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«Stai andando su e giù nel mio salotto da cinque minuti mentre qualcuno continua a suonare il campanello e pretendi che non faccia domande?» c'è un tono ironico nella sua voce ma non c'è molto da ridere.
«Ho fatto una cazzata a coinvolgerti» ripeto.
«Questo lo hai già detto tesoro, ma quello che non mi è chiaro è perché non mi lasci chiamare la polizia. Questo certino mi sta urtando i nervi» ha le braccia incrociate e non potrebbe essere più bello, ma non è quello che dovrei pensare.
«Si, ora vado e ci vediamo domani a scuola» senza dargli il tempo di capire esco da casa sua e lo sento urlami dietro ma è troppo tardi. Ho già aperto il cancello e la brutta faccia di zio Manny, così si fa chiamare, mi sorride. «Bambina, sei stata cattiva»

«Questa volta ti porto a casa perché domani ho un viaggio in Messico di lavoro, ma sappiamo entrambi che ne discuteremo al mio ritorno; chi è quel tipo?»
Lo zio Manny mi sta scaricando davanti a casa dopo avermi fatto fare in macchina cento metri.
«È un mio compagno, posto sbagliato al momento sbagliato.»
«Come vuoi tesoro. Conto sul fatto che ti comporterai meglio nel prossimo periodo. Ora vado bambina» mi da uno schifoso bacio languido e io corro in casa per non mettermi a piangere davanti a lui.
«Dove sei stata?» mio padre con un bicchiere di whisky in mano mi guarda annoiato. «Lasciami in pace cazzo» corro di nuovo in camera e mi addormento a pancia in giù e la faccia nel cuscino.

Il telefono che vibra mi sveglia. Lo tiro fuori dalla felpa e ci metto un po' a capire dove sono e perché sono vestita. Fuori c'è il sole e sembra una bella giornata ma so che non è così.
Il telefono continua vibrare; è mio fratello, non ho voglia di parlargli ora. Non ne ho le forze.
Corro in bagno e mi sistemo abbastanza da poter andare a scuola. Mi lego i capelli in una coda alta e una camicia blu e i pantaloni nuovi comprati da Prada prima di partire si abbinano perfettamente. Mi metto delle scarpe sportive anche se non sono abituata e vado alla mia macchina senza degnare mio padre di uno sguardo mentre esco di casa.
Appena accendo la macchina il vibrare del motore mi calma subito e mi sento meglio. Esco dal garage e davanti mi trovo Matthew sorridente. Sale in macchina e inizia a parlare.
«Premettendo che voglio una spiegazione per ieri, buongiorno bellezza. Magari un giorno me lo fai guidare questo splendore così facciamo una figura migliore a scuola, io da passeggero faccio ridere.»
All'inizio lo guardo male e vorrei prenderlo a sberle poi mi ricordo che non me ne frega un cazzo di nulla, quindi esco dall'auto e faccio il giro, apro la sua portiera «Guida allora» mi fa un sorriso che toglie il fiato, mi da un bacio sulla guancia, poi corre dalla parte del guidatore e riaccende il motore. «Facciamo scaldare questa bambina» mette in moto e esce dal quartiere residenziale a tutta velocità. E cazzo mi fa ridere, tanto che non mi ricordo l'ultima volta che ho riso così tanto. Ha la faccia concentrata più bella del mondo e ogni tanto ammicca giusto per farmi scaldare ancora di più. Quando entra nel parcheggio della scuola abbiamo tutti gli occhi puntati addosso, ma sembra meno brutto con lui affianco.
«Ehi, grazie dolcezza» mi da una altro bacio sulla guancia e poi esce. Fa il giro e mi apre la portiera. «Spero tu mi permetta di fare anche un entrata pazzesca dentro la scuola, cosa che posso fare solo con te al mio fianco» un altro occhiolino. Scuoto la testa ridendo e gli do la mano. Mi trascina dentro e solo finché succede mi rendo conto di quanto sia sbagliato e giusto allo stesso tempo. Non devo avere legami ma infondo non posso smettere di fare quello che mi piace, e non mi piace fare nulla al momento quindi la compagnia di questo ragazzo potrebbe essere l'inizio di una nuova felicità.
«Bene bene, Grace si è presa anche il ragazzo...» Maddie mi guarda con disappunto ma non mi fa nessun effetto, se non pena. «Come mai hai iniziato a frequentare la puttanelle di Las Vegas, Mat?» mi sorride alzando il sopracciglio. Cazzo, lei sa.
Tutto intorno a noi si crea un alone di bisbigli. «Pensi di poter venire qui e fare quello che vuoi piccola stronza. So tutto su di te e i servizi che fai in giro, si da il caso che i nostri padri si conoscano e non ci è voluto molto per avere informazioni sulla tua vita sregolata» mi gira la testa, doveva essere un nuovo inizio.
Sento che Matthew si è irrigidito al mio fianco e non lo biasimo.
Ti prego, ti prego, ti prego non deludermi anche tu.
Me lo ripeto finché anche lui si gira a guardami negli occhi e mi fa un cenno «Ci vediamo dopo Grace» scuote la testa e si allontana.
E così anche lui mi ha deluso, come tutti gli altri. Sai che novità.

<<mine story>>

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