XXIII

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Dopo aver passato la maggior parte della mattinata a teorizzare che le date dell'indizio siano quelle del giorno della rapina e non quelle del dipinto stesso, direi che non abbiamo risolto assolutamente nulla.

"Non è possibile"
Mi lamento, appoggiandomi allo schienale della sedia e lasciando sulla scrivania tutti quei fogli inutili. Ormai non si vede nemmeno il legno visto che è interamente cosparsa dal bianco dei fogli che abbiamo utilizzato.

"Non ce la faccio più"
Esclama Juliet anche lei rilassandosi sulla sedia.

Fuori è già diventato buio e il nostro orario di lavoro sta per finire, ma nonostante questa gioia, sento tutta la stanchezza riaffiorare.

"Abbiamo passato una giornata interna a lavorare e non siamo arrivati nemmeno a mezza conclusione plausibile"
Continuo io, massaggiandomi le tempie.

Ho un leggero mal di testa, ma so per certo che pian piano aumenterà. Appena arrivo a casa devo prendere qualcosa e riposare.

"In realtà abbiamo trovato molte soluzioni plausibili, il problema è che non abbiamo la minima idea di quale possa essere quella esatta"
Afferma Juliet facendomi rendere conto che non ha tutti i torti.

Abbiamo praticamente scartato tutto il lavoro fatto la sera scorsa e composto altre centinaia di opzioni. Perché diamine ci devono essere di mezzo i numeri? Ammetto che anche io li avrei utilizzati per destabilizzare il nemico, ma solo adesso capisco davvero cosa si prova ad essere dall'altra parte.

Mentre continuo a pensare a quante volte Atkins si sia trovato nella situazione di dover capire qualche mio piano, Juliet si alza dalla sedia e si infila il suo cappotto.

"Abbiamo finito. Ti conviene andare a casa e riposare"
Esclama lei, raggruppando tutti i fogli in un pacco ben ordinato prima di passarmi la mia giacca.

"Grazie"
Dico, alzandomi in piedi ed infilandomela.

Lei si avvicina velocemente per poi lasciarmi un leggero bacio sulla guancia e sorridermi.

"Ci vediamo domani, Shawn"
E detto questo esce dal mio ufficio facendo in modo che i suoi tacchi risuonino in tutta la lunghezza del corridoio.

Guardo un attimo la stanza, sistemando le ultime cose che erano rimaste in disordine per poi avviarmi verso l'uscita della mostra.

L'aria fredda mi colpisce in pieno e mi ritrovo a pensare che tutti questi sbalzi di temperatura saranno micidiali per la mia salute. Com'è possibile che all'interno della mostra si riesca a stare in maniche corte e qui fuori ci vogliano come minimo tre maglioni e due giacche per stare bene?

Cammino velocemente per le strade ancora affollate, continuando a pensare a quale sia la soluzione più plausibile che ci possa portare alla risoluzione di tutto questo. E, più ci penso, più mi rendo conto che è tutto un casino immenso e in questo momento, con il mal ditesta, non mi conviene assolutamente continuare a rimuginarci sopra.

Non appena arrivo al mio palazzo ed inizio a fare le scale per arrivare al mio appartamento, stilo mentalmente una lista delle cose da fare appena vi metterò piede dentro.

Prendere qualcosa per il mal di testa.
Fare un'altra doccia per rimettermi.
Cambiarmi.
Farmi una tisana.

La mia lista si interrompe all'improvviso quando mi accorgo della presenza di un post-it sulla porta del mio appartamento.

Ti facevo più iNtelligente, Mendes. Una cOmbinazionecosì seMplice ed Elementare, con un indiziOcosì cruciale, avresti dovuto risolverla in un istante. Non è che ti starai distraendo troPpo? Con l'AgEnte Moreau, forse?
Baci, K.
Ps. Si, Mendes, le date da prendeRe inconsiderazione sono quelle delle rApine.

Guardo a destra e a sinistra, per cercare di vedere se c'è ancora qualcuno, ma sono estremamente solo. Come diavolo ha fatto a scoprire dove abito?

I miei pensieri vengono immediatamente interrotti dalla suoneria del mio cellulare.
Lo prendo velocemente e, riconoscendo il nome di Juliet sullo schermo, ho come il presentimento di sapere giá cosa mi vuole dire.

"Mi ha lasciato un messaggio"
Esclama non appena rispondo alla chiamata, non lasciandomi tempo di dire nulla.

"Anche a me. Cosa c'è scritto sul tuo?"

"Un'agente dell'FBI qualificata come te non dovrebbe essere più intelligente, Moreau? Una combinazione così semplice, con un indizio così cruciale, non era così difficile da risolvere. Non è che ti starai divertendo un po' troppo con Mendes? È lavoro Agente, ricordalo.
Baci, K
Ps. Si, Moreau, avevi ragione. Le date sono quelle delle rapine "
Recita tutto d'un fiato, facendomi rendere conto che sono praticamente le stesse identiche cose che ci sono scritte sul mio bigliettino.

"Anche nel mio ci sono scritte più o meno le cose"
Affermo, tirandolo via dalla porta ed inserendo le chiavi per entrare all'interno dell'appartamento.

"Quindi anche le lettere evidenziate sono le stesse?"
Chiede lei, facendomi riportare l'attenzione sul bigliettino. Non ho avuto tempo di farci caso.

"Probabilmente si"
Esclamo chiudendomi la porta alle spalle e rimanendo fermo davanti ad essa.

"Quindi questo è il nostro nuovo indizio"
Continua lei.

"I nomi delle opere"
Esclamiamo all'unisono spezzando quegli attimi di silenzio che si erano creati dopo la sua frase.

Le date delle rapine sono correlate ai nomi delle opere.

"Cosa facciamo adesso?"
Chiede lei, riportandomi alla realtà.

"Ce la fai a venire da me in un quarto d'ora? Io avviso Atkins nel frattempo"

"Dammi venti minuti. Devo cambiarmi, prendere la macchina e arrivo"
Ribatte lei mentre io sento scorrere l'anta di un armadio.

"Perfetto"
E detto questo chiudo la chiamata e compongo il numero di Atkins.

Adesso si che siamo nel bel mezzo dell'indagine e ci sarà da divertirsi.



-Piccolo Spazio per voi-
Abbiamo capito di che date parliamo e adesso sappiamo che c'è una relazione fra opera e data. Fantstico, no?😍
Vi salutiamo sia io che Shawn, kisses😘❤

 Fantstico, no?😍Vi salutiamo sia io che Shawn, kisses😘❤

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