Tredici

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La fissò intensamente i quegli occhi bellissimi e sovrannaturali

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La fissò intensamente i quegli occhi bellissimi e sovrannaturali.

Adesso aveva bisogno di sapere la verità, lei gli aveva confessato che si chiamava Atropo, era così che gli aveva detto di chiamarla quando stavano facendo l'amore, quindi non si era sbagliato quando aveva intuito che Astrid non era il suo vero nome.

Atropo comunque le si addiceva di più, era più oscuro e sensuale.
Astrid era un nome troppo dolce per una donna come lei, forte e determinata.

Lui era sicuro che lei poteva avere qualunque cosa desiderasse e adesso aveva lui, lo aveva desiderato, altrimenti non sarebbe stata con lui, non si sarebbe concessa e a quanto pare aveva ragione anche sul fatto che lei non era il tipo di donna che si concedeva facilmente, lui era il primo. Quella scoperta lo aveva reso estatico e ancora più ossessionato e possessivo verso di lei.

Continuò ad accarezzarle il viso e i capelli, cercando di mantenere una parvenza di calma, anche se aveva leggermente paura di ciò che lei gli avrebbe raccontato.

Era arrivato il momento della verità, una verità che non poteva più aspettare.

Doveva sapere adesso, altrimenti sarebbe diventato pazzo, anche perché doveva sapere come fare per tenersi quella donna, aveva paura che lei potesse scomparire da un momento all’altro, senza poterlo evitare, aveva bisogno di sentirle dire che si sarebbero potuti vedere ancora, che lei sarebbe stata ancora sua, che sarebbero stati ancora insieme.

Non si sentiva così impotente, da quando aveva perso Megan, si rese conto, era sicuro che se avesse perso anche lei sarebbe impazzito, una volta era stato già abbastanza doloroso.

E anche se era troppo presto per parlare d’amore, perché in effetti si conoscevano da poco tempo, lui credeva che si stava innamorando di lei, non era già amore, ma era certo che lo sarebbe diventato presto, perché sapeva che non poteva vivere senza di lei.

Fissò ancora i suoi occhi, mentre continuava ad accarezzarla.
C’era una strana atmosfera nell'aria, forse non era lui l’unico ad avere dei dubbi e delle paura.
Aveva bisogno che lei parlasse adesso, che gli dicesse come stavano le cose.

«Non so da dove cominciare» ammise lei in quel momento.

A lui non importava da dove cominciava, voleva sapere.
«Da dove ti viene meglio» disse lui semplicemente.

«So che mi prenderai per una pazza, forse non crederai nemmeno a una sola parola di ciò che dirò» affermò lei.
A lui suonò come se si stesse tirando indietro, come se avesse cambiato idea.

Lei prese un profondo respiro e prima che lui potesse parlare, lei cominciò.
«Ebbene, non so se hai studiato la mitologia Greca e Romana, sia i greci che i romani credevano che ci fossero tre donne che decidevano il destino degli uomini, loro erano chiamate Parche dai romani e Moire dai greci, erano tre, Cloto, colei che reggeva il filo della vita, Lachesi colei che avvolgeva il filo sul fuso e Atropo, colei che lo recideva» disse mancandole la voce sull’ultimo nome.




1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora