Non so cosa provo

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Cerco di liberarmi dalla presa e di togliermi questo energumeno da dosso ma stringe forte, se pur ubriaco è più forte di me. Forse è proprio il fatto di aver bevuto a dargli la forza. Non posso crederci che il mio disperato tentato sforzo di farmi cercare da Cam, si sta trasformando in un incubo.
-"Andiamo ragazzina, voglio solo divertirmi come lo vuoi tu"- si avvicina sempre di più e inizia lasciarmi la sua saliva sul collo mentre lacrime iniziano a scendere dai miei occhi. Ho i conati di vomito perché mi fa tutto così schifo.
-"Per favore"- sussurro chiudendo gli occhi sperando che, tutto ciò finisca
-"Io"- provo ad oppormi invano. Non ho le forze sia fisicamente che mentalmente per elaborare ciò che mi sta succedendo. E' tutto buio qui intorno ed isolato. Apro gli occhi e vedo solo i capelli dell'uomo che sta facendo di me la sua vittima. La sua faccia è sul mio collo e non riesco neanche a respirare perché ha un odore nauseabondo. All'improvviso acquisto conoscenza e inizio ad urlare fin quando la sua mano non si posiziona sulla mia unica possibilità di salvezza. Non voglio piangere perché non voglio far vedere a questo tizio il fatto che sto morendo dalla paura ma non riesco a trattenere le lacrime. Aveva ragione Leopardi: la felicità è solo un momento di intervallo tra un male e un altro e credo davvero che io non abbia un intervallo da parecchio tempo. Sento la mano dell'uomo farsi strada sul mio corpo; si poggia sulla schiena, passa sul mio fondo schiena finché non passa sulla cintura che cerca disperatamente di slacciare. Vuole davvero farlo in mezzo alla strada? Cerco di strillare nonostante la mano mi blocchi di dimenarmi. Mi slaccia i jeans inaspettatamente. Non pensavo ci riuscisse e invece ci è riuscito e io non so più davvero cosa fare. D'un tratto smetto di muovermi pensando solo che se questo tizio mi violenterà, per me sarà la fine. Quando chiudo gli occhi intravedo una forte luce e non posso far a meno di riaprirli. Ci sono due fari e una portiera che si apre. L'uomo che prima stava sul mio corpo viene scaraventato a terra e quando vedo il viso di colui che è appena arrivato mi rendo conto che si tratta di Cameron. Si è praticamente messo a cavalcioni su di lui e io cado per terra senza fiato. Sto visibilmente tremando, ho la pelle d'oca e sto sudando freddo. Due braccia mi sollevano e mi portano in macchina. Non riesco a dir parola ancor meno quando vedo che il ragazzo che siede accanto a me, nel lato dell'autista non è Cam ma Jack che sta accendendo la macchina. Pensavo davvero fosse lui, ma a quando pare sono davvero sotto shock e l'ho scambiato. Un attimo dopo la portiera accanto a me si riapre e io con il terrore che possa essere quel tizio, mi copro con il braccio il volto. 
-"Tu vieni con me"- ordina Cameron. Non appena sento la sua voce, abbasso lentamente la mano e lo guardo negli occhi. Con le mani sporche di sangue infila un braccio dietro la mia schiena e un altro sotto le mie gambe prendendomi in braccio. Respiro. Chiudo gli occhi e poggio la mia testa sul suo petto.

Mi risveglio in una stanza nera da me abbastanza conosciuta. Pian piano mi alzo a sedere e mi stropiccio gli occhi. Sono nella stanza di Cameron e non appena inspiro sento il suo profondo odore di miele.
Solo poco dopo mi rendo conto di quello che è successo la sera prima. Un uomo, il mio collo bagnato, i miei jeans, fari, io che respiro di nuovo. Scene poco chiare ma abbastanza da farmi rivivere quel brutto brivido che mi ha segnato fin quando mi ha sfiorata.
-"È tutto okay? "- alzo la testa e sorge sulla soglia della porta, Cameron.
"No. Sto talmente male che il mio cuore chiede pietà. Chiede qualcuno che lo salvi dalle sue stesse macerie che lo stanno poco alla volta, schiacciando. L'unico che può salvarmi sei tu, Cameron, l'unico ed il solo. Ho bisogno di te per ritornare a respirare come facevo una volta, quando c'eri tu."
Annuisco. Sono ancora abbastanza sconvolta non mi escono le parole.
-"Parlami. Ti prego"-
-"Sto bene"-  sussurro mordendomi il labbro.
Mi guarda attentamente e io distolgo lo sguardo. Sento il letto, sotto di me inarcarsi per via del suo corpo che si è seduto qui vicino.
Due dita si posizionano sotto il mio mento e lo alzano e io tremo al suo tocco.
-"Nina, come stai?"-
-"Bene"- ripeto più a me stessa che a lui.
-"Smettila di mentirmi"-
-"E tu smettila di fingere che t'importi qualcosa perché sappiamo entrambi la verità e questo tuo tentativo fa male solo a uno dei due"-
-"Se non mi fosse importato di te non mi sarei ridotto così"- sussurra nella speranza che io non lo senta ma l'ho fatto. Mi alzo dal letto e vado in cucina e mi fermo davanti il bancone per poi metter su le mani. Alzo il viso e davanti a me c'è la porta chiusa della mia vecchia stanza.
Giro il bancone e abbasso la maniglia ed entro. Sorrido quando varcando l'entrata, mille ricordi si fanno spazio dentro di me. Mi manca così tanto questa stanza.

Flashback
Sento entrare qualcuno e naturalmente è lui.
-"Toc Toc chi è? Non si bussa?"- guardo scocciata. Mi avvicino alla porta accanto a lui, per vedere se c'è la chiave per chiudermi. Una volta che mi avvicino è leggermente più alto di me - leggermente per modo di dire. Sembra una giraffa vicino un gatto -
Non parliamo dei suoi addominali e poi, perché tutti sono a torso nudo?
Lui, nel frattempo continua a guardarmi dall'alto. È imbarazzante.
-"Seriamente chi è che ti ha mandato? Pensavo che avessimo smesso di farci gli scherzi all'età di 3 anni"-
-"Mi spiace ma non è uno scherzo.
Piacere sono Nina e tu sei?"-
Mi guarda e gira i tacchi senza fiatare e va in camera sua.

-"A cosa pensi? "- mi risveglia dai miei pensieri.
-"Lascia perdere"- mi sposto per la stanza.
-"Dimmelo"- insiste
-"A quando sei entrato per la prima volta in questa stanza senza bussare e -rido- Dio, eri insopportabile"-
-"Ero?"- lo guardo.
-"Eri"- affermo
-"Mi dispiace per averti detto quella cosa, nel campo"- abbassa il volto.
-"Va tutto bene"-
-"Non è vero. Sfogati e dimmi quanto sono stronzo"-
-"Hai ragione non va tutto bene ma che ci possiamo fare? Ho sbagliato e me ne pentirò per il resto della mia vita. Vorrei solamente che non ci fosse qualcuno che ogni singolo giorno me lo ricordi. Vorrei che guardandomi allo specchio, non vedrei la ragazza che stupidamente, ha tradito il ragazzo che am- amava profondamente"- mi affretto a nascondere i segni della mia infinita debolezza. Sono marchiata dentro e non è certo un marchio di cui andar fieri. 
Resta in silenzio a guardarmi. Questo silenzio è assordante.
-"Cosa provi?"- domando sperando che liberi se stesso dai pensieri che ha dentro.
-"Non riesco a capire me stesso, non ci capisco niente. Una notte riesco a percepire che ti amo, sento il bisogno di vivere nelle tue piccole braccia che emanano tanto calore come se mi sentissi a casa mia e mi fanno sentire che potrei vivere tra loro per un tempo che oscilla tra il per sempre e l'eternità,
e poi appaiono quei momenti in cui ti odio tanto perché capita che ripenso a ciò che mi hai fatto mentre io ti amavo davvero e cerco di capire dove ho sbagliato. Cosa ho fatto di male per meritarmi il tuo tradimento? La cosa che mi fa più incazzare è che alla fine mi rendo conto che non ho colpa questa volta. Vorrei averla perché di solito sono io che mi comporto da stronzo, sono io che tra i due faceva le stronzate e alla fine trovavo sempre il modo di mettere le cose a posto e invece questa volta non sono stato io a spezzarci. Ti odio perché ho bisogno di te in certi momenti come tipo sempre e tu ci sei ma non dovresti esserci. Più ci rifletto e più mi accorgo che in realtà non ti odio veramente. Se qualcuno mi chiedesse di spiegare ciò che in questo momento provo per te non credo userei parole perché quando si tratta di te divento analfabeta. Prenderei un foglio di carta e scriverei "sono innamorato perso" e in seguito gli darei fuoco per poi pentirmene e cercare di attutire le fiamme per poi pentirmene ancora. Capisci?
Io no -ridacchia nervoso- Non capisco. La mia testa a momenti scoppia e ho paura che potrebbe causare conseguenze peggiori di uno scoppio di una bomba. Non so che pensare riguardo a ciò che sento. Esistono dei momenti in cui prego e desidero di poterti dimenticare all'istante, con uno sciocco di dita, e altri in cui vorrei ricordare tutto di te. Ti sogno spesso, sai? Mi sveglio con le guance umide, imbrattate di lacrime e l'unica cosa che mi viene in mente è che non è affatto giusto perché io ti amo e tu non ci sei più"-

Ex Coinquilini 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora