Ricomincio dall'inizio

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Esattamente oggi è il mio compleanno: sono i famosi e aspettati 18, ma io preferivo i 17 anni. Con gli anni che mi ritrovo probabilmente acquisterò nuove e dure responsabilità, scelte difficili da prendere per il mio futuro, probabilmente le prime vere e proprie decisioni. Dicono tutti che i 18 anni sono importantissimi.
Diventi maggiorenne, diventi matura e d'oggi in poi dovrai cavartela da sola. Non sono molto d'accordo, poiché gli anni non hanno di una persona la sua maturità. Anche un bambino di 10 anni può esserlo, e una di 40 stupida e ignorante. Ho comunque ansia in tutto il corpo come se domani avessi un importante esame, e forse lo avrò sul serio. Tornerò alle origini. Finalmente è ora che io mi alzi da questo letto e sistemi le ultime cose che mi servono per il ritorno a Londra, casa mia. Sembra solo ieri che mi alzavo da questo letto e saltellavo felice e impaziente di arrivare li, ignara di tutto ciò che mi avrebbe aspettato e delle persone che avrei incontrato. Chissà come se la passano. Chissà se dal nostro ultimo incontro a mare, quest'estate hanno aspettato come me, di ritrovarci di nuovo.

 Flashback
-"Nina"- urlano in coro Matt, Taylor, Nash e Shawn spero felici anche loro, di vedermi.
-"Ragazzi! Mi siete mancati cosi tanto ch- hei, aspettate ma dove sono le ragazze?"- mi guardo intorno e non vedo ne Taissa ne Mahogany. I ragazzi si guardano per un momento per poi voltarsi verso di me.
-"Mi spiace ma non sono potute venire. I genitori non hanno loro permesso di fare un viaggio così lungo, sopratutto in questo periodo in cui tutti partono per le vacanze"- spiegano
-"Siamo venuti lo stesso perche ci mancavi. Volevamo passare una vacanza felice e spensierati. Spero ti accontenti"- aggiunge il mio migliore amico. Un po' mi dispiace ovvio. Ero così entusiasta di vederle e adesso non ci sono.
-"Non mi accontento Best, mi bastate voi"- guardo gli altri e sorrido a tutti loro.
-"E' cosi eh? Ti bastano loro"- la voce della mia migliore amica si insinua nelle mie orecchie e non appena mi volto, vedo Taissa e Mag con le mani sui fianchi che picchiettano con il piede sulle infradito, per terra. Non lascio loro il tempo di emanare un respiro in più che mi fiondo tra le loro braccia.
-"Voi e il viaggio -indico i ragazzi- voii!"- Non smettono di ridere, probabilmente per la mia faccia incredula.
-"Stronzi! Mi vendicherò"- affermo e con faccia sorridente, da diavoletta, prendo il mio zaino e mi dirigo verso l'uscita.
***
-"Nina, smettila di schizzarci ti prego!"- mi supplicano ma io non riesco a smettere di ridere. La mia risata è talmente forte da sopprimere le loro suppliche e intanto, continuo a buttargli l'acqua addosso e a rincorrerli per tutta la spiaggia [...]

-"Ridi da sola?"- domanda con voce rauca mia nonna sorprendendomi immersa nei ricordi di quella giornata perfetta, o quasi. Scuoto la testa e infilo le pantofole per scendere giù dalla mia famiglia che mi sta aspettando al piano di sotto.
-"Auguri!"- urlano in coro non appena varco la soglia della cucina. Corrono tutti ad abbracciarmi e poi vedo mamma tirarsi indietro per prendere la torta e cantarmi la canzoncina fastidiosa di buon compleanno. Odio quando la cantano, non so mai cosa fare nel mentre tutti mi guardano. Avete presente quei pagliacci che escono dalle scatole e con la molla al loro collo, fanno avanti e indietro e con quei occhi inquietanti vi fissano? Be' se avete la loro immagine fissa nella mente, in questo momento -senza fare avanti e indietro - state guardando i miei parenti.
-"Nina tra 3 ore hai l'aereo. Ce la fai a prepararti in tempo?"- domanda papà preoccupato addentando una fetta di torta.
-"Si papà rilassati. Siete più stressati voi che io"- rido e infilo l'ultimo boccone per poi filare in camera mia e prendere i vestiti. Ho un po' di fifa in effetti, ma non lo posso ammettere davanti a loro, sennò mi stresserebbero. Mi sposto in bagno e inizio a lavarmi: entro in doccia e faccio si che l'acqua mi tolga da dosso tutti i pensieri. Esco da quest'ultima seguendo quell'immagine immobile nello specchio. Mi avvicino e la osservo. Ho delle occhiaie enormi probabilmente perché la notte faccio tutto tranne che dormire. Ogni notte è la stessa storia: musica nei timpani e inizio a pensare senza sosta. Penso molto, tanto forse anche troppo per una sola mente. Stamani mi sono svegliata con le solite speranze che mi accompagnano la mattina. Speranza di riavere con me qualcuno e invece mi ritrovo nuovamente sola perché ciò che volevo non è comparso. Vorrei tanto vederlo anche in sogno ma purtroppo questi scivolano quasi come granelli di sabbia sulle mie mani che prima riempivo con le sue di mani, creando un intreccio meraviglioso. Mi manca, non posso negarlo a me stessa nonostante lo nego alla gente. Ed è difficile ammettere che ti accorgi della mancanza di qualcosa o di qualcuno solamente quando non c'è più perché è un pensiero triste, brutto. Non ho neanche più il coraggio di dire il suo nome. Adesso è 'tu sai chi', come in Harry Potter chiamavano Voldemort. Ho paura di dire il suo nome, ho paura di ricaderci, di ricadere in una trappola. Devo smettere, ci sto già ricadendo. Smetto di pensare a tutto per un solo momento e mi trucco. Metto correttore, matita ed eye-linear. Sono una ragazza che non può decisamente uscire senza questi oggetti fondamentali. Anche se a volte mi annoio da morire, mi trucco ugualmente. Dopo essermi preparata del tutto, prendo la mia roba e la porto al piano di sotto, con l'aiuto di Matteo. Sembra di avere un Deja-voue. Sembra passata solo una settimana dalla prima volta che portavo queste valigie al piano di sotto e invece è gia volato un anno. Un anno della mia vita è trascorso, forse troppo in fretta. Non dovrebbe andare tutto a rilento?
-"Pronta?"- mi interpella mio padre. Annuisco e ci dirigiamo verso la macchina: destinazione Francia. Speriamo solo che questa volta non ci siano errori di nessun genere, ci mancherebbe solo che si ripeta la storia. Mi è bastata già una volta in cui ho conosciuto un ragazzo così scorbutico e sfacciato. Mi rendo conto solo adesso, che di tutta questa faccenda non ne ho mai parlato con i miei genitori, chissà cosa penserebbero del fatto che ho vissuto con un ragazzo, con il quale dopo ho dormito per la maggior parte del tempo. Verrebbe loro un colpo. Scaccio via l'immagine della loro faccia ridendo e torno a concentrarmi sulla mia playlist che mi aiuterà a superare queste ore di viaggio.

Londra è sempre più bella! Arrivataa.
-Taissa

Ti raggiungo!
-Io

Saluto Taissa tramite messaggi e mi abbandono ad un sonno profondo con One Wrong dei Jack&Jack, un nuovo duo che si sente nominare in giro.

Dopo due ore di viaggio, finalmente eccomi qui dietro alla mia migliore amica che non si è neanche accorta della mia presenza. Mi avvicino a lei e le inizio a fare il solletico sui fianchi e quest'ultima inzia a fare mosse al quanto ambigue. Si gira e fa un saltello di paura e solo dopo essersi resa conto che sono io, mi abbraccia saltandomi addosso. Urla così tanto dalla gioia che tutti i ragazzi appena arrivati come noi, si girano ad osservarci mentre io li riassicuro che è tutto normale.
-"Babyy siamo già al secondo anno. Tu ci credi?"-
-"No, a dire il vero no."- la guardo sorridendo e poi ci dirigiamo dalla segretaria scolastica per farci assegnare nei dormitori.
Stanza 94. Abbiamo pregato ad Amelia, così pare che si chiami la donna con i grandi occhiali, che ci mettesse nella stessa stanza. Ed eccoci qui, in cerca della stanza 94. Ci guardiamo intorno per vedere se c'è qualcuno che conosciamo ma, ancora non sono arrivati. Taissa ha inviato un messaggio sul gruppo Whatsapp che quando arrivano, scrivono per ritrovarci. Arrivati davanti la stanza apriamo la porta ed entriamo senza staccare gli occhi di dosso all'appartamento assegnatoci e devo dire che è molto accogliente se pur diversa da quella che avevo con Ca- voi sapete chi. Preferivo quella ma dovrò abituarmi a vivere senza tutte le cose tradizionali. Inoltre non avrò qualcuno che non fa nulla dalla mattina alla sera. Questo è bene. Incontemporeanea, io e Tai, riceviamo un messaggio dove i ragazzi annunciano che sono arrivati e che ci aspettano in giardino. Ci catapultiamo li lasciando le valigie sui letti, per velocizzarci. Non appena vedo Matt gli corro addosso e lo abbraccio talmente tanto da rischiare di soffocarlo, ma non importa voglio abbracciarlo ancora un po'.
-"E' bello anche per me vederti. Giuro, ma -si allontana- staccati! Sanguisuga"- urla e inizio a ridere per la faccia buffa che ha fatto. Non appena riapro gli occhi, dietro Matt, vedo Sierra. Solo e unicamente Sierra. Quando io e i ragazzi siamo andati a Barcellona, mi avevano detto che lei non era venuta perché era ritornata in America, per passare le vacanze con la sua famiglia. Mi aspettavo di vedere anche un'altra persona al suo fianco quest'oggi, ma probabilmente quello era veramente un addio come io immaginavo, solo che dirlo a parole era troppo difficile. Forse quel bacio era il suo modo di comunicare che era l'ultimo. Se solo avessi sapevo che era remoto l'avrei fatto durare più a lungo. Mi avvicino a Sierra e l'abbraccio. Un abbraccio forse con non troppo entusiasmo, non mi è uscito bene, ma ho altro per la testa in questo momento.
-"Ehi tutto bene? Non sembri felice di vedermi"- insinua Sierra.
Non è che non sono felice solo che mi aspettavo qualcun'altro con te.
-"Cosa? No -mi scandisco la voce- scusa il mio abbraccio non era tanto bello, ma sono stanca per il viaggio"- mento e le sorrido.

Flashback
Sento dei passi, alzo la testa e. . .
Dio?
Be' non è quello che ho detto perché sarebbe stato troppo imbarazzante. Di questi tempi mi imbarazzo troppo spesso e non è da me, ma che mi prende?
Sembra uno di quei modelli che si cospargono di olio per quelle campagne pubblicità. In effetti non è per niente sexy anzi, è abbastanza riluttante ma sembra pur sempre un dio.
-"Hai sbagliato stanza. Esci"- mi indica la porta facendo 'ciao, ciao' con la mano.
Be' era bello, fin quando non ha aperto la bocca.
-"Come siamo socievoli -mi alzo da terra- Scusa ma questa è anche la mia stanza, per via di un errore ma lo è pur sempre."- ragiono ad alta voce. Poi ritorno a fissarlo.

Dovrei smetterla di avere questi ricordi improvvisi. Quando ero piccola mi capitava di rimanere a fissare per intere ore il sole che splendeva e che con i suoi raggi mi accarezzava la pelle. Mamma se ne accorgeva e mi chiedeva di smettere dicendo "Nina fa male agli occhietti" e allora io abbassavo lo sguardo ma per fortuna il sole era ancora li, incollato ai miei occhi per poi apparire ovunque io guardassi: sull'asfalto; sulle mie scarpette. Non vedevo più nulla, solo sole. E adesso, mi succede la stessa identica cosa: mi metto a fissare i ricordi. "Ma lo sai che fa male?" ti riempi gli occhi del passato e non vedi più nulla. La cosa che fa più male è avere dei flash improvvisi, immagini che un tempo ti facevano ridere e che ora non sono altro che ricordi, indelebili.

Spazio autrice💋
Il primo capitolo del sequel is ready😍😱
Non ci credo, hahaha. Spero vi piaccia come soddisfi me.
Vi adoro
Bacii💜

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