Io ne ho bisogno.

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  -"Non riesco a capire me stesso, non ci capisco niente. Una notte riesco a percepire che ti amo, sento il bisogno di vivere nelle tue piccole braccia che emanano tanto calore come se mi sentissi a casa mia e mi fanno sentire che potrei vivere tra loro per un tempo che oscilla tra il per sempre e l'eternità,
e poi appaiono quei momenti in cui ti odio tanto perché capita che ripenso a ciò che mi hai fatto mentre io ti amavo davvero e cerco di capire dove ho sbagliato. Cosa ho fatto di male per meritarmi il tuo tradimento? La cosa che mi fa più incazzare è che alla fine mi rendo conto che non ho colpa questa volta. Vorrei averla perché di solito sono io che mi comporto da stronzo, sono io che tra i due faceva le stronzate e alla fine trovavo sempre il modo di mettere le cose a posto e invece questa volta non sono stato io a spezzarci. Ti odio perché ho bisogno di te in certi momenti come tipo sempre e tu ci sei ma non dovresti esserci. Più ci rifletto e più mi accorgo che in realtà non ti odio veramente. Se qualcuno mi chiedesse di spiegare ciò che in questo momento provo per te non credo userei parole perché quando si tratta di te divento analfabeta. Prenderei un foglio di carta e scriverei "sono innamorato perso" e in seguito gli darei fuoco per poi pentirmene e cercare di attutire le fiamme per poi pentirmene ancora. Capisci?
Io no -ridacchia nervoso- Non capisco. La mia testa a momenti scoppia e ho paura che potrebbe causare conseguenze peggiori di uno scoppio di una bomba. Non so che pensare riguardo a ciò che sento. Esistono dei momenti in cui prego e desidero di poterti dimenticare all'istante, con uno sciocco di dita, e altri in cui vorrei ricordare tutto di te. Ti sogno spesso, sai? Mi sveglio con le guance umide, imbrattate di lacrime e l'unica cosa che mi viene in mente è che non è affatto giusto perché io ti amo e tu non ci sei più"-  

I pensieri di Cameron continuano a riecheggiare nella mia mente da quando l'ho lasciato li senza aggiungere altro. Avrei potuto urlargli che in realtà ci sono e in realtà non me ne sono mai andata ma i fatti dicono altro. Non ha provato a fermarmi, non ha provato a tenermi con lui per parlare ancora e forse è meglio cosi. Tempo fa, se le circostanze fossero state altre mi avrebbe trattenuta senza pensarci due volte. Adesso mi odia, è questo ciò che ha detto, è questa la trama dei suoi sentimenti. Ed è tutta colpa mia. Inizio a correre perché sento che dentro di me, la battaglia per far si che le lacrime escano si sta concludendo. Vado a finire contro qualcuno. Alzo la testa e c'è Jack e nel mentre mi rendo conto che noi due continuiamo ad incontrarci così, lo abbraccio. 
Dopo ieri sera ancora non ci eravamo incontrati. Ho una strana sensazione di imbarazzo solo a ricordare nello stato in cui mi ha visto. Di solito Jack è abituato a vedermi in uno stato di me completamente diversa; una Nina forte con cui puoi scambiare dialoghi perché sempre pronta a ribattere qualsiasi cosa. Invece ieri sera come adesso a pensarci, non ho parole. Tremavo e tremo di nuovo solo al pensare di ciò che stava per capitarmi e ai pensieri che ho fatto se accadeva veramente. Scioglie poi l'abbraccio e mi guarda.
-"Vuoi parlare?"- chiede dolcemente.
Scuoto la testa e lui annuisce.
Eppure con Cameron avevo la forza di parlare, mi esce tutto naturale con lui.
Mi prende per mano e senza dirmi nulla, mi trasporta insieme a lui.
Mi ha portata al parco e siamo seduti su una panchina dinnanzi le giostre. Nuovamente sono capitata qui ma stranamente mi sento più a mio agio. Ricordo di nuovo i tempi in cui ero anch'io bambina, come ieri sera. Sovvengo quando dovevo preoccuparmi solamente di non rompere le bambole con cui giocavo e non di cercare di mettere insieme i pezzi del mio cuore distrutto. Ricordo quando ero in macchina e dopo la pioggia, facevo finta che le goccioline che colavano dal finestrino facevano a gara a chi arrivava per prima giù. Ricordo quando mi addormentavo sul divano e mi ritrovavo  sul mio letto mentre ora, devo preoccuparmi di non svegliarmi nella stanza del mio ex ragazzo. Oppure quando la mia unica guerra era quella che affrontavo con mio fratello su chi dovesse avere l'ultimo gelato. Non adesso che faccio la guerra con me stessa per restare in piedi e non crollare. Forse vorrei ritornare a quei tempi o forse preferirei restare qui, perché è solo grazie a quello che è successo che sono il risultato di ciò che sono oggi. Certo, non sono una ragazza la quale sa tenere a bada le proprie emozioni. Sono la ragazza che deve correre in bagno nel bel mezzo di una conversazioni se negli occhi gli va qualche ricordo. E corre corre per far si che nessuno veda ciò che le sta scendendo dagli occhi.
-"A che pensi? "- mi volto e Jack mi guarda voglioso di una risposta. Mi ero dimenticata che lui fosse qui.
Scuoto la testa e ritorno a guardare i bambini che giocano felici.
-"Parla"- mi sorride
Sospiro e prendo coraggio.
-"Stavo pensando a quando ero bambina"-
-"Ti manca?"- si guarda le mani
-"Credo di si"-
-"Che intenti con 'Credo'?"-
-"Da una parte si e dall'altra"- spiego
-"Perché?"-
Mi alzo dalla panchina senza rispondere e mi metto a camminare. Sento una mano bloccarmi.
-"Scusami non volevo"-
Scuoto la testa come per dire 'non è niente' e ci mettiamo a camminare in silenzio.
Non è affatto imbarazzante, anzi è piacevole per quanto lo possa essere una camminata in silenzio. È il genere di ragazzo che se ti vede piangere, ti abbraccia e basta. Forse ne ho bisogno
-"Come facevate a sapere che ero li, ieri sera?"-
-"Non lo sapevamo. Cameron ti ha cercata per un bel po' e io mi limitavo a seguirlo"- ammette.
Mi ha cercata.
Tutto ciò che speravo alla fine, nel bene o nel male si è avverato.

Dopo qualche ora, Jack si offre di riaccompagnarmi fino al dormitorio. Nonostante io avessi insistito dicendo che non ce n'era bisogno, lui si è ostinato ad accompagnarmi ugualmente.
Entriamo nel dormitorio femminile.
-"Se tu alloggiavi nel dormitorio maschile, non vedo perché io non potrei alloggiare qui"- commenta.
-"Scemo"- gli do uno schiaffo sul braccio e iniziamo a ridere.
Arriviamo davanti camera mia e seduto per terra c'è Cameron.
-"Ti stavo aspettando"- mi comunica ignorando completamente Jack
-"Ero con Jack"-
-"Lo vedo. Dobbiamo parlare"- mi impone.
-"Io"-
-"Nina vuoi che resti?"- domanda intromettendosi Jack.
-"Gilinsky è la seconda volta che ti metti in mezzo. Fossi in te non ci riproverei una terza."- si avvicina a lui ma io metto una mano al centro tra i due.
-"Jack no, grazie. E grazie anche della stupenda passeggiata"-
-"Quando vuoi"- si avvicina e, un attimo prima di baciarmi sulla guancia guarda Cameron, poi se ne va.
Mi giro verso quest'ultimo che serra la mascella insieme ai pugni.
-"Adesso non ne ho voglia, sono stanca"- faccio per sorpassarlo ed entro in casa seguita da lui.
-"Non era una domanda"- chiude la porta alle sue spalle.
Mi giro verso di lui e lo incito a continuare, prima parla prima finiamo.
-"Senti Nina -inizia a camminare avanti e indietro- io ho capito."- mi guarda.
-"Cosa?"- deglutisco.
La porta di casa si apre, presentando Taissa appena in tempo.
Ottimo tempismo.
Ci guarda per un momento come per realizzare ciò che sta vedendo.
-"Grandioso"- sussurra Cameron.
-"Ciao Tai"-
-"Ciao baby, ciao Cameron?"-
Lui gli rivolge un cenno e poi mi trascina fuori la porta.
-"Andiamo in camera mia. Devo parlarti in privato"-
Faccio come mi dice e mi lascio indicare la strada da lui anche se la conosco perfettamente.
Una volta arrivati a casa sua aspetto che inizi a parlare e invece lui si mette a temporeggiare sistemando casa.
-"Potresti sistemare quando non ci sono io e dirmi cosa vuoi?"-
Si gira di scatto e mi fissa.
-"Te"-

Spazio autrice💋
Rieccomi, dopo 3 giorni...scusatemi tanto ma ho iniziato scuola e sto cercando di dare il meglio gia i primi giorni. I capitoli sono forse un po piccoli ma li pubblico ugualmente per non lasciarvi senza e poi amo lasciarvi con la sunspance (o come si scrive😂)
Quindi scusatemi ancora e spero che aspettare ne valga la pena💓
Vi adoro
Baci💜

Ex Coinquilini 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora