XXXIII

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Dopo aver passato il resto del venerdì e praticamente tutto il sabato a chiedermi perché abbia agito in questo modo, mi ritrovo nella lussuosa residenza di Saynor con un vestito troppo elegante, un sorriso troppo falso e il cuore ormai spezzato.

Atkins è stato il primo ad informarsi sul mio stato d'animo e non ho potuto nascondergli la mia delusione. Anche lui aveva intuito ciò che stava succedendo fra noi due e, quando ha capito che se ne era semplicemente andata senza avvisarmi di nulla, mi ha abbracciato. Così, su due piedi e senza tanti giri di parole. Ho apprezzato il suo gesto; così come ho apprezzato il fatto che mi abbia lasciato tutta la giornata libera. Non che io abbia fatto grandi cose visto che sono rimasto chiuso nel mio appartamento ad autodistruggermi con milioni di ipotesi; ma è stato comunque un gesto apprezzato.

Bevo un sorso del vino che ho nel bicchiere e non posso fare a meno di pensare a quanto questo colore rosso mi ricordi quello del sangue. È un pensiero involontario ma praticamente automatico.

"Mendes, ci sei?"
La voce di Atkins all'auricolare è forte e chiara e mi fa distrarre.

"Sì"
Rispondo sotto voce appoggiando il bicchiere su uno dei vari tavolini esageratamente decorati da fronzoli e fiori nella sala decisamente appariscente.

"So che stai pensando all'agente Moreau, ma ti chiedo di rimanere focalizzato sulla missione. Potrebbe essere la nostra occasione per catturare la Dama Nera"
Non mi piace il fatto che stia iniziando a capirmi così bene; ma non posso non dargli ragione. Questa potrebbe essere la nostra ultima ed unica possibilità.

Mi sistemo la cravatta nera e la giacca del medesimo colore, facendo un respiro profondo.

"Ci sono"
Ripeto sempre cercando di non alzare troppo la voce per evitare che qualcuno possa prendermi per pazzo.

"Bene"
Sentenzia Atkins mentre io inizio a guardarmi intorno ormai per la centesima volta.

Ancora non si è capito cosa sappia Saynor sul mio conto e sono convinto di non volerlo assolutamente sapere.

Cerco di confondermi maggiormente fra la folla; ma quando qualcuno appoggia una mano sulla mia spalla capisco di non essere riuscito nel mio intento.

"Nicholas, che gioia rivederti"
Dall'ultima volta che l'ho visto le sue occhiaie sembrano essersi accentuate notevolmente e non posso fare a meno di esserne felice. Gli sta bene. 

"Saynor"
Lo saluto con un sorriso palesemente finto mentre gli stringo la mano che mi ha posto.

"Come stai, ragazzo?"

"Dovrei rispondere calcolando che uno dei tuoi uomini ha cercato di uccidere Elizabeth e ha quasi ucciso me o non dovrei calcolare questa parte?"
Chiedo con un ghigno sul volto mentre lui non si scompone minimamente.

Nervi d'acciaio, mi dicono.

"Oh, quello è stato solo un piccolo incidente. Un fraintendimento da parte mia"
Ah fantastico, abbiamo entrambi rischiato la vita per un fraintendimento. Questa era la ciliegina sulla torta che mi mancava!

"Per questo fraintendimento, abbiamo rischiato di morire"
Ringhio evidenziando la gravità della situazione e strappando una risata all'uomo che mi è di fronte.

"Errare è umano, ragazzo. Le informazioni che mi sono fatto procurare sul tuo conto non mi sono piaciute e ho pensato di agire immediatamente, poi la situazione si è fatta più chiara e nessuno ha più cercato di farti del male, o sbaglio?"
Stringo i pugni lungo il corpo per evitare di fargli sbattere la testa contro uno degli spigoli di un tavolino. Per lui è stato un errore? Ha un cuore quest'uomo? Una coscienza? Un qualcosa che possa essere definito umano?

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora