Trenta

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Da quando Atropo era andata via, lui era lì che si tormentava chiedendosi se lei stesse bene

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Da quando Atropo era andata via, lui era lì che si tormentava chiedendosi se lei stesse bene.

"Non era un addio" ricordò a sé stesso o per lo meno erano state quelle le sue parole, le rassicurazioni che gli aveva rivolto.

Eppure, non poteva fare a meno di pensare che avrebbe dovuto fermarla, che le avrebbe dovuto impedire di andare via, avrebbe dovuto invece farla stare lì con lui.

Ovviamente sarebbe stato egoista da parte sua, ma la paura che sentiva in quel momento, che gli serrava lo stomaco, lo stava uccidendo lentamente, tormentandolo come nient'altro al mondo.

Prese un grosso respiro, mentre cercava di convincersi che lei non sarebbe morta.
"In fin dei conti come può Zeus ucciderla?" ma quel pensiero non lo rincuorò.

"Può farlo e se vuole lo farà", era questo l'unico pensiero che lo straziava.

In quel momento, dal nulla, spuntarono due persone, che lo ridestarono dai suoi pensieri.

Una donna dalla bellezza che chiunque avrebbe invidiato con un uomo altrettanto bello, guardò entrambi, non riuscendo a capire chi fossero quelle persone e che ci facessero lì.

«Chi siete?» chiese confuso.

«Chi sei tu mortale» ribatté la donna.
"Ovviamente, non aveva bisogno che lei lo chiamasse a quel modo, per sapere, che era un essere sovrannaturale, una dea, come Atropo, si vedeva chiaramente che non era umana, come anche il giovane che le somigliava, che fosse suo figlio?" Si chiese.

"Dal modo in cui la guardava però, non sembrava" pensò lui.
Scrollò le spalle.
"Chi li capiva questi dei? Lui no".

«Purtroppo le Parche non sono al momento in casa» affermò lui e lei lo fissò intensamente.

«E dove sono?» chiese lei.

«Non sono sicuro di potertelo dire, poiché non so da che parte stai» affermò lui.

Lei sospirò «Ho avuto un litigio con Zeus, vedi ha fatto qualcosa a mio figlio e lo voglio punire, ovviamente da sola non posso riuscirci, quindi adesso piccolo avvocato ti conviene dirmi dove sono, perché se mi fai arrabbiare potrei strapparti il cuore» affermò lei in tono pieno di minacce.

Era sicuro che non stesse né mentendo, né tanto meno scherzando nella parte che riguardava il suo cuore.

Lei si avvicinò a lui «C'è così tanto amore nel tuo cuore» affermò in quel momento come affascinata.
Sorrise «Non c'è suono più bello di un cuore che batte per amore» ammise
«C'è qualcosa però che non ti permette di essere completamente felice» aggiunse scontenta.

«Atropo è in pericolo» ammise e lei lo fissò come se fosse impazzito.

«Ti sei innamorato di una delle Parche?» chiese lei allibita «E di niente meno che della morte?» aggiunse scuotendo il capo e poi sorrise «E' grandioso» esultò in quel momento e si voltò verso il figlio.

1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora