VALERIE'S POV
I miei compagni di classe si riversano a fiumi oltre la porta dell'aula appena prima che suoni la campanella, per evitare una ennesima nota di ritardo. Sbattono gli zaini sui banchi senza ritegno e cominciano a chiacchierare rumorosamente.
Io li guardo sempre sciamare da una parte all'altra della classe, senza meta, in un continuo vagare. Come delle meteore. Io invece sono uno statico pianeta che guarda tutto muoversi. Sono destinata a rimanere sulla mia rotta, sempre uguale. La mia routine è una sicurezza, l'unica che rende la mia vita stabile in mezzo al caos che è la mia famiglia, anche se a volte comincia a starmi stretta.
La campanella suona finalmente e tutti si siedono ai banchi in modo composto in attesa della professoressa, in attesa dell'inizio di una ripetitiva e noiosa giornata di scuola.
La prima ora c'è filosofia. Una materia che io ritengo davvero pallosa, senza senso. Non ho voglia di inerpicarmi per ragionamenti che non hanno una apparenza logica. Allora penso. Alla mia matematica, tanto amata. Sono sempre stata una razionale, anche nei sentimenti, ed è per questo che ho sempre faticato a fare amicizia e creare relazioni stabili con qualcuno.
L'anno scorso avevo deciso di andarmene di casa per poter frequentare questo liceo, questa decisione era stata la prima ad aver innescato un cambiamento e aveva scombussolato il mio equilibrio mentale. Nel mio paesino di campagna la massima aspirazione era saper cucire i calzini e non era quella la mia strada, ne ero sicura. Avrei voluto fare grandi cose. Se solo il mio carattere non fosse stato così chiuso...
Quindi ora sono qui e abito con mia cugina. Si chiama Amanda e lavora come barista in una discoteca. Fà una vita opposta alla mia e faccio realmente fatica a comprenderla. Praticamente sta via tutta la notte e il giorno lo passa a dormire in camera sua, quindi non avevamo nemmeno occasione di creare un rapporto di qualsiasi tipo. Meglio, tutto sommato, meno gente ho fra i piedi e meglio è.
"Introversa e solitaria ma con grandi capacitá". Così mi descrivevano le mie maestre delle elementari e medie. Poi tutto si è riassunto in "sfigata" all'inizio del liceo, che mi aveva segnato per i due anni precedenti. Non ci soffrivo per questa cosa all'inizio, perchè credevo sarebbe passato tutto e che la gente si sarebbe dimenticata dell'etichetta che avevo stampata in fronte. Infondo non mi interessava di quello che pensava la gente all'inizio, ma ora pesava, molto.
<< Signorina Lewis, ci faccia venire a conoscenza delle sue profonde riflessioni su questa frase >>
<< ehm... ehm... >> Mi schiarisco la voce e mi arrampico sugli specchi per dire qualcosa di sensato.
Un otto. Niente male, me la cavo sempre alla fine.
*due ore dopo*
La campanella della ricreazione suona e tutti si alzano facendo scivolare all'indietro le sedie, pronti ad attaccare le macchinette ed a svaligiarle. Il metallo a contatto con il pavimento produce sul suono secco e gracchiante.Lo odio da morire. Nel frattempo io metto a posto con cura i libri della materia precedente e tiro già fuori quello dell'ora dopo. Esco dalla classe e quasi tutti i miei compagni si sono volatilizzati tra i corridoi, mischiandosi alla massa.
Ogni mia speranza di socializzare con loro era svanita già il primo giorno di scuola. Ero entrata e tutti gli occhi si erano puntati su di me, una goffa ragazza di quattordici anni. Un risolino. Qualche sussurro. Poi tutto era tornato come prima, come se non fossi mai entrata e non mi fossi mai presentata. A me all'ora andava bene così, almeno non avrei avuto distrazioni durante l'anno.
<< ehi... scusa... sei Valerie Lewis? >>
Una ragazza del primo anno mi picchietta con un dito sulla spalla per farmi voltare.
<< si sono io >> rispondo sorpresa che qualcuno sapesse il mio nome e volesse parlare con me.
<< ho sentito che sei molto brava a scuola e... mia sorella più piccola avrebbe bisogno di una mano... ci stai? >>
E uno sguardo speranzoso si affaccia sul suo volto.
-to be continued-
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Shadows | Zayn Malik
Fanfiction> Mi stupisco del mio coraggio. Lui si ferma un attimo mi guarda. > > Sputo fuori tutto. Parlo ad una velocità impressionante per la paura della sua reazione. > Lo dice con la sua voce bassa e ruvida. Si avvicina a me e mi cinge la spalle. > Gli ch...