Adesso che Zeus aveva ottenuto tutto ciò che voleva, come vedere finalmente Eros soffrire e la moglie contorcersi desiderando un uomo che aveva sotto gli occhi, ma al quale non si poteva nemmeno avvicinare, si sentiva perfettamente felice e pieno di gioia, tanto che adesso poteva anche vedere ciò che tutti gli altri stavano facendo e sincerarsi che nessuno avesse disubbidito ai suoi ordini, decise quindi di occuparsi delle faccende che aveva trascurato.Andò a sedersi in quella che era la stanza del trono e con uno schiocco di dita, richiamò Hermes che gli comparve davanti.
S’inchinò, ovviamente, come lui aveva detto a tutti di dover fare in sua presenza.
Adorava il modo in cui tutti gli obbedivano e adesso che tutto andava come lui voleva, non c’era nulla che potesse mandare in frantumi il suo buon umore, forse non era mai stato tanto di buon umore prima.
Sorrise deliziato.
Poggiò i gomiti sui braccioli del suo trono e il mento sulle nocche.«Signore» disse Hermes stando chino.
«Puoi alzarti» concesse.
Hermes fissò il suo sguardo verso di lui.
«Che notizie hai da darmi?» gli chiese.
«E’ successo qualcosa in questi giorni?» chiese fissando l’uomo con le ali che gli stava davanti.Al contrario di Eros aveva lineamenti più squadrati, Eros invece sembrava un angelo, aveva quel viso dai lineamenti dolci che lo facevano sembrare un bravo ragazzo, Hermes invece sembrava esattamente ciò che era, un uomo spietato.
Lo teneva sempre informato su tutto ciò che accadeva, era i suoi occhi al di fuori del castello, non usciva mai da lì, anche perché sapeva che aveva parecchi nemici che volevamo dopo avere l'opportunità di coglierlo impreparato.
Lo guardò negli occhi.
La zazzera di capelli bianchi che gli ricadde sul viso appena scosse il capo.«Niente di grave mio Signore, tutti continuano a fare il loro lavoro» affermò Hermes.
«Nessuno ha infranto le mie regole?» chiese lui.
«Nessuna ribellione?» affermò fissandolo negli occhi.Hermes aveva imparato che era meglio dirgli tutto e raccontargli qualunque cosa stesse accadendo, in fin dei conti era solo per quello che esisteva, ed era solo per quello che lo lasciava ancora in vita, perché anche lui aveva una pena da scontare, anche lui come gli altri si era macchiato di gravi colpe, ma aveva deciso che la sua punizione sarebbe stata quella di servirlo nel miglior modo possibile, come suo scagnozzo, sarebbe stato suoi occhi e le sue orecchie all'esterno evitandosi una punizione peggiore.
«Tutti fanno il loro lavoro» osservò lui, eppure quell’affermazione gli fece intendere che c’era qualcosa d’implicito.
«Rispondi alle mie domande» disse in tono minaccioso.
Quello era un avvertimento e non l’avrebbe ripetuto e Hermes né era consapevole.
Lui digrignò i denti.
«Una delle Moire ha una relazione» ammise irritato.
Lui si alzò sui piedi.
Le Moire pensò.
Cloto, Lachesi e Atropo.
Si chiese quale delle tre."Sicuramente non la morte!".
«Con chi?» chiese lui subito.
«Un umano» rispose e lui ringhiò.
«Quale delle tre?» chiese adesso furente.
Hermes sembrava non voler rispondere.
«Quale delle tre?» ripeté pronto a balzargli addosso, se lui non avesse risposto.

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1 - Le Guardiane - Atropo
Fantasy[COMPLETA] Da sempre le Parche o Moire, hanno controllato la vita degli esseri umani, finché Atropo, colei che recide il filo della vita, durante il suo "lavoro" di prendere le anime, non si imbatte in un giovane dagli occhi ambrati, un soldato che...