Ti voglio adesso.

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-"Te"-
È davvero questo ciò che ha detto o quello che ho sentito? Perché c'è un infinita differenza tra i due. Un'immenso deserto che si espande fra i due significati che questi regalano.
-"Come hai detto?"-
-"Nina io  -si avvicina- hai sentito. Ho bisogno di averti e di sentirti accanto ancora un'altra volta. Per favore"- fa un ultimo passo fin quando non ci ritroviamo a pochi passi. Ne basta uno mio e le nostre labbra torneranno ad abbracciarsi come fanno i puzzle. Lo voglio, voglio davvero ciò che anch'egli vuole. Mi basta annullare questa poca distanza che ci divide e le cose tra noi, ritorneranno come prima. Lo desidero ma si sa benissimo che tutto ciò che si vuole non lo si può ottenere, non è forse così?
-"Cameron non posso"- sussurro ad un centimetro da lui.
-"Perché?"- mi guarda
-"Eh?"-
-"Voglio solo sapere il perché"-
-"Mi odio per quello che ti ho fatto"-
"Ma io l'ho dimenticato"- mi interrompe.
-"No Cameron, non l'hai fatto. Forse il tuo cuore ha soltanto nascosto il ricordo ma non appena succederà qualcosa, tu sarai pronto a ricordarmelo come è successo al campo. Sto imparando a convivere con questa cosa. Ogni mattina mi guardo allo specchio e ogni mattina mi odio un po' di più perché non ti ho accanto a me e la colpa è solo mia -fa un passo in avanti cercando di dire qualcosa ma lo blocco con la mano-  e forse come io odio me, tu dovresti odiarmi. Sarebbe tutto più semplice. Tutto"-
-"Provi qualcosa per me?"-
-"Io sto frequentando"- inizio dicendo la prima cosa che mi passa per la testa anche se è la bugia più falsa che abbia mai detto.
-"No"-
-"Jack"- continuo mentendo.
-"Non è vero"-
No, ha ragione ma forse l'unica opportunità che mi è rimasta per far si che stiamo lontani è che lui mi odi.
-"Non è possibile perché siamo innamorati persi io e te, siamo due pazzi completamente fuori di testa in grado di ragionare insieme con la testa di uno. Siamo il giorno e la notte, la neve e la piogga, è vero. Continuo a dirmi che non sono il meglio, lo so e in fondo anche se tu non lo pensi so che dovresti farlo,
ma sappiamo entrambi, sia io che tu che non appena ci allontaniamo ci ritroveremo, per sempre. Io so che il meglio per me, sei tu. 
Perché quando una persona ti possa entrare dentro, dopo è difficile farla uscire.
Possono passare giorni, settimane, mesi ma se è stato il tuo primo amore, ti rimarrà incastrato dentro per sempre. Tu sei sempre qui, dentro di me e sono sicura, che ci ritroveremo.
Non ora, non oggi, né domani.
Un giorno sono sicura che un giorno, ci ritroveremo. E onestamente parlando io non posso aspettare quel giorno, lo sai. Non sono tipo da rispettare le leggi neanche fisiche. Ti voglio adesso, che si fotta Gilinsky"- afferma prendendomi il viso tra le sue mani e mi bacia. Le nostre lingue si esplorano, si cercano, si coccolano e riescono ad abbracciarsi. Un bacio dolce, romantico ma, con un forte desiderio. Le farfalle che si erano addormentate ora riprendono a svolazzare libere dentro di me. All'improvviso si stacca e mi guarda. Mi guarda con i suoi profondi occhi color nocciola, mi guarda con quello sguardo che mi fa impazzire quasi sciogliere. Prende i miei capelli tra le dita e suo suo volto compare un sorriso. Mi guarda e si avvicina nuovamente, riprendendo dove si era fermato. Non riesco a dir di no. Non riesco a rifiutare. Mi butto, così come si ci butta da un precipizio con la corda, l'unica differenza è che io non ne risalirò più.
Mi afferra per i fianchi e mi solleva e io posiziono le mie gambe intorno al suo busto risperimentando questa posizione che sempre mi è piaciuta. Siamo incastrati l'uno all'altra in un modo cosi poco romantico ma passionale. Porto le mie mani dietro la sua nuca e poi salgo fin sopra i capelli, tirandoglieli. Cameron inizia a lasciarmi baci umidi e bagnati sul collo mentre io per facilitargli il compito, abbasso la testa indietro. Era da tanto tempo che non sentivo il suo sapore su di me. Muoio dalla voglia di continuare e non fermarmi più. Inizia a camminare fino ad arrivare in camera dove mi fa distendere e lui mi segue sopra di me e ci abbandoniamo al piacere.

Apro gli occhi, dopo quella che mi è sembrava una delle dormite migliori che ho fatto. Mi alzo dal letto e solo allora ricordo di essere nuda accanto a Cameron in camera sua. Prendo un attimo di tempo per capire e cercare di ricordare cos'è realmente accaduto ieri sera. Avete presente quando una sera bevete così tanto da ricordare a malapena la mattina seguente? Io purtroppo si, solo che questa volta ad avermi ubriacata sono stati i suoi baci e non degli shottini. Corro alla ricerca dei miei vestiti e subito dopo trovati e indossati, vado al mio dormitorio.
Arrivata nella mia camera, chiudo velocemente la porta dietro di me e mi ci appoggio lasciando scivolare il mio corpo su di essa. Poggio la mia testa fra le gambe cercando di schiarirmi le idee su ciò che è successo e che in realtà non doveva accadere. Non posso ancora credere che ho abboccato come un pesce all'amo del pescatore. Dovevo resistere e invece..
-"Sei tornata"- alzo la testa e si presenta Taissa di fronte a me con le braccia incrociate.
Avevo lasciato mamma a casa e invece ecco la sostituta. Mi sollevo da terra e la sorpasso andando in bagno.
-"Mi prendete per il culo? Non sono amici due che si comportano in questo modo"- espone
-"Noi -mi giro di scatto- non siamo amici né nient'altro. Non possiamo essere nulla. Adesso se non ti dispiace dovrei cambiarmi per andare a lezione"- le indico la porta e se ne va.
Inizio a far scorrere l'acqua mentre io mi svesto per poi entrare in doccia e far scendere nello scarico tutti i miei peccati.

-"Best"- mi saluta abbracciandomi Matthew
-"Ciao"- dico con poco entusiasmo. Subito dopo essermi lavata sono corsa fuori l'appartamento lasciando Taissa dentro di esso. Sono arrivata allo Starbucks e ho incontrato Matt. Stiamo facendo la fila adesso.
Quando è il mio turno saluto la cassiera
-"Un cappuccino, grazie"- prendo i soldi dalla tasca e glieli porgo. Lei li afferra per poi voltarsi e inizia a preparare la mia ordinazione. Il mio migliore amico invece prende un iced cinnamon dolce al latte. Mi domando come faccia a bere quella cosa super dolce già di prima mattina. Dopo aver ordinato ci sediamo aspettando che le lezioni iniziano, gustando la nostra colazione. A prima ora abbiamo fisica e a me non va a genio. Non è che non mi piaccia è solo che alcuni argomenti -per non dire tutto il programma- è complicato e complessi e non li capisco a pieno.
-"Nina"-
-"Mh?"-
-"PerchéJack ti fissa?"-
-"Chi?"- mi giro e c'è seduto sul tavolo della caffetteria, Jack con il pallone da basket in mano. Quando si accorge che lo guardo a mia volta mi fa un cenno con la testa e poi mi sorride e io ricambio. Quando mi volto verso Matt mi accorgo che Cameron sta venendo verso di noi, cosi decido di andare via.
-"Lo vado a salutare"- dico in fretta per poi sparire. Non ho assolutamente voglia di andare a salutarlo in realtà. Esco dallo Starbucks e vado in cerca del mio armadietto.
-"Come mai sei andata via?"- mi raggiunge Jack.
-"Ciao anche a te"- dico mentre sistemo i libri dentro l'armadietto.
-"Scusa. Come va?"-
-"Bene credo, domanda di riserva?"-
Driiin
-"Devo andare a lezione. Ci si vede"-
Prendo la roba ed entro in aula, accorgendomi che anche Cameron è presente. Guardo in alto e poi mi vado a sedere il più lontano possibile da lui. Sto cercando di evitarlo, non si vede?
Il professore entra in aula posando la sua roba sulla cattedra. Si siede e comincia a fare l'appello. Ogni due e tre sbuffa come se si scocciasse di essersi alzato per essere venuto qui in questa scuola, piena di alunni che fanno solo finta di ascoltare. Inizia poi a spiegare scrivendo alla lavagna.
-"Iniziamo a spiegare il rapporto che due particelle hanno tra di loro per poi analizzarle. In fisica quantistica, se due particelle interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separate, non possono più essere descritte come due entità distinte, perché tutto quello che accade ad una continua a influenzare il destino dell'altra"- spiega per poi scrivere la formula sulla lavagna        "(∂ + m) ψ = 0"
Cos'è, arabo? Prendo appunti e poi alzo la testa e guardo Cameron voltato nella mia direzione che mi fissa. Appoggio la mia testa nel mio braccio e poi continuo a scrivere ciò che il professore sta spiegando.
-"Non ho capito tanto bene il concetto"- fa Matt accanto a me
-"Cercherò di fare un esempio banale. Dunque se due persone iniziano a interagire tra loro per molto tempo, dopo che questi vengono allontanati, non verranno più chiamati persone distinte e diverse poiché tutto ciò che accade ad una di esse influenzerà il destino dell'altra"- 
-"Capito"- 
Tutto questo Cameron lo aveva capito ed è proprio per questo che, come poco fa non smette di guardarmi. Ho capito.
-"Ti manca?"- domanda Matt accanto a me. Se mi manca? Dio eccome se mi manca. Non ho intenzione di raccontare quello che è successo ieri perché semplicemente non doveva esserci. C'è solo un tempo della giornata di ieri in cui ho dormito e basta. Mi manca ma non posso dirlo.
-"No"-
-"Credo proprio di si invece. Non ho fatto nomi ma la tua mente è andata ad esclusione a pensare a lui"- mi guarda come a dire "non ti preoccupare, finirà"
Finirà, davvero? Mi sembra che va avanti da un'eternità. Non mi aspettavo una risposta simile da lui è sempre pronto a stupirmi e a farmi capire che lui mi capisce in ogni modo. Sono davvero felice che sia lui a interpretare questo ruolo nella mia vita. Lo guardo mentre sorrido malinconica e abbasso lo sguardo poggiandomi sul suo braccio sotto gli occhi di Cam.

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