Quattordici

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Eros s'inchinò di fronte al re degli dei, sembrava piuttosto felice e anche se lui avrebbe voluto pensare che lo aveva perdonato per l'inganno, sapeva che non era così, Zeus non perdonata, mai!

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Eros s'inchinò di fronte al re degli dei, sembrava piuttosto felice e anche se lui avrebbe voluto pensare che lo aveva perdonato per l'inganno, sapeva che non era così, Zeus non perdonata, mai!

Aveva scoperto che c'era di mezzo lui ovviamente nel suo improvviso amore per la moglie, e sapeva che era in pericolo per questo, ma non poteva fingere di non averlo sentito, altrimenti avrebbe subito una punizione peggiore ne era certo, anche perché ancora non sapeva cosa lui avesse in mente.

«Eros» lo accolse con un sorriso caloroso.

Sembrava di buon umore, ma sapeva però che Zeus poteva fare ben poco per punirlo, sua madre non gli avrebbe mai perdonato l'uccisione del proprio figlio, Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza, era una donna temibile quando si arrabbia a e avrebbe fatto di tutto per farla pagare a Zeus se gli avesse fatto del male.
E lei era esattamente il tipo di donna che tutti temevano, anche perché qualunque cosa lei volesse la otteneva sempre.

Zeus gli fece segno di alzarsi dopo che lui si era messo con un ginocchio a terra e l'altro sollevato.
Era regola che tutti s'inchinassero di fronte al loro re, aveva manie di grandezza proprio come molti uomini che abitavano la terra e nessuno lo sapeva meglio di lui.

«Voglio darti un'occasione per redimerti» esordì il dio con un sorriso così ampio che lo lasciò a bocca aperta per la sorpresa, non si aspettava quelle parole.

«Mi hai tradito» affermò lui in tono indignato, ma si calmò in fretta.

«Sono però disposto a passarci sopra, se tu farai ciò che ti chiederò» ammise lui fissandolo con un sorriso crudele.

Eros sapeva per esperienza, che qualunque punizione avesse in mente, non sarebbe stata niente affatto felice, sarebbe stata una maledizione ancora più atroce e peggiore della morte, Zeus non si risparmiava mai e quando dava una punizione, era per sempre.
Per l'eternità.

Non conosceva la pietà o il perdono, come testimoniavano molti altri dei che erano stati puniti per averlo sfidato, come Ade costretto agli Inferi e a non vedere mai più la luce del giorno, solo per aver osato sfidarlo, o Prometeo ancora incatenato su una roccia del monte Caucaso con un'aquila che ogni giorno gli mangiava il fegato, e la notte ricresceva e come tanti altri dei che avevano osato sfidare le sue leggi.

Era evidente che c'era qualcosa sotto e conoscendolo bene lui sapeva che qualunque cosa avesse in mente non sarebbe stata affatto piacevole.

«Ti sto dando l'opportunità per rimediare e non dici nulla?» chiese lui con tono offeso.

«Né sono onorato signore, cosa devo fare?» disse lui semplicemente.

"Non poteva sfidarlo ancora una volta, così decise di credere alla sua clemenza per il momento".

«Desidero che tu porti qui l'uomo più brutto esistente sulla faccia della terra» gli ordinò senza aggiungere altro.

Lui sapeva che anche se sembrava una cosa innocua e per di più strana, poiché lui stesso aveva sempre detto che era vietato portare umani lì, c'era qualcosa di molto crudele e spietato in quel pensiero, in quell'azione che lui gli aveva appena chiesto di compiere.

1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora