Dopo l'arcobaleno?

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Apro gli occhi e batto le palpebre per un po'. Sono sul divano di casa mia, casa con Taissa e Lily intendo. Mi metto a sedere e non appena alzo il capo un forte mal di testa si impossessa del controllo della mia mente e come se non bastasse il mio telefono non smette di emanare suoni. Quando quest'ultimo smette mi rendo conto di non ricordare nulla degli episodi che si sono svolti ieri sera: stavo bevendo con Giada. Giada, oddio ricordo perfettamente le sue scuse quindi non ero ubriaca e questo mi fa più paura del fatto di non ricordare il resto. Poi? Ah si, sono andata a ballare con Jack obbligata dalla ragazza delle mille sorprese, un attimo dopo mi sveglio e sono qui, sul divano del mio appartamento che, tra parentesi non è quello in cui ho passato le ultime settimane. Mi guardo intorno è non sento nè la sua voce nè il suo profumo che mi ingombra le narici e la paura mi balena dinanzi. L'ultima volta che mi sono svegliata e non sapevo fare il riassunto della serata, non è finita bene e inoltre il non sapere mi porta un'ansia assurda l'ansia. .
-"Ti sei svegliata?"- avanza Lily con una tazza fumante
-"Cos'è successo, cosa ho fatto?"- mi affretto e chiedere
-"Tu niente, sta tranquilla okay? C'è una cosa che devo dirti pero tu sta calma okay?"- si siede accanto a me porgendomi la tazza che prendo e poggio sul tavolinetto.
Fa per dire qualcosa ma Taissa entra nell'appartamento
-"Lily, Cameron vuole parlare c- oh. .
Nina"-
Cameron vuole parlare con? Fa che sia me, fa che sia me.
-"Di cos- che cosa sta succedendo, dov'è Cameron?"- saietto lo sguardo da Lily a Taissa che subito dopo mi da il telefono e mi fa cenno di portarlo all'orecchio.

*Inizio Chiamata*
Io: Pronto?
C: Bimba, tutto okay?
Io: Si. Ho solo un po di mal di testa e io non ricordo e ho paura che. .

Inizio a piangere perche. . 
In realtà non so perche. Ho solo paura di perdere un'altra volta Cameron. Non posso sopportare neanche l'idea di vederlo allontanarsi da me e di star con le mani in mano perche non ho potere in questa decisione.

C: Bimba no. Ehi ascoltami. Ti prego ascoltami e non piangere

La sua voce si incrina

Io: Dove sei Cam?
C: Domani usciro' va bene? Sta tranquilla e non piangere non hai fatto nulla.
Io: Uscirai? Da dove, Cam dove sei?

Mi alzo di scatto dal divano

C: Quando ti ho visto accasciarti a terra ho pensato che ti avesse dato qualcosa e non ho resistito. Poi ci hanno separati ma era l'ultima persona che pensavo ci potesse separare.

Di sottofondo si sente una voce che strilla

X: Ultimi 5 minuti!
Io: Cam non capisco!
C: Scusami tanto. Ti prego non avercela con me okay?

Solo dopo capisco. Cameron, no. Non può essere vero. Non può seriamente essere in carcere.

Io: Oddio. Adesso vengo io devo starti accanto
C: No. Stanno venendo i miei genitori che mi gridavano tramite telefono che è successo un casino e poi non ho capito più nulla probabilmente saranno arrabbiati con me perche ne ho fatta un'altra delle mie

Sussurra l'ultima frase.

