Sixtytwo.

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Non credo di star sognando, sono sveglia, lui è davvero qui davanti a me. Sento il mio corpo bloccato, non riesco a fare un passo e sento gli occhi esplodere per tutte le lacrime che sto versando. Lui viene verso di me facendo un sorriso splendido e sento finalmente le sue braccia avvolgermi. Da troppo non sentivo il suo profumo, da troppo non ricevevo un suo abbraccio e ormai, avevo perso le speranze di averlo al mio fianco.

«Papà sei tu, sei vivo». Riesco a dire solo questo tra i singhiozzi e lei mi stringe ancora più forte a se.

«Tesoro mio, quanto mi sei mancata». Con le sue mani manda via le lacrime facendo nascere sul mio viso un sorriso e vedo che i suoi occhi sono lucidi. Lo abbraccio di nuovo e affondo la mia faccia nel suo petto.

«Mi ero rassegnata all'idea di vederti di nuovo».

«Mi ero rassegnato anche io tesoro, ma poi tutto è cambiato. Adesso sono qui». Sorridiamo entrambi.

«Lolo chi era alla port..». Camila si blocca una volta dopo averci raggiunti.

«Oh, ciao Camila. È un piacere rivederti». Mio padre le sorride e lei con espressione sorpresa si avvicina.

«È un piacere mio, signore». Ridacchio per la sua espressione. Senza aggiungere altro andiamo a sederci in salone e mio padre inizia a raccontare ciò che gli è accaduto.

«Io e la mia squadra eravamo in missione già da un po' di giorni e avevamo tutto sotto controllo ma é successo tutto in un attimo. Le connessioni con la centrale e con i piloti si sono interrotte e subito dopo ci hanno attaccati prendendo la maggior parte di noi in ostaggio, compreso me. Ci hanno tenuti rinchiusi per tanto, tanto tempo, tanto da pensare che ci avrebbero uccisi. Finalmente dopo tanto ci hanno trovati e liberati, abbiamo dovuto fare tante visite e tanti accertamenti e finalmente sono qui». Finisce di raccontare la storia e vedo il dolore che ha provato, lo vedo nei suoi occhi e lo sento mentre racconta questa dura e bruttissima esperienza.

«Ho saputo cosa ti è successo. Piccola mia, come stai?». Mi prende una mano e la stringe tra le sue guardandomi in modo preoccupato.

«Sto bene papà, dopo il periodo in riabilitazione sto molto meglio. Non preoccuparti». Sorridiamo entrambi e lui dopo guarda Camila.

«Non so come ringraziarti per non aver mai abbandonato mia figlia e per quello che fai per lei. Sono felice che Lauren ti abbia al suo fianco. Davvero, grazie Camila». Sorride mettendole una mano sulla spalla. Lei sorride e abbassa la testa.

«Non deve ringraziarmi, signore». Afferma.

«No Camila, dammi del tu». Entrambi sorridono e di conseguenza sorrido anche io guardando la scena.

«E complimenti a tutte e due per gli ottimi voti a scuola». Afferma mio padre.

«Avete qualche programma per l'estate?».

«La prossima settimana partiremo per Los Angeles, staremo qualche giorno li». Gli rispondo e lui sorride.

«Tra quanto..partirai?». Abbasso la testa al pensiero di perderlo di nuovo. Lui sorride e mi fa una carezza.

«Non parto più». A questa frase alzo la testa di scatto per guardarlo.

«Ho avuto un trasferimento qui vicino e in più non dovrò più fare missioni o guerre per un po'». Sorrido con le lacrime agli occhi e lo abbraccio. Saperlo al sicuro mi tranquillizza molto.

Mio padre resta a mangiare con noi e gli raccontiamo tutto quello che vorremmo fare una volta arrivate a Los Angeles. Parliamo anche dell'Università e dell'idea che ci siamo fatte sia io che Camila e lui sembra davvero felice delle nostre scelte. Purtroppo non resta molto con noi, il viaggio è stato stancante, per questo decide di tornare a casa. Lo abbraccio ancora prima che lui possa andare via e lui mi stringe ancora più forte a se.

«Attenta a tutto tesoro mio». Si raccomanda, in risposta annuisco.

«Ci vediamo domani».

«Ti voglio bene, piccola mia». Sorride.

«Anche io papà». Sorrido ancora e lui, dopo aver salutato anche Camila esce dalla porta per poi salire sulla sua auto e andare via. Camila mi abbraccia subito dopo facendomi sorridere.

«Sono così felice per Lolo». Sorride mentre il suo fiato mi solletica il collo. Io sorrido e le bacio la testa stringendola più forte.

«Sono felice anche io Camz».

«Sei davvero felice?». Mi guarda con un pizzico di preoccupazione ma io le sorrido subito.

«Si, sono felice e sto bene. Sto davvero bene». Le accarezzo il viso e lei sorride per poi posare le sue labbra sulle mie.

Entrambe decidiamo di andare in camera mia per sistemarci, le presto qualcosa di mio per la notte e vedo che la maglia che indossa le arriva alle ginocchia, i pantaloncini che le ho dato infatti non si vedono. Ridacchio alla sua visione e lei mi guarda male facendomi ridere ancora di più. Si mette sul letto fingendosi offesa e dandomi le spalle. Io mi metto accanto a lei e la guardo ma non si muove.

«Oh dai, lo so che non ti sei offesa davvero». Visto che continua a non muoversi mi avvicino e inizio a farle il solletico ed ecco che scoppia a ridere mentre cerca di liberarsi.

«Okay, okay va bene. Mi arrendo». Alza le mani ed io mi fermo ridendo insieme a lei. La guardo per un tempo infinito negli occhi restandone come sempre incantata mentre non smetto di sorridere. Il cuore sembra quasi esplodere e i brividi mi invadono. Senza aspettare mi avvicino a lei e faccio incontrare le nostre labbra provocando in me tante emozioni messe insieme, così tante che non riesco a descriverle. Avvolge le sue braccia intorno al mio collo mentre il bacio si fa più profondo e le nostre lingue si incontrano. Passiamo la notte così, a fare l'amore. Io, lei e il nostro amore. Mi è mancato tutto di lei, mi é mancato il suo sorriso, la sua risata, i suoi occhi, i suoi baci, il suo tocco, mi è mancata lei e soprattutto mi è mancato fare l'amore con lei.

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Yassss, vi piace?

-Ila

Ice Heart ||Camren||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora