Miglior Vita

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In questi miei 365 giorni credo di aver vissuto come non ho mai fatto in 214705882 giorni di vita: ho passato momenti brutti, pieni di dolore che credevo non si potesse provare tutto in una volta; ho provato cosa vuol dire avere il cuore spezzato sulla mia pelle per poi leccarmi le ferite, cercare di cavarmela da sola con poco per poi ricadere. Ho passato altrettanti momenti pieni di un sentimento mai provato prima d'ora e tutto questo grazie/colpa delle persone che mi hanno aiutato ad ambientarmi in questo campus che ho impersonato come casa mia, be' è casa mia adesso. . o almeno lo era.
Quando quel pomeriggio caldo decisi che il mio futuro lo avrei vissuto in un altro posto che non fosse stata l'Italia mi sentii finalmente felice, finalmente capii che quella era la strada che volevo intraprendere. Mi capitava spesso di dover fare una scelta, cose banali. Sceglievo ma la scelta era come se non mi soddisfacesse mai. Quella invece fu una scelta giusta, sentii di aver trovato lo scopo della mia vita. Adesso anche se questa è solo una parte di ciò che vorrei fare, sono comunque arrivata ad una buona parte della scalata.
La pensavo cosi, davvero. Ho solo smesso di pensare da quando ho saputo che mamma non c'è più. Come può una persona abbandonare il mondo? Dov'è che va poi?
Quante volte nelle lezioni di religione, iniziavo a ridere quando il professore parlava di 'paradiso' perche io non credo a nulla di tutto ciò. Penso sia egoista dire che ci sia qualcuno superiore a noi. E dov'è colui che disse che siamo tutti uguali?
Nessuno comanda nessun altro e per quanto lo desideri, non esiste nessun posto migliore. Non esiste nessuna 'miglior vita' dopo la morte perché, dopo di essa c'è solo ed esclusivamente la morte. In questo momento mi sento un po una scimmia da circo: seduta su una sedia accanto al bancone della mia cucina e tutti mi ronzano attorno chiedendomi come mi sento. Vorrei tanto rispondere che mi sento, solamente che mi sento perche credo di essere vuota. Ho proprio forato il mio interiore creando un buco cosicchè tutti i sentimenti fuori escono. -"Cameron dobbiamo parlare"- sentezia Gina.
-"Mamma non adesso"- fa lui accanto a me che mi guarda preoccupato. -"No, adesso. Ciò che hai fatto è imperdonabile"-
-"Ti sembra questo il momento in cui parlarne?"- sbotta puntando il suo sguardo verso la madre
-"E io e tuo padre abbiamo preso una decisione. Ti avevamo mandato qui per far sì che tu cambiassi Cameron ma a quanto pare non ci sei riuscito, sei sempre lo stesso. Tu ritorni a casa con noi"- continua senza tralasciare nulla. A quel punto balzo in piedi -"Cosa? No la prego, lui deve restare qui accanto a me per me. . i-io ho bisogno di lui"- cerco di pregarla ma quando il suoi occhi si posano sul figlio capisco che non sarà poi così facile.
-"Cameron dovevi lasciarla andare quando te lo abbiamo chiesto"- parla come se non ci fossi
-"Voi non mi avete chiesto un cazzo! Voi me lo avete imposto -si avvicina alla madre e le prende i gomiti con delicatezza e la guarda negli occhi- Io la amo, mamma e non me ne vado di qui"-
-"Ora basta con queste idiozie -commenta alzandosi il padre. Avevo dimenticato che fosse presente anche lui. E' alto e ha le spalle molto larghe e mette timore solo a guardarlo- Non ti basta averla già fatta soffrire? Fallo per lei stessa e non essere il solito egoista. Lascia che viva la sua vita prima che finisca come l'ultima volta"- le sue parole mi rimpombano dentro con una tale intensità che ho bisogno di poggiarmi al bancone per un giramento di testa. Mi tengo la testa mentre Cameron mi soccorre afferrandomi
-"Tutto okay?"-
-"Si solo. . ultima volta? Non credo stiamo parlando più di noi in questo momento. Cosa succede?"-
-"Cara -Gina mi prende le mani e mi guarda negli occhi- ti sono grata per aver cercato di far uscire mio figlio dall'oscurità che lo circonda ma io e tua madre eravamo preoccupate che ti strascinasse assieme a esso"- le lascio le mani
-"Non dovrebbe parlare così di suo figlio"- incalzo rispondendo
-"Non sono una di quelle donne che elogia un ragazzo solo perché è il proprio figlio, Nina. Se ha commesso degli errori io ho il dovere di far capire lui dove ha sbagliato ed è mio compito cercare di non fargli fare gli stessi errori"-
-"Così facendo lei le sta proibendo di provare a non sbagliare più, con tutto il rispetto signora ma non si tagliano le ali ad un gabbiano solamente perché la prima volta non è riuscito a volare"-
-"Sei diversa da tua madre"- nota
-"Lo so e ne sono fiera. Abbiamo. . avevamo punti di vista differenti del vedere il mondo: lo vedevamo con due prospettive completamente diverse che non si affacciavano neanche per idea sulla stessa porta. E per quando riguarda ciò che ha detto sul tirare fuori Cameron dall'oscurità bè si sbaglia perché è stato proprio il contrario. Lui mi ha fatto vedere un mondo interamente nuovo e sconosciuto a me e gliene sono grata"- mi volto e lo guardo. E' li, posto dietro di me con uno sguardo rabbuiato che guarda la conversazione estraniandosi appieno. I suoi occhi mi incutono paura come se da un momento all'altro potesse perdere le staffe. Perché continua a girarmi la testa poi? E' insopportabile come se il mondo stesso girasse e andasse avanti mentre io continuo a rimanere qui ferma con i piedi incollati al pavimento.
-"Cam prepara le valige, avanti"- -"No"- diciamo in coro io e lui. Ho già perso mamma e ancora non riesco a capacitarmene, non voglio che anche lui se ne vada. Mi volto nuovamente verso il mio ragazzo e corro ad abbracciarlo e in quel preciso instante che tocco il suo torace scoppio a piangere. Non è strano non piangere per la morte della propria mamma ma bensì perché il tuo ragazzo ti sta per abbandonare? La donna che ti ha tenuto dentro il suo stomaco per ben 9 mesi, 270 giorni; che ti ha curato le ferite che ti facevi da piccolina ma che anche quando sei cresciuta questo non ha fatto si che non si prendesse cura di te; che ti ha sempre sostenuta - anche se questo non si può dire di me - Forse è proprio questo il problema: per la cosa a cui io tenevo di più, lei non c'è stata, facendo occupare il posto a mia nonna e molto probabilmente se capitasse a lei qualcosa, io ne morirei ma non mi sento in questo modo con la perdita di mia madre.
-"Non è strano che piangi per me e non per tua madre?"- mi sussurra stringendo ancora di più. Mi ero quasi dimenticata che stavo fra le sue braccia perché, il rumore del suo cuore è diventato una melodia di sottofondo che mi accompagna sempre, quindi è come se fosse quel sussurrio che senti ogni singolo secondo.
-"Forse"- dico corrugando il naso e asciugandomi gli occhi.
-"Ti prego. . .non andare"- lo supplico -"Non credo che la penserai cosi ancora per molto"- ci interrompe suo padre facendo irruzione nella nostra piccola intimità. Sciolgo l'abbraccio e mi giro per capire di cosa sta parlando ed è quando entro in contatto con quei occhi che dentro di me sale come una sensazione mai provata, come se quello che stesse per dirmi potrebbe cambiare ogni singolo momento.
-"Cosa vuole dire?"- lo guardo cercando di catturare i suoi pensieri prima ancora che escono dalla sua bocca così da attutire il colpo. E' cosi buffo pensare già male, pensare che ciò che ha da dirmi potrebbe rovinare ogni cosa? Ma sono pronta perché non voglio più vivere nella menzogna di un passato che è tornato a rigarmi la faccia di lacrime ogni volta che qualcuno lo tiri in ballo quindi finiamola una volta per tutte. Togliamo il cerotto in fretta. -"Qualcosa mi dice che questa ragazza non sa un accidenti"- commenta il padre di Cam.
-"Di cosa state parlando?"-
-"Non penso sia il momento, ha appena perso la madre"- tuona stringendo i pugni Cameron -"Credo non ci sia momento migliore invece"- dico io stanca che continuano a parlare come se io non fossi presente.
-"Sabrina"- quel nome viene quasi sussurrato come se non volesse uscire veramente ma che per qualche strana ragione, viene sempre fuori. Come può un solo nome, nascondere tanto mistero, tanti segreti? Cameron mi afferra per il gomito e mi costringe a guardarlo
-"Bimba lo sai che non racconto mai dei mio passato né tanto meno informazioni personali. Non amo parlare di una cosa che mi appartiene, quei ricordi sono soltanto miei e ho imparato col passare del tempo che certe cose è meglio tenerle segrete perché basta una piccola voce per far ingrandire la cosa"-
-"E' già grande di suo Cam"- lo interrompe Gina che si guadagna solamente un'occhiata da parte di quest'ultimo
-"Non solo per questo ma anche perché è una cosa successa tanto tempo fa"-
-"So il tuo passato, che non eri una brava persona, lo so okay?"- gli afferro il viso tra le mani cercando di tranquillizzarlo ma lui si scansa facendo perdere al mio cuore un battito
-"No, non è una cosa che fanno le persone non brave. Certe cose te le porti per sempre dentro ed è difficile cacciarle fuori. Forse perché non vuoi o perché non hai la forza di farlo. Ho un sacco di cose da dirti ma non ne ho mai avuto il coraggio"- abbassa gli occhi verso le sue mani che afferrano le mie. Questo scambio di affusioni e questi allontanamenti non fanno altro che provocarmi confusione, dove vuole arrivare?
-"E allora parla, ti prego fallo perché non ho bisogno di altre bugie"-
-"Sai già chi è Sabrina, almeno sai solamente ciò che io ho voluto che tu sapessi"-
-"E' la sorella di Nash"- dico io
-"E una mia ex. Ma non sto parlando delle solite ex che conosci tu da una notte e via, no. Con Sabrina ho avuto una vera e propria relazione per tipo un anno. Ci conoscevamo da sempre essendo che io e Nash eravamo amici d'asilo. Quindi col passare del tempo lei cresceva e una volta Nash non era in casa e. . "-
-"Ho capito"- lo fermo per passare oltre.
-"All'inizio non dicemmo nulla a nessuno perché la situazione era già strana di suo ma certe cose non possono essere nascoste, l'amavo e lei amava me così lo confessammo a tutti e a quanto pare ci preoccupavamo per nulla perché ne rimasero felici. Un giorno però Sabrina venne nel campetto di basket in cui giocavo ai quei tempi e. . "- si prende i capelli tra le mani e li strattona.
-"Nina avevo solo 16 anni e avevo paura"-
-"Continua Cam"- lo incoraggio con voce incrinata
-"Mi disse che era incinta. Era incinta capisci? Aveva 13 anni e io ne avevo 16 ed era una cosa troppo grossa anche per me. Cercai di convincerla ad uccidere il bambino ma lei non ne voleva sentire. Nessuno lo sapeva ed eravamo solo noi due anzi, noi tre"- tutte queste confessioni in un solo colpo mi stanno letteralmente buttando giu, togliendo mattone per mattone come nella torre di jenga. Ci sono persone che fanno a gara a chi riesce a buttare prima la torre ed è cosi con la mia vita. C'è qualcuno che sta giocando con essa.
Le lacrime iniziano a solcare i miei occhi e inizio a piangere contro un destino che sembra abbia già scelto la mia fine
-"Vorrei sapere cosa pensi quando mi guardi in quel modo"-
-"Credo che non lo vuoi sapere veramente, continua Cameron"-
-"Nina. ."-
-"Continua"- mi asciugo il naso e gli occhi
-"Okay. . Avevo paura. Era una responsabilità troppo grossa. Parlavamo di un figlio, non di un cucciolo di razza okay? E avevo paura di sbagliare qualcosa perché sicuramente avrei commesso qualche errore, ammettiamolo. E nella paura di sbagliare alla fine ho sbagliato. Sabrina voleva tenersi il bambino ma io glielo impedì -i suoi occhi diventano come i miei, rossi e colmi di lacrime- Gridava quando i. . i miei calci le riempivano la pancia e le lessi il terrore negli occhi quando si rialzò con le gambe cariche di sangue, sangue il quale mi trasmetteva che il mio obiettivo era stato portato a termine"- si tira la maglia dalle mani e si asciuga gli occhi.
