XX

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La mattina passa anche troppo velocemente. Per mezzo giorno sono già stato rilasciato dall'ospedale e sono già arrivato a casa. Non appena metto piede all'interno dell'appartamento mi sento stranamente al sicuro, come se fino a questo momento non lo fossi mai stato.

Imposto la sveglia e mi sdraio sul letto, sperando di riuscire a riposare prima dell'asta di questa sera. Non posso di certo abbandonare Juliet, ma non posso nemmeno permettermi di rischiare troppo. Dovrei essere ancora in convalescenza.

Quando il rumore fastidioso della sveglia mi fa aprire gli occhi, inizio a riflettere su quando mi sono addormentato. Non me ne sono nemmeno accorto.

Vado in bagno, iniziando a spogliarmi per fare una doccia. La grande garza sulla ferita copre quasi tutto l'addome e non riesco a capire per quale motivo non l'abbiano semplicemente fatta della misura esatta. Inizio a toglierla lentamente facendo qualche smorfia di dolore, notando poi il punto in cui era entrato in proiettile perfettamente ricucito.
Finisco di spogliarmi ed entro in doccia, facendo attenzione a qualsiasi movimento. Non posso permettermi che saltino i punti.

Una volta uscito anche dalla doccia mi asciugo velocemente, fermandomi però a guardare la mia immagine riflessa nello specchio.
A parte le occhiaie e la cera leggermente più bianca del solito sono ancora me stesso.

Rimetto una garza pulita e poi scelgo un vestito gessato abbinato ad una delle mie camice preferite. Una volta che il risultato è completo, prendo il cappotto ed esco di casa.

Sono in orario.
O almeno, penso di esserlo. Non mi hanno avvertito di eventuali cambiamenti così ho semplicemente dato per scontato che dovessi essere là alle otto.

La mostra, come ieri, é piena di gente e questo mi appare abbastanza sospetto. Come può essere possibile che le persone siano volute tornare qui nonostante ci sia stata una specie di sparatoria? Più ci rifletto, mentre mi dirigo verso punto d'incontro, più mi accorgo che probabilmente è stato tutto smentito dall'FBI e i presenti sono stati persuasi dal rivelare qualcosa. Furbi, peccato che abbiano trascinato tutta quella gente in un giro d'affari e misteri più grande di noi.
Che bel casino.

Non appena supero la porta, sia Juliet che Atkins si girano discatto nella mia direzione.

È possibile che questa ragazza sia ogni giorno più bella?
Il tessuto arancione corallo del vestito a stile impero è decorato da una cintura color oro appena sotto il seno, conferendole un aspetto quasi divino. I capelli le ricadono in morbidi boccoli sulle spalle e, questa sera, invece delle lenti porta una montatura molto elegante e raffinata. Scommetterei qualsiasi cosa che ogni donna su questa terra vorrebbe avere il suo guardaroba. Sapevo che gli agenti Federali guadagnavano abbastanza, ma Juliet ne è davvero la prova vivente.

"Lo sapevo"
Afferma lei, sorridendo prima verso di me, poi verso Atkins.

"Ragazzo, vuoi proprio finire male?"

"Perché?"
Chiedo, arrivando finalmente al loro fianco, togliendomi la giacca e appoggiando le chiavi del mio appartamento sul tavolino di fronte a noi.

"Cosa sei venuto a fare qui? Sai anche tu che potrebbe esserci Saynor e potrebbero esserci i suoi uomini"
Mi rimprovera Atkins, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Sono rischi del mestiere"
Borbotto semplicemente alzando le spalle.

Sono rischi ai quali non vorrei mai andare incontro, ma purtroppo non sempre si può decidere.

"Che poi, hai una vaga idea del perché Saynor abbia deciso di uccidere te e Juliet?"
Effettivamente ho apportato un paio di teorie riguardo questa cosa. Il punto è che nessuna mi piace.

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora