Dopo aver scoperto, grazie anche alla Dama Nera stessa che i numeri ricavati non erano altro che il codice per la stanza dei quadri di Saynor, ci siamo entrambi affrettati a cambiarci ed andare al Bureau.
E ora mentre siamo nel mio ufficio, aspettando che arrivi Atkins, nessuno dei due riesce a stare fermo. L'agitazione è palpabile.
"Siamo arrivati alla conclusione di un'enigma" Afferma lievemente Juliet come se non riuscisse nemmeno a crederci.
"Ora ci rimane solo da capire chi si nasconde sotto l'identitá della Dama Nera"
"Su questo non penso ci aiuterà molto" Borbotta lei, incrociando le braccia al petto.
Si è rimessa i vestiti che aveva ieri, ma nonostante la fretta e il fatto che non sia truccata, sta comunque benissimo.
"No, certo che no. Ma i messaggi che ci ha lasciato mi fanno capire molto di lei. È metodica, calcolatrice, non sbaglia mai, ha un'amore innato per i numeri e soprattutto si è fatta prendere molto la mano con questi furti e questi enigmi" A questa mia spiegazione Juliet mi guarda dubbiosa.
"E quindi?"
"E quindi sono sicuro che riusciremo a trovare un modo per arrestarla. Bisogna solo continuare a studiare i suoi movimenti. È solo in questo modo che riusciremo a precederla. Lei non si fermerá e, come lei, nemmeno noi" Esclamo con un sorriso stampato in volto.
"Possiamo farcela" Afferma lei, sorridendomi a sua volta, proprio mentre Atkins spalanca la porta ed entra all'interno dell'ufficio.
"Voi due. Venite con me" Il tono autoritario e duro con il quale pronuncia queste parole ci fa entrambi obbedire all'istante. Qui sta succedendo qualcosa di strano.
Lo seguiamo in silenzio fino all'interno di una stanza che non avevo mai visto prima. Inizio a pensare che io non ho visto praticamente nulla di questa struttura.
Quasi tutti gli esponenti più importanti della missione sono seduti intorno ad un tavolo in legno e, non appena io e Juliet entriamo, si girano nella nostra direzione.
Cosa sta succedendo?
Atkins ci fa segno di accomodarci prima di avvicinarsi al suo computer che è, a sua volta, collegato ad un proiettore.
Kerstin, una delle stagiste, passa una tazza di caffè sia a me che a Juliet, facendocela accettare con piacere. Non so perchè, ma ho come l'impressione che ci servirá.
"Come ben sapete stiamo seguendo questo caso da ormai troppo tempo" Annuncia Atkins facendoci girare verso la sua direzione.
Tutta questa situazione mi sta mettendo ansia. Molta ansia. Troppa ansia.
"Ma, grazie alle prove ottenute ed analizzate si è riusciti ad arrivare ad un nome" Continua, mostrando con il proiettore i post-it che gli abbiamo consegnato e in successione tutti i quadri rubati.
"Un nome da associare alla Dama Nera?" Chiedo palesemente scioccato mentre Atkins annuisce nella mia direzione.
"Kara Murphy" Esclama prima che Juliet, dietro di me, lasci cadere la sua tazza a terra.
I frammenti di ceramica si spargono sul pavimento mentre il liquido si espande lentamente.
Tutti ci giriamo nella sua direzione e non posso fare a meno di notare la sua espressione sconvolta.
Cerco di capire per quale motivo possa essere così scossa e, non appena realizzo chi potrebbe essere quella ragazza, anche io spalanco gli occhi.
"Agente Moreau? La conosci?" Chiede una ragazza forse poco più grande di me, probabilmente dando voce ai pensieri di tutti.
Se è come la penso io, la conosce eccome.
"È mia sorella" Borbotta Juliet, con le mani tremanti e incapace di muoversi.
È esattamente come pensavo.
-Piccolo Spazio per voi- E nulla, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto😇😈 Lascio a voi i commenti e vi lascio con questa visione celestiale❤
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