-"Tu hai ucc- ucciso il bambino?"- questa frase si piazza nella mia testa e l'ultimo tassello scivola via come tutto ciò che pensavo di sapere di questo ragazzo che di trova dinanzi a me. Non nega, per quanto volessi che dalla sua bocca fuoriuscisse una negazione, esce solo il silenzio.
-"Adesso vieni Cameron"-
-"Mamma aspetta devo parlare con Nina"-
-"No, mi hai già detto abbastanza, và"- -"Bimba è una cosa successa tanto tempo fa!"-
-"Non importa Cameron! Non capisci? Avevo il diritto di saperlo, sapere che tipo di persona sei tu. E' questo che si fa quando si sta insieme ad una persona: si raccontano cose belle e brutte di se stessi ma tu hai preferito tralasciare i tuoi errori facendomi conoscere una persona del tutto diversa da ciò che sei realmente. Adesso io non so chi ho davanti"-
-"No ti sbagli, sai tutto di me e sono stato vero al cento per cento"-
-"No i- io non riesco neanche a guardarti negli occhi senza vedere quella scena. E' per questo che non volevi che Nash e Sierra stessero insieme? Avevi paura che Nash usasse tua sorella?"- Annuisce
-"Ovvio, perché credi che tutto gira sempre e tutto intorno a te. Non hai pensato che si amano realmente e non credi che Sabrina volesse un figlio tutto suo?"-
-"Nina aveva 13 fottuti anni! Doveva preoccuparsi di scegliere il vestito da mettere alla barbie non se tenere un figlio o no"-
-"Non gli hai dato scelta neanche se voleva! Non ti sei preoccupato di questo quando l'hai portata a letto! E per quanto ho capito tu ne avevi 16! Eri più grande e dovevi essere più maturo e starle accanto. Un momento. . .i nostri genitori si sono conosciuti in Egitto quando io avevo 13 anni e tu ne avevi. . 16! E' successo nello stesso anno in cui. .O mio dio"- quando finisco di parlare mi accorgo che ho le guance bagnate. Sapevo già che ci conoscevamo o almeno che lui e mio fratello si frequentassero durante quel periodo ma mai avrei pensato che fosse successo nello stesso anno. E chissà forse è proprio questo il motivo per cui mamma non voleva che stavo con lui. So perfettamente che Gina e mia madre erano ottime amiche. Che si confidassero tutto?
-"Non dovevi sapere tutta questa storia così"- enuncia interrompendo i miei discorsi 
-"Se fosse stato per te non l'avrei conosciuta a prescindere"- lo guardo aspettando che neghi. Ma per l'ennesima volta non ricevo risposta -"E cosi, vero? Dio! Se non fosse stato per i tuoi genitori tu non avresti avuto intenzione di dirmi la verità! Sei un fottuto egoista -afferro la sua giacca e gliela tiro- Va"- grido -"Nina. ."-
-"Vattene!"-

Quando il cielo è ormai buio mi metto a sedere fuori il terrazzo e guardo in alto. E' probabilmente la cosa più stupida che abbia mai fatto perché neanche io ci credo ma. .
-"Scusami per averti deluso, mamma"- sussurro e lascio che il vento si porti via queste parole senza tradire alcuna lacrima.
Alla fine se n'è andato. Se n'è andato portandosi con se tutti i suoi sorrisi e le nostre litigate, con i miei mille dubbi e i suoi 'mi sei mancata'. Si è portato tutte le lacrime che in un solo anno sono riuscita a tirar fuori. Con i suoi castelli di parole troppo dolci che con un minimo errore riusciva a distruggere. Se n'è andato con la mia voglia di dare una possibilità all'amore o a quel sentimento che si avvicinava. Se n'è andato con la mia voglia di dare altre possibilità e di credere di nuovo a qualcosa simile alla felicità e io l'ho lasciato andar via.

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