Ora di cena

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È arrivata l'ora di cena ed io e Andrew ci rechiamo in sala da pranzo, ancora non avevo visitato questa lussuosissima sala che mi si è presentata ora davanti, enorme, con un camino nell'angolo più lontano a sinistra, dei quadri tutt'intorno e un affresco sul soffitto che mi sembra ottocentesco seppur io non ne capisco nulla di queste cose. In mezzo alla sala spostato di qualche centimetro a destra c'è questo lungo tavolo degno delle migliori casate reali, delle rose come centro tavola e sembra imbandita a festa anche se credo che qui mangino sempre così a me sembra un vero lusso. Edmund è già seduto a capo tavola e ci invita ad accomodarci ai suoi lati, Andrew va verso la sinistra così io mi accomodo alla destra sia del tavolo che di Edmund.
Penso sia strano, non dovrebbe essere il contrario? suo figlio dovrebbe sedersi alla sua destra, non è così che di solito si usa nelle famiglie nobiliari? Anche se loro non lo sono lo sembravano molto ed in verità potrebbero anche esserlo ma a me per ora non è dato saperlo. Senza dire nulla e stando attenda a non incantarmi per troppo tempo nei meandri dei miei pensieri mi affretto a sedermi dove devo.

La cena inizia ad essere servita e l'atmosfera è abbastanza tranquilla, come mio solito non so che dire ed in questo caso non so neppure se posso parlare o meno quindi mi accontento del silenzio imbarazzante che c'è ora a tavola. Ad un tratto mente si attende l'arrivo del secondo, dopo aver finito di mangiare il primo in rigorosissimo silenzio, Edmund inizia a parlare e mi racconta di quando ha ospitato Kevin e siamo finiti a  parlare di lui tutta la sera come se non volesse cambiare discorso per paura di qualcosa. Le portate si succedono e  dopo aver finito il dessert in maniera molto veloce si ritira nelle sue camere ed ho quasi la sensazione che lo abbia fatto apposta questa sera perché ci sono io a tavola.
«Buonanotte» dico quando Edmund sta uscendo dalla sala e Andrew subito dopo di me «buonanotte padre» ma sembra lo abbia fatto solo per non farmi sentire a disagio e mi chiedo se abbia fatto male a dargli la buonanotte o meno, questa è di sicuro una famiglia molto diversa dalla mia e forse non capirò mai come comportarmi.
Padre? Noto solo ora che lo ha chiamato così e mi scappa quasi una risata che purtroppo non posso sfogare davanti a lui anche se mi va molto di ridere in questo momento data l’atmosfera di tensione che è finito con l’uscita di Edmund dalla stanza.
Anche Andrew si alza e si propone per accompagnarmi fino alla mia camera ed io accetto senza problemi anche perché sarebbe molto scortese il contrario; ci alziamo e camminiamo in un silenzio forse più imbarazzante di quello sceso a tavola fino ad arrivare al secondo piano dove c'è la mia stanza; arrivati sull'uscio lo saluto senza stavolta darli la buonanotte visto che sembra non essere vista di buon occhio qui.
Chiudo la porta, finalmente sola, nel vero senso della parola visto che lui ed il Padre dormono al terzo piano ed io sono sola su di questo, chissà cosa ci sarà di misterioso lì, letti o bare? E perché oggi pomeriggio riposava nello scantinato? Non lo so, io nel dubbio blocco le finestre e chiudo la porta a chiave ed un po' più tranquilla mi preparo per dormire.

"Tock tock " sento bussare alla porta che ho appena chiuso, chi è adesso che mi disturba? Senza nessuna voglia ma con tantissima paura, perché da che mondo e mondo gli omicidi si effettuano di notte, mi decido ad aprire la porta per ritrovarmi davanti solo la  bionda cadaverica con un carrellino ed un vassoio coperto davanti. Per un momento penso che su quel vassoio possa esserci l'arma del delitto che sta per compiere ma poi mi mostra alzando la cloche che ci sono solo del tè e dei liquori, aspetto che dica qualcosa ma l'unica cosa che ottengo è una spinta in avanti del carrello come a chiedere se voglia qualche cosa. Con più calma e gentilezza possibile declino la sua offerta mai fatta visto che si ostina a non parlarmi, ora non mi va nulla e vorrei solo dormire ma lei restando sempre muta si fa spazio oltre la porta e me spingendo con forza il carrello fino a dentro la mia stanza dopodiché nello stesso modo in cui è arrivata prosegue per la sua via per salire al terzo piano e andare dai signori.

Sbatto un'altra volta la porta dietro le mie spalle e la chiudo a chiave, adesso voglio solo indossare il pigiama e dormire.
Faccio per prima cosa un bel bagno caldo per poi indossare il mio pigiama di flanella con il collo alto, questo dato che sono freddolosissima, prima di partire infatti ho fatto cucire a mia madre al pigiama un collo più alto, di quello che aveva, di qualche centimetro che mi arriva a metà collo così da non morirmi di freddo e in questo caso fermerebbero anche nel caso un qualche vampiro volesse mordermi, forse!

Amare un vampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora