per evitare il disastro.

Il problema era: come si fa ad evitare un disastro programmato?
Si potevano solo attutire gli effetti.

Il problema principale era che lei non sapeva come fare, ormai aveva dato la sua parola, una parola che non sarebbe venuta meno, ma aveva la netta sensazione che non sarebbe andata a finire molto bene e sapeva con assoluta certezza che qualcuno ci avrebbe rimesso e lei sapeva anche chi, solo che non aveva il coraggio di dirlo e neanche solo di pensarlo.

Zeus passeggiava avanti e indietro nel corridoio della sua grande villa, mentre pensava a un modo per far soffrire la sua amata Hera, che sembrava non essere disposta a ricambiarlo, ma lui sapeva essere parecchio affabile e bravo nella persuasione.

Qualunque cosa voleva lui l’avrebbe avuta, perché lui era Zeus. Il re degli dei.

Non sapeva se era furioso con Eros, per averlo tradito e aver ordito quell’inganno con la moglie o se per averlo fatto innamorare pazzamente di lei, come se non lo fosse sempre stato.

Entrò dentro la stanza, la grande porta si aprì solo per il suo puro volere senza che lui nemmeno la toccasse e lì vi trovò la moglie.

Hera lo fissava con disprezzo, era furiosa con lui per ciò che la costringeva a fare, perché ogni suo desiderio era un ordine.

Aveva già deciso la punizione della sua amata, adesso toccava decidere la punizione di Cupido.

Decise però, che doveva fingere di non essere furioso con lui, gli serviva per avere la sua vendetta sulla moglie e dopo aver avuto quella vittoria si sarebbe vendicato anche di lui.

Avrebbe fatto innamorare Hera dell’uomo più brutto esistente sulla terra, un uomo che lui avrebbe preso come schiavo, che glielo avrebbe fatto avere sempre sotto agli occhi senza mai poterlo avere.

"Desiderava che lui l’amasse alla follia? Ebbene adesso che l’amava lei avrebbe preferito che la disprezzasse, che la odiasse. Questo però sarebbe stato solo l’inizio" pensò.

Guardando la moglie scoppiò in una fragorosa risata, attutita dai muri.

Lo sguardo pieno d’odio della moglie, lo riempì di gioia e allo stesso tempo, di un terribile dolore, come se migliaia di schegge gli colpissero il cuore e ognuna di esse faceva più male della precedente.

Adesso doveva pagare le conseguenze dell’atto sciagurato che aveva commesso contro suo marito, il re degli dei, colui che non perdona.

Le porte si chiusero alle sue spalle solo perché lui lo voleva.
Andò incontro alla sua bellissima moglie, il cuore gli scoppiava nel petto ogni volta che la vedeva, che guardava il suo bel viso.

Più tardi si sarebbe occupato di tutti gli affari che aveva lasciato in sospeso, adesso gli importava solo della donna che gli stava davanti.

L’afferrò in modo rude dai capelli tirandola con forza verso il suo viso e baciandola, adesso aveva bisogno di lei, di sua moglie e lei non poteva negargli ciò che gli apparteneva e sapeva che gli apparteneva.

Quando smise di baciarla, solo per guardare i suoi bellissimi occhi vi lesse il disprezzo, sapeva che l’odio le stava incendiando il sangue.

Lei tremò sotto il suo tocco e lui sorrise in modo spietato, ben sapendo che nonostante tutto lo desiderava.

Dopo avrebbe chiamato Eros e gli avrebbe fatto fare tutto ciò che lui desiderava.

Si sarebbe vendicato della sua adorata moglie, gelosa e vendicativa e anche di lui, colui che lo aveva tradito.
Dopo però, c'era ancora tempo per la vendetta e lui non avrebbe avuto pietà nemmeno per lei.

Soprattutto per lei.

Soprattutto per lei

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1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora