Diciassette

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Lei lo fissò intensamente, aveva quasi paura di sentire cos'avesse da dirle, le tremavano le gambe e il cuore le doleva

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Lei lo fissò intensamente, aveva quasi paura di sentire cos'avesse da dirle, le tremavano le gambe e il cuore le doleva.

Aveva una voglia matta di scappare.
Si sentiva in trappola e anche troppo ferita, eppure s'impose di non muoversi e di sapere il motivo per cui lui era tornato.

Era sicura che non fosse per chiederle di stare con lui, eppure quella piccola speranza le albergava nel cuore.
Era un'altra illusione, una cieca e intollerabile crudeltà, già perché è questo che era la speranza, una cattiva compagna, ti faceva credere anche nelle cose più assurde e lei non voleva cascarci, anche se scioccamente, una parte di lei, ci sperava ardentemente e non poteva impedirlo.

Se fosse stato così però lei sarebbe stata felice e non poteva succedere.
La morte non era stata creata per essere felice, per amare qualcuno, per provare anche solo delle emozioni, eppure le provava.

In quel momento, solo perché lui era lì, si sentiva felice, se non pensava alle ultime cose che le aveva detto e che era lì per spezzarle il cuore del tutto.

Prese un profondo respiro cercando di mantenere la calma e s'impose di ascoltarlo senza aspettarsi nulla, sapeva che sarebbe tornato perché la sorella l'aveva avvertita e infatti si era domanda perché, adesso finalmente lo avrebbe saputo.

«Sono venuto qui per scusarmi» affermò lui fissandola negli occhi.

Il solo guardare quegli occhi ambrati, la fece quasi sentire in Paradiso.

"Le stava chiedendo scusa?" Si chiese perplessa, aveva quasi paura di sentire il resto.

Per un attimo si abbandonò a quella speranza, che le aleggiava ancora nel cuore, che le diceva che era tornato per scusarsi, perché aveva capito il suo errore, aveva capito che l'amava e voleva stare con lei.

Quasi si lasciò sfuggire un sospiro di gioia e un sorriso scintillante.

Quasi.

Perché quello che aggiunse dopo, le frantumò del tutto ciò che rimaneva del suo povero cuore, pensò che sarebbe stato meglio se non fosse tornato.

«Mi dispiace averti ferita, ma voglio spiegarti perché ho reagito a quel modo, meriti una spiegazione» affermò lui.

«Io stavo con una donna, Megan, l'amavo pazzamente e avevo pensato di sposarla, solo che un giorno degli uomini sono entrati in casa nostra, non ho potuto fare niente, loro erano armati e non ho potuto fare nulla per salvarla» disse lui.

Lei rivide nella mente un giorno, erano passati forse quattro o massimo cinque anni, ricordava di aver sentito il richiamo di un'anima, era una donna, si trovava in una stanza piccola e c'era un uomo riverso a terra, ricoperto di sangue, lei però aveva capito che non era lì per quell'uomo, anche se aveva parecchie ferite, contusioni, emorragie interne, ossa rotte, eppure l'anima che era venuta a prendere era una donna riversa sul materasso, quattro uomini erano soddisfatti del loro orribile lavoro.

1 - Le Guardiane -                                                        AtropoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora