Eight.

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{Lauren}

Una volta che Camila è uscita di casa chiudo la porta. Mi volto per tornare in camera mia ma Jason mi raggiunge. "

«Con chi eri?». Chiede incrociando le braccia al petto.

«Non ti importa».

«Era la tua nuova fidanzatina?». Chiede facendo una risata che mi irrita ancora di piú.

«E anche se fosse? Non te ne fregherebbe un cazzo». Sputo acida. Subito dopo mi arriva uno schiaffo da parte sua.

«Non ti basta l'occhio nero che mi hai fatto, vero? Verme di merda». Affermo per poi andare in camera mia e sbattere la porta. Mi siedo sul letto e abbasso la testa mettendo le mani tra i capelli. Sospiro esausta, esausta di tutto esausta di questa vita, sembra quasi impossibile da controllare.

Mi distendo sul letto e guardo in alto il soffitto. Oggi, stare con Camila è stato, bello. Mi trasmette qualcosa che non ho mai provato, qualcosa di inspiegabile e quando incontro i suoi occhi mi perdo dentro essi. Esploro un mondo nuovo. Occhi che hanno una luce bellissima, occhi felici, occhi bellissimi. Occhi che quando li guardo un brivido mi invade. Non devo provare queste cose, non io, finirá male, come sempre, non voglio che accada di nuovo.

Dopo aver indossato il pigiama mi infilo sotto le coperte e chiudo gli occhi addormentandomi subito. Mi sveglio alle sette grazie alla sveglia che suona ininterrottamente e subito sbuffo allungando un braccio per spegnerla. Apro gli occhi e aspetto qualche secondo per potermi svegliare del tutto. Mi alzo per andare verso l'armadio e prendere i vestiti, i jeans neri, una felpa bianca e le converse nere. Una volta aver messo lo zaino in spalla esco dalla stanza, scendo le scale e vado in cucina, quando entro vedo mia sorella Perrie, che é tornata per qualche giorno.

«Perrie». Lei sorride, vado verso la bionda e la abbraccio forte.

«Lauren». Mi abbraccia anche lei.

«Mi sei mancata». Vontinuo ad abbracciarla.

«Anche tu, tanto». Mi sorride, sorrido anche io, dopo aver salutato esco di casa per salire sulla moto, metto il casco e vado a scuola. Pochi minuti dopo sono giá davanti la struttura, scendo e tolgo il casco mentre mi diriggo al mio armadietto, mi raggiungono Dinah e Jesy.

«Giorno». Salutano.

«Giorno». Le saluto.

«Com'è andata ieri?». Chiede Jesy.

«Bene». Alzo le spalle.

«Che lezione avete?». Chiede la bionda.

«Adesso ho letteratura». Risponde Jasy.

«Sono con te, tu Lauren?». Chiede ancora Dinah.

«Chimica, laboratorio. Ci vediamo dopo». Ci salutiamo, vado verso il laboratorio di chimica e mi siedo sullo sgabello all'ultimo banco, dove ci sono tutti i peodotti chimici e i vari attrezzi. La classe si riempie e la lezione inizia, mentre scrivo la porta si apre ma non mi importa chi sia ad entrare.

«É in ritardo"». Sento dire alla professoressa.

«L'unico posto libero è in fondo, si sbrighi». Conclude. Sento che poco dopo qualcuno si siede accanto a me, alzo lo sguardo e vedo Camila, lei mi guarda e sorride, la saluto con un cenno con la testa e torno a scrivere.

«Ragazzi, adesso inizierete alcuni esperimenti. Seguite attentamente il testo del libro, altrimenti potreste sbagliare qualcosa e finire in infermeria. Con la chimica non si scherza. Lavorerete con il vostro compagno di banco per le prossime due ore, e i posti rimarranno così per tutto l'anno». La professoressa conclude la spiegazione, metto i guanti seguita da Camila, vedo che inizia a leggere sul libro i vari passaggi ma non capisce che prodotti usare, passa una mano tra i capelli sbuffando, trattengo una risata e le picchietto la spalla con il mio dito, lei si gira e mi giarda, prendo una boccetta contenente un liquido azzuro per poi versarne qualche goccia nella boccia con il liquido scuro appoggiato sul fuoco lento, fa della schiuma bianca, segno che il passaggio è giusto. Camila aggrotta le sopracciglia provocandomi un piccolo sorriso.

«Guidami tu». Ride lei, sorrido e scuoto la testa. In questo momento, sto bene, con lei accanto, sembra che tutto sia giusto, che tutto vada bene.

«Come ci siete riuscite?». Sussurra una ragazza dietro di noi, ci giriamo e vediamo le due amiche di Camila, Normani e Ally.

«Ha fatto tutto lei». Ci indica la ragazza accanto a me.

«Come hai fatto?». Chiede Ally, mi avvicino e spiego il passaggio che ho fatto, lei sorride e ringrazia, la nera risponde solo con un 'Grazie' freddo, ma ci faccio poco caso, non mi importa molto, torno verso il mio banco continuando a lavorare.

«Allora, adesso dovrei mettere questo rosso insieme a questo verde..». Camila prende una boccietta.

«Certo, se vuoi far esplodere tutto allora si». Ammento facendola ridere.

«Ci riprovo». Versa i vari liquidi e per fortuna non succede niente. Questa lezione è letteralmente noiosa, un sorriso furbo si forma sul mio viso, Camila mi guarda non capendo, prendo un liquido e lo verso dentro la boccetta su fuoco insieme ad un altro liquido.

«Sta indietro». Sussurro per farmi sentire solo da lei, fa un passo indietro e poco dopo la boccetta fa una piccola esplosione e fuori esce del fumo. Entrambe tratteniamo una risata.

«Jauregui, Cabello, state bene?». Una professoressa preoccupata ci raggiunge.

«Jauregui, vada in infermeria». Ordina la professoressa, fa quello che dice e quando arrivo alla porta faccio l'occhiolino a Camila provocandole una risata.

Entro in infermeria, ma visto che non ho niente mi fanno subito uscire, non torno in classe, vado in giardino e mi appoggio un muro prendendo una sigaretta per poi fumare. Dare ció che ho fatto mi è venuto spontaneo, l'ho fatto per un motivo, far ridere Camila. Non so perchè ma avevo bisogno di farla ridere, vedere che è felice, odio questi pensieri, non dovrei farli, ma è stato piú forte di me. Vederla ridere mi ha fatto sorridere, lei mi provoca queste emozioni, emozioni mai provate prima. Qualcosa mi dice che mi posso fidare di lei, ma non mi fido del tutto, non mi fido quasi di nessuno per via del passato. Butto la sigaretta per poi tornare in classe e tornare al mio banco.

«Tutto bene?». Chiede Camila.

«Si». Le rispondo, lei sorride, torniamo a lavorare, auesta volta in silenzio. La lezione finisce, dopo aver subito un ora di matematica la campana che segna l'intervallo suona, esco dall'aula e vado verso la sala mensa, mi siedo al tavolo e metto la testa tra le braccia.

«Lo hai fatto di tua volontá ammettilo». Dinah si siede accanto a me, alzo la testa e vedo anche Jesy e Leigh-Anne sorridenti.

«Forse..». Rispondo provocando una risata alle tre. Rimaniamo a parlare per tutta l'ora, dopo veniamo a sapere che manca un professore e si esce prima. Cosí, una volta finita l'ultima lezione di letteratura inglese esco dall'aula e mi diriggo verso il mio armadietto.

«Lauren». Mi giro e vedo che Camila mi sta raggiungendo, arriviamo insieme al mio armadietto, la guardo.

«Per il progetto ci vediamo domani?»
Chiede, im risposta annuisco e lei sorride.

«Grazie per avermi aiutate oggi». Mi guarda sorridendo.

«E per aver movimentato l'ora». Continua con una piccola risata che fa sorridere anche me, rianiamo a guardarci, lei continua a sorridere.

«Ci si vede». Saluta, faccio un si con la testa, lei va via, io apro il mio armadietto e sento il cuore, che aveva iniziato a battere piú veloce, torna a battere normalmente. Do un pugno all'armadietto maledicendomi per tutto quello che sto sentendo e che lei mi fa provare. Lo chiudo sbattendolo con violenza ed esco di scuola per salire sulla moto e andare a casa. Entro sbattendo la porta, vado verso la mia stanza e sbatto anche questa porta, mi siedo sul letto portando le mani tra i capelli. Non devo provare niente, non voglio provare niente, so che finirá male di nuovo e non voglio soffrire ancora una volta.

Ice Heart ||Camren||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora