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Una delle poche cose che attraggono i ragazzi più di una bella ragazza è una bella macchina. Appena la Ferrari bianca entra nel cancello principale della scuola centinai di ragazzi si girano a guardami, sono più sconvolti che eccitati ma smettono di ascoltatore le fidanzate e cala una specie di silenzio nel cortile anteriore all'edificio.
Entrare in scena senza farsi notare; fatto.
Tiro giù lo specchietto sopra la mia testa e respiro; d'accordo Grace, cerca di farti degli amici e di essere te stessa, almeno a scuola.
Appena i miei tacchi alti toccano l'asfalto capisco di non essere a Las Vegas, tutte le ragazze intorno a me, che mi guardano inviperite, hanno o le scarpe da tennis o gli stivali con un po' di rialzo ma non c'è ne una con le louboutin nere, cazzo.
«Ehi bella» subito partono i fischi, non so se rivolti a me o alla mia macchina, cerco di camminare velocemente per andare in presidenza dove incontrerò la mia tutor. Ma perché mi sono iscritta?
Busso tre volte e poi una profonda voce maschile mi dice di entrare.
«Buongiorno tu dovresti essere...Grace Scott» un signore di colore sulla cinquantina mi sorride. «Da Las Vegas, bello lontano eh?»
«Salve signore, non sa quanto mi faccia piacere essere accettata con così poco preavviso» mi sistemo i capelli dietro l'orecchio e mi muovo sulla sedia.
«Non ti preoccupare, sono appena iniziati i corsi e a vedere la tua media è ottima, non vedo perché non avremmo dovuto, allora per tre giorni avrai una ragazza che ti seguirà e ti mostrerà tutto, dopo di che ti dovrai muovere da sola. Ora vai pure è qua fuori» ringrazio e mi alzo. Appena prima di uscire il preside mi richiama «Ah e signorina Scott, in questo istituto preferiamo che le scarpe di quel genere non vengano usate, per oggi non importa» Nell'altra scuola usavano scarpe così anche gli insegnanti. Mi mordo la lingua e cerco di stare calma come ho imparato da mio padre. Non divento rossa e non inciampo, mantengo il controllo e la dignità, per quanto possibile.
«Ciao devi essere Grace» la ragazza che era ieri nel negozio mi sorride ma si vede lontano un miglio che mi sta prendendo in giro quindi mi limito ad annuire.
«Bene io sono Katie, ti mostrerò la scuola e se mi starai simpatica potrai mangiare con me, altrimenti ci vediamo dopo la pausa» annuisco ancora e poi la seguo per i corridoi. «Allora la campanella è appena suonata ma dammi il tuo orario così ci organizziamo...» gli passò il foglio con tutto l'elenco. «Oddio, saremo sempre in classe insieme» non sa se sorridermi o mettersi a urlare, glielo leggo in faccia, quindi non dico nulla. «La prossima ora è educazione fisica, sempre che tu la faccia» guarda le mie scarpe e sorride «Comunque questo è il tuo armadietto 461» metto il mio codice e poi tiro fuori i libri più pesanti che mi hanno dato in segreteria e le scarpe da ginnastica che mi ero portata da tenere nell'armadietto.
Katie quando le vede sbuffa e sbatte un piede ma poi mi sorride.
«Va bene, non hai ancora detto nulla» si rigira una ciocca di capelli.
«Come mai hai cambiato scuola?»
«Per motivi di lavoro di mio padre» dico cerco di sembrare il più indifferente possibile, non credo che "Tra le cose devo cercare di introdurre droga in questa scuola" sia un'ottimo argomento di conversazione.

Dopo un altro tour della scuola entriamo in una palestra gigantesca.
«D'accordo ragazze abbiamo una nuova alunna.
Grace Scott» mi guarda e sorride «Qui si lavora seriamente tesoro e spero che la scena della Ferrari che hanno visto i professori non influenzi i loro modi di porsi. Comunque correte cinque minuti poi cambio giro.»
Cazzo, cazzo, cazzo. Tutti gli insegnanti? Sono fottuta.
Qui tutti si aspettano che io non sappia nemmeno correre ma in sanno che passo più ore in palestra che tra i negozi di shopping. Ho un ottimo ritmo e la cosa non passa inosservata, «Ehi Scott, spero tu non prenda sostanze dopanti» tutta la classe si mette a ridere.
«No Miss Kelsey, mi alleano molto» la sua espressione difronte al mio controllo vacilla e mi sento già meglio. Sto riprendendo a rilassarmi quando una biondina bassa e sorridente mi si avvicina. «Dura la vita da nuovi arrivati eh?»
«Già soprattutto dopo la mia entrata» mi sorride «Sono Jenny, sono arrivata a metà anno qui quindi capisco tutto, tranne la parte in cui entri in Ferrari» mi metto a ridere.«Piacere Jenny, consoci bene Katie?» gliela indico con il mento. «Non la conosco molto, so solo che se tu non pesti i piedi a lei, lei probabilmente non lo pesterà a te» fa una smorfia e continua a correre. L'unica cosa che vorrei fare ora è pestare i piedi a Katie con le mie louboutin, vediamo che faccia fai poi stronza.»

<<mine story»

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