C: E poi non voglio che mi vedi qui. Ti prego non veni-
*Fine Chiamata*

-"Cam. Caam!?"- guardo il telefono e appare solamente la schermata home. Ri consegno il telefono alla mia migliore amica che mi guarda in silenzio. Okay, è solo un brutto sogno, un bruttissimo sogno, anzi un incubo. Cameron pensava che Jack mi avesse. . drogata? L'ha picchiato, i polizziotti li hanno separati e adesso lui è in carcere. Come sta Jack, oddio si è fatto tanto male? E Cameron le ha prese? Ne dubito.
Evidentemente sto sognando perché non può essere vero.
Davanti a me ci sono ancora le ragazze che mi guardano scioccate. Secondo me mi prenderanno per pazza psicopatica. Per una che se ne sta con le mani in mano ben sapendo che il suo ragazzo è in prigione. Ma io che posso fare adesso? La mia vita sembra una telenovela in cui nelle maggior parte delle puntate si soffre. 
-"Io devo andare da lui"- prendo il mio telefono e le chiavi. Mi avvicino alla porta e mi volto verso di loro
-"Allora? Mi accompagnate o no?"-
Si alzano di corsa e mi seguono. Se pensavano che avessi dato ascolto alle parole di Cameron si sbagliano di grosso, non posso stare seduta sul divano a girarmi i pollici. Si è vero non posso fare molto dato che già ci saranno i suoi genitori ma almeno voglio essere li a fargli compagnia. Dopo aver preso un taxi che ci ha portato in fretta a destinazione - ricordandomi per tutto il viaggio che quando finirà tutta questa storia, dovrò comprarmi un'auto - scendo e mi avvicino al polizziotto di guardia. Come funziona? Cosa devo dire?
-"S- sto cercando Cameron, cioè Dallas"- mi torturo le mani. Si nota che non ho mai fatto visita a qualcuno in carcere? Sinceramente speravo che non ci fosse una prima volta.
-"Ti sembra un edificio per incontri questo? Fila"- tuona e si rimette in posa. Stiamo scherzando? Voglio solo vedere il mio ragazzo, che razza di risposta è questa?
-"Sc- "-
-"Nina?"- domanda qualcuno dietro di me. Non appena mi volto e lo vedo li davanti in piedi, ringrazio non so chi per aver fatto si che non lo vedessi dietro le sbarre. Sgrano gli occhi dalla felicità e mi fiondo su di lui correndo. Lo abbraccio così forte che temo che a momenti non respiri più mentre nel frattempo il mio cuore riprende a battere. E' come se fosse passato un eterno: nella mia testa balenavano tutti quei pensieri senza di lui, già mi immaginavo le giornate che avrei passato a piangere su me stessa e tutti questi ricordi non fanno altro che alimentare il dolore. Quindi scoppio a piangere e lui mi stringe ancora di più. E' così bello sentirlo, toccarlo, quasi quando è bello un arcobaleno dopo la pioggia. Lui è il mio arcobaleno: dopo una pioggia ben alimentata finalmente è arrivano il più bel arcobaleno che la vita mi potesse regalare. Mi domando cosa mai ci sarà dopo di esso. 
-"Ti avevo detto di non venire"- sussurra tra i miei capelli accarezzandoli.
Il mio telefono riprende a suonare. Sbuffo sonoramente, mi stacco malgrado non volessi farlo e rispondo.

*Inizio Chiamata*
Io: Pronto?
N: Nina
Io: Nonna. .

Ha una voce che se prendesse forma sarebbe distrutta, piegata e strappata in mille pezzi. Non mi ha mai e dico mai chiamata per nome e la cosa non solo mi addolora per il fatto che detto da lei il mio nome, sembra quasi una brutta parola ma mi fa andare in preoccupazione.

N: Tua madre. . .

Annuncia per poi interrompersi e iniziare un lamento atroce. La voce spezzata dal dolore di mia nonna mi provoca una fitta allo stomaco quasi come qualcuno mi avesse dato un calcio alle costole.
Poi ricordo. Nonna tre giorni fa mi disse che mamma doveva venire qui, che stava tornando per me perché era preoccupata ma. . tre giorni sono tanti, troppi per solo 2 ore di viaggio.

Io: Cosa è successo a Mamma?

Ed è quando pronuncio queste parole che la portiera di un auto si apre dinanzi a noi rivelando un uomo e una donna che non ci vorrebbe un genio scoprire essere i genitori di Cameron. La donna castana, alta e snella viene verso di me con un espressione sconvolta, triste? Come se io dovessi sapere qualcosa. E allora mi pongo di nuovo la stessa domanda: cosa è successo?

N: L'aereo su cui stava è. . .
Io: No.
N: Crollato per via di una svista del controllore e. .
Io: No. No.
N: Nina, la mamma è morta.

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