Un buco nel cuore

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Chiudo in fretta la porta prima che Cameron mi veda e resto ferma ad elaborare cosa è appena successo. Il mio cuore non smette di battere all'impazzata ed è come se stesse per scappare. Il campanello suona e io salto dalla paura. Prima di aprire quest'ultima aspetto qualche minuto e poi la schiudo. 
-"Ciao"- si avvicina e mi lascia un bacio ma io non cambio. E' un bacio casto senza sentimenti, come di solito sono i nostri pieni di qualcosa che non diciamo a parole, ora sono senza nulla. Chiudo la porta mentre lui avanza.
-"Tutto bene?"- chiede sorridendomi.
-"No. Si, volevo dire si"- mento voltandomi.
-"Dove vuoi andare stasera?"-
-"Stasera?"-
-"Oggi è sabato."-
-"Giusto"- ricordo
-"Quindi? Che vuoi fare? Restiamo a casa soli -mi prende la mano avvicinandosi- o usciamo con gli altri?"-
-"In realtà vorrei restare a casa"-
-"Meglio. Cosi stiam"-
-"Sola -termino poi- Adesso vado a lavarmi. Stanno per iniziare i corsi e sono già in ritardo per Orientale"- apro la porta a testa china aspettando che esca.
-"Okay"- si limita a dire a bassa voce avanzando verso la porta. Esce e si rivolta verso la porta la quale chiudo.
Cammino velocemente verso il divano sopra il quale mi siedo per riflettere, o meglio piangere. E rieccomi anzi, rieccoci. Insieme e uniti più che mai io e le mie lacrime. Sembra quasi un talk show che va in onda ogni fottuto giorno. Mi asciugo le lacrime, mi alzo dal divano e vado in camera mia a vestirmi. Prendo i primi vestiti che mi capitano sotto l'occhio e lo indosso giusto per non uscire dall'appartamento con il pigiama. Metto le scarpe infine e prendendo il telefono, faccio un'unica rotta diritta verso la biblioteca saltando cosi, il corso appena iniziatomi. Adesso il professore o la professoressa quale è non saprà il mio volto e sarò solo quel nome sul registro che alla prima lezione, non risponderà all'appello non presentandosi. Ma che si fotta. Vado verso il reparto Romanzi. Reparto il quale ormai è impolverato per via di questa generazione, per tutti coloro che non ne capiscono nulla e che probabilmente, non ne avranno mai capito nulla. Mi siedo per terra e inizio a leggere il mio libro preferito.
"Non sei il mio tipo come io non sono il tuo. Ma è proprio per questo che siamo fatti l'uno per l'altra: siamo così diversi, eppure siamo uguali."
Un libro pieno d'amore, così tanto che ogni volta che volto pagina una goccia potrebbe persino colare. Tanto amore come dolore. Perché ovunque c'è il dolore? Chi decide che dobbiamo provarlo? E poi sembra che io sia destinata ogni volta a sentirlo. Non ne posso più, vorrei stare bene per un'intera settimana senza nessun capriccio della natura, senza nessun accavallamento nel corso della mia giornata o della mia vita. Desidererei una vita semplice senza nessun problema che mi blocchi ogni due per tre. Nonostante provo a leggere queste pagine che si trovano sulle mie mani, non faccio altro che ritornare a capo verso perché non riesco a capire nulla di ciò che sto leggendo. Penso solo alla conversazione di quei due.
-"Senti Cameron devi dirle la verità. E' una cosa tua e stai costringendo tutti gli altri a mantenere il segreto io non ce la faccio a mentirle. Risolvi la questione e lascia tutti in pace"-
Penso solo alla possibilità di scottarmi un'altra volta ma ormai sembra tardi. Che Cameron mi nasconde qualcosa è logico. E che ha obbligato tutti gli altri a mantenere il segreto, pure. L'unica cosa che spero è che non è tanto grave come sembra e che sia una sciocchezza anche se sarebbe contro senso dato che, sta cercando di tenermelo nascosto in tutti i modi.
-"Nina"-
Mi volto e mi ritrovo in piedi a me Mar.
-"Ehi"- le sorrido
-"Posso?"- indica per terra
-"Certo"-
-"Che succede?"-
-"Non lo so esattamente. So solo che le persone a cui voglio bene di più mi stanno mentendo in continuo e mi ritrovo sola sommersa da una valanga di punti interrogativi"- spiego
-"Mi dispiace -mi afferra la mano- ma ti dico solo che non sei sola e non lo sarai mai. Nina come mi hai accolta tu in questo college, giuro non l'aveva mai fatto nessuno. Sono davvero fortunata ad averti incontrato. Grazie"- sorride. Avanzo il mio corpo e l'abbraccio. E così dolce come si fa a non volerle bene?
-"Stasera vieni?"- mi domanda
-"Dove?"-
-"Alla festa di Nash. Ha invitato tutto il campus credo. Non puoi mancare"-
-"E proprio quello che farò invece. Starò a casa a"-
-"A nulla. Devi venire ti prego"- mi supplica unendo le mani. Non so se accettare dopo che ho detto a Cameron che restavo a casa, mi sentirei in colpa se uscissi. Ma la mia mente mi ricorda che lui non si sente per niente il colpa a mentirmi. Bè per quando odio ammetterlo, è vero. E' fottutamente vero.
-"Nina, qualunque sia la cosa che ti tormenta, per una volta faresti meglio a dimenticartene, se è importante ritornerà, se non lo è scomparirà"-
-"E va bene"- rinuncio e accetto. Non so se ha completamente ragione. Tutti questi segreti mi stanno lentamente, pian piano bruciando e mi procurano un buco nel cuore. Ma rimanderò come faccio sempre. Mi alzo da terra, prendo la mia tracolla poggiata accanto lo scaffale di questi libri ordinati molto discretamente dalla A alla Z e seguo Mar. Passiamo per la hall del dormitorio femminile e troviamo Giada e Maeghan, sedute che parlano e  sicuramente spettegolano degli affari altrui. Hanno formato un duo formidabile. Una era patetica e la sopportavo ma due no. Spero solo che non si unificano in una sola e unica stronza. Mi dispiace per Giada perché penso che in Italia non frequentava persone come Maeghan. Penso che sia stata influenzata dalla paura di restare sola dato che Maeghan a quanto pare sia 'popolare'.
Entriamo in casa di Mar e, dopo aver chiuso la porta mi butto sul divano.
-"Come fai a condividere la stanza con quella?"- detto questo ricevo subito un'occhiataccia da parte di Mar. Nonostante si sia allontanata, le vuole ancora bene.
-"Infatti non lo faccio. Passa la maggior parte del tempo in stanza con lei, se non tutto quindi sono sola, di nuovo"-
-"Mar -mi alzo dal divano e vado verso di lei- Non sei sola"- le sorrido
-"La festa comunque inizia alle sette"-
-"Okay, abbiamo tutto il giorno a disposizione."-
-"Ti va se andiamo al centro commerciale? Magari troviamo qualcosa"-
-"Si prima passo a scuola a posare la roba"-
-"Allora ci vediamo in giardino tra poco"- mi sorride e io esco percorrendo il poco tratto di strada.
Giro l'angolo, entro e vedo Cameron. Il telefono mi suona e io lo prendo per vedere chi è. 

Ex Coinquilini 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora