Capitolo 2

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ZAYN'S POV

Dannazione dove si è cacciato Louis? Mi serve altra roba, altrimenti domani non riesco a fare abbastanza soldi e poi il capo chi lo sente?

Dei passi con una cadenza strana, leggeri come una piuma, mi distraggono e apro gli occhi dopo aver esalato tutta la nicotina, la mia vecchia amica, che prima o poi sarà quella ad uccidermi. Poco lontana da me c'era una ragazzina minuta e talmente fragile da potersi spezzare con il tocco leggero di un dito. Non l'avevo mai vista a Bradford ed era una cosa strana dato che io conoscevo quasi tutti i ragazzi di qua, per via del mio lavoro. La ragazzina cammina sul marciapiede e alza gli occhi distrattamente, guardandomi dritto nei miei, come a scrutarmi dentro. Noto un leggero sussulto da parte sua, come se quel contatto l'avesse scossa in qualche modo, poi delicatamente si sistema i grandi occhiali sul naso e continua a camminare. Ha dei pantaloni della tuta qualche taglia in più e un maglione largo che la fa sembrare goffa e ingombrante. Ma i suoi occhi catturano la mia l'attenzione, sono due pozzi scuri di emozioni che scrutano dentro la mia anima.

Mi guardo intorno e di Louis nemmeno l'ombra, sarà sicuramente in ritardo, come al suo solito e quindi decido di seguirla, un po' per gioco e un po' per curiosità cammino qualche metro dietro di lei, ho una irresistibile voglia di sapere qualcosa in più di lei. Cercavo proprio una come lei, avevo voglia di divertirmi e sembrava la vittima giusta.

VALERIE'S POV

Continuo a camminare verso scuola sempre sentendomi osservata, come sotto un microscopio. Scrollo le spalle cercando di levarmi questa orribile sensazione di dosso ed entro nel grigio edificio scolastico. Ad un tratto noto un ombra, appena prima di salire le scale, che sembra muoversi dietro i pioppi della via alberata davanti a scuola, ma poi mi tolgo gli occhiali e pulisco le lenti con un lembo del maglione. Saranno tutte mie fantasie e probabilmente mi sto immaginando tutto.

Entro in classe e non c'è ancora nessuno, come sempre. Arrivo prima perchè odio entrare in quel posto con il vociare degli altri già ai massimi livelli, preferisco arrivare presto ma godermi qualche minuto di sacro silenzio. Prendo sempre il posto al primo banco, non che ci sia la fila per accaparrarsi quella sfortunata postazione, sia chiaro, ma io preferisco così.

Oggi ci sono due ore di matematica. Io amo matematica, è la mia materia preferita, perché è tutto sicuro, non c'è nulla lasciato al caso. Tutto sembra incastrarsi perfettamente e c'è una via per risolvere tutto, basta seguire le regole, non devo inventarmi niente, è tutto lì, solo da eseguire meccanicamente. Probabilmente sarà tutto dovuto alla mia mania di controllo e all'odio che provo per le situazioni nuove e inaspettate come l'incontro di stamattina. Apro il quaderno e mi immergo nel mio mondo di numeri e lettere. Faccio esercizi per passare il tempo, perché non mi va di parlare con gli altri. Per questo sono stata etichettata sin dal primo giorno come "quella strana".

« Oh mio dio Megan! Mark ti ha invitato alla festa! Gli piaci di sicuro. Domani andiamo in centro e compriamo un vestito adatto per sabato sera »

Strilla acutamente una mia compagna di classe, di cui non so nemmeno il nome, entrando in aula. Non si degna nemmeno di salutarmi visto che ci sono solo io e a nessuno importa. Ignoratemi pure, fate finta che non ci sia e che la mia presenza scomoda non vi imbarazzi.

Io non sono mai andata a una festa però,  inizio a pensare e chiudo il quaderno, fantasticando su come sarebbe avere tanti amici e una vita da favola. E non ho nemmeno mai avuto un ragazzo, solo il pensiero che qualcuno possa lontanamente interessarsi a me mi fa ridere, impossibile. Mi piacerebbe vivere una adolescenza normale a volte, divertirmi e fare esperienze memorabili, ma non ho nessuno con cui fare queste esperienze ed è colpa del mio caratteraccio.

Shadows | Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora