XXXIV

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I movimenti così lenti e delicati della Dama Nera sembrano essere a rallentatore e, quando la maschera cade finalmente a terra, tutto sembra fermarsi.

Tutti sono immobili.
Alcuni sono sconvolti.
Altri increduli.
Altri ancora hanno sguardi accusatori.
E poi ci sono io.
Io che provo solo e soltanto una grande tristezza.

"Juliet?"
Domando con voce tremante e i suoi occhi puntati ancora su di me. Le sue labbra si alzano in un sorriso accennato e questo non fa altro che aumentare il mio dolore.

È sempre stata lei la Dama Nera? Lei che è sempre stata al mio fianco? Che mi ha aiutato? Che mi ha fatto provare queste emozioni così diverse fra loro? Lei che mi ha fatto impazzire lentamente?

"È meglio se tu mi chiamassi Kara"
Esclama lei, facendomi fare una smorfia confusa.

Atkins è ancora al fianco di Saynor e sta finendo di mettergli le manette, ma dalla sua espressione posso benissimo capire quanto sia confuso, scioccato e deluso.

"Il mio vero nome è Kara, non Juliet"
Precisa lei mentre il sorriso che aveva sul volto si spegne all'improvviso, quasi come se si fosse resa conto solo adesso di quello che sta succedendo.

"Sei sempre stata tu?"
Non c'è nessun bisogno di specificare. Sa benissimo a cosa mi riferisco.

Le mani mi tremano, vorrei solo uscire da qui, rompere qualcosa e poi urlare a pieni polmoni. Urlare per quello che ho appena scoperto. Urlare per liberarmi da tutto. Urlare perché ho sempre avuto tutto sotto il naso e non ci ho mai fatto caso. Urlare perché, porca puttana, mi sono innamorato di una ragazza che credevo fosse diversa! Ho sempre creduto di fare la cosa giusta stando lontano da lei. Ho sempre creduto che l'avrei distrutta, rovinata. E invece l'ha fatto lei con me. Siamo fatti della stessa pasta. Anche lei è una ladra. Non lo è sempre stata, ma lo è diventata e questo è sufficiente.

Eppure, questo non mi consola affatto. Mentire fa parte di questo lavoro, ma fino a dove si è spinta a mentire? Su cosa ha mentito? Solo sul suo lavoro come agente dell'FBI e sulla sua identità o anche su altro?

In qualsiasi caso adesso ho davvero la conferma che è tutto andato a puttane e, questa volta, io non c'entro. È stata lei a fare tutto. 

"Sì, sono sempre stata io"
Risponde dopo alcuni momenti di silenzio prima che io mi giri verso la parete al mio fianco e ci tiri un pugno. Non mi importa del dolore provocato da questa mia azione perché niente potrà superare quello che sto provando adesso. Scuoto la mano dolorante, stringendo la mascella prima di girarmi ancora verso di lei. 

Lo spazio circostante è nel silenzio più assoluto. Non ci rimarrà ancora per molto.

"Mi hai mentito!"
Urlo nella sua direzione facendole fare un piccolo salto sul posto, probabilmente per la paura.

Lentamente tutti gli agenti, sotto ordine di Atkins, escono dal piccolo spazio, lasciandoci relativamente soli. La presenza di Atkins si sente abbastanza, ma capisco anche che non possa andarsene. Non può rischiare ora che abbiamo scoperto chi è e, soprattutto, ora che ce l'abbiamo in pugno.

"Sì, hai ragione. Ti ho mentito su tante cose"
Esclama avvicinandosi a me e facendomi fare alcuni passi indietro per il disgusto. Non voglio avere nulla a che fare con lei. Non voglio che si avvicini ulteriormente.

Anche io mi sono comportato come lei, anche io ho mentito, anche io non mi sono fatto scrupoli, anche io ho ferito tante persone; ma solo ora capisco davvero cosa significhi subire le conseguenze di un girone di bugie infinite. Ci si sente uno schifo.

A questo mio gesto anche lei si blocca sul posto, probabilmente capendo quello che sto provando in questo momento.

"Ti ho mentito, vi ho mentito, su tante, troppe cose. Ma Shawn, non ti ho mai mentito sui miei sentimenti"
Spiega debolmente guardandomi negli occhi.

TUTTA COLPA DI SHAWN MENDESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora