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                       PASSATO
                  (sette anni prima)

Il nostro chalet in montagna profuma di Pino ed è abbastanza spazioso per ospitare due camere da letto distinte. Ieri sera quando eravamo fuori ho notato come Adam guardava i suoi amici; una sorta di invidia ma allo stesso tempo felicità per loro... mi è dispiaciuto tanto, ero sicura si stesse trattenendo per me, non c'è donna che non cadrebbe ai piedi del mio fratellone.
Quindi quando ieri mi sono avvicinata a lui l'ho abbracciato e gli ho sussurrato «Vai a divertì scemo, mi hai portato via da casa per il weekend almeno divertiti anche tu ora» il suo sguardo prima era incerto poi si è illuminato, mi ha stretto forte, mi ha dato un bacio sulla fronte e mi ha dato le chiavi della nostra casetta. «Su vai a casa, ci vediamo domani mattina sorellina» si è alzato ha finito il suo drink e si è diretto velocemente verso un gruppo di ragazze non accompagnate.

Sto facendo colazione con latte e biscotti quando una bionda ossigenata con il trucco sbavato esce dalla camera di mio fratello che da sul salottino.
«Oh buongiorno» non sono per nulla stupita, ho imparato presto cosa implica Adam più ragazza e camera, le faccio un sorriso veloce e lei risponde con un sorriso di circostanza, più imbarazzata che mai, si in effetti non deve essere un gran che bello sgattaiolare via il giorno dopo...e imbattersi nella sorella minore poi, quasi provo pena.
Dopo cinque minuti mio fratello esce dalla stanza con un sorriso soddisfatto, si lava le mani nel lavello e mi cinge le spalle «Grace non ti ho disturbato vero?» so che è serio «No, sai quando dormo non mi sveglia nulla» gli faccio l'occhiolino e guardo la mia tazza. Da sempre ho imparato a ignorare le urla che ci sono in casa la notte o il giorno quindi senza problemi ignoro mio fratello che si da fare.
«Okay G, ora vai a lavati tra un ora partiamo» detto questo si gira proprio quando qualcuno apre la porta.
Luke con un sorriso sornione appare, al suo fianco Candice. «Allora...la biondina eh» gli batte cinque e Candice gira gli occhi sorridendomi, è veramente bella e si vede lontano un miglio quando le piaccia Luke, l'ho conosciuta solo ieri ma Adam mi ha detto che quei due si girano intorno da anni. «Amico sono contento per te ma fa un favore e mettiti un paio di pantaloni, non mi va che giri in mutande con la mia ragazza tra i paraggi» Adam gira gli occhi e ride, così come Candy.
«Sisi, allora noi ci prepariamo e poi partiamo per la strada che avevi detto
tu giusto?» Adam chiede a Luke che annuisce.
«Faremo correre le ragazze» sto aggrottando le sopracciglia quando Candice si mette a ridere «Oh tranquilla tesoro, non ci faranno correre parlano delle loro auto, sono dei deficienti»  rilascio un respiro, non ho nessuna intenzione di correre, per nessuno.
Quando siamo in macchina tra le strade vuote ma asfaltate Adam, come Luke inizia a premere il piede sull'acceleratore, lo guardo ammirata, adoro questa velocità, e il controllo che ha sulla sua auto è incredibile.
«Dopo posso provare a guidarla in uno spazio a lato strada?» lo chiedo senza pensarci, di getto osservando ancora le lancette che segnano la velocità.
Lui mi fissa senza dire nulla, ci sta pensando seriamente. Poi rilascia un sospiro e dice «Perché no, ma pochi metri» mi fa l'occhiolino e come sempre mi accontenta.

Sto iniziando a pubblicare un libro su Adam e Candice. Lo trovate nel mio profilo.

                      PRESENTE

Rigiro le chiavi della mia Ferrari che avevo nella borsa senza essermene accorta. Ripenso alla prima volta che ho premuto sull'acceleratore tanto da far fare le fusa alla macchina, probabilmente è un vizio di famiglia...Adam, dio quando mi manca quanto vorrei averlo qui e sfogarmi sulla sua spalla, come mi ha sempre permesso di fare.
«Ehi Grace? Sei pronta l'autobus passa tra cinque minuti» faccio una smorfia e annuisco, pronta a diventare una ragazza qualsiasi, senza ville giganti in giro per il mondo, senza macchine da migliaia di dollari e senza il fratello migliore del mondo.

Sono passate tutte le ore della mattinata, e sono seduta con Matt a pranzo. Continua a parlare degli allenamenti e a me non potrebbe fregare di meno ma cerco di sorridergli comunque.
«Ehi» una voce squillante fa girare le teste, e Madison con i capelli raccolti i una coda e il corpo fasciato da un completo da cheerleader orrendo, mi fa un sorrisetto falso.
«Volevo dirvi che venerdì dopo la partita di basket ci sarà una festa a casa mia...sei...eh siete invitati» fa un bel sorriso a Matt che per un secondo alza il sopracciglio poi si rilassa.
Quando lei gira suoi tacchi e se ne va mi prudono le mani per il nervoso.
«Che stronza» sibilo piano «Noi andiamo a quella festa e le facciamo vedere che siamo cazzo» sono sicura che se sapesse che sono veramente non farebbe la gatta morta ma mi servirebbe pur di essere invitata a una delle serate galanti che mio padre organizza.
«oh no, noi non andremo da nessuna parte dopo la partita. Ti devo ricordare che non dobbiamo attirare l'attenzione e rischiare di essere scoperti? Direi che possiamo anche evitare una cavolo di festina del liceo.» Matt ha ragione, ovviamente, ma quella stronza mi manca di rispetto e la vena di mio padre che c'è in me mi fa andare su tutte le furie.
Non le è ancora chiaro contro chi si è messa.

<<mine story>>

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