Otto

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"C'è qualcosa nel modo in cui ti muovi
che mi fa sentire come se
non potessi vivere senza di te.
Voglio che rimani qui"
-Rihanna, Stay-

Syria

" Stavi flirtando con Jax?"
Cosa? Scoppierei a ridere se non temessi di offenderlo.
E se non fossi tanto lusingata dalla situazione.
" No" rispondo semplicemente, con la massima serietà di cui sono capace, fissandolo con intensità per imprimergli meglio in testa il concetto. Per non lasciargli la possibilità di dubitarne.
Il distacco di poco prima scivola via dal suo viso.
Si avvicina ancora un po', e lo fa con una naturalezza che mi piace, come se ci conoscessimo da una vita e non fossimo pur sempre due perfetti estranei.
" Hai sentito una parola di quello che ti ho detto l'ultima volta?"
" Si, e apprezzo il tuo preoccuparti per me"
" Lo apprezzi ma non te ne frega niente, farai comunque di testa tua" osserva ironico.
Dov'è il ragazzo che mi guardava in quel modo così splendido da darmi alla testa?
" Non avevo capito mi avessi impartito un ordine" odio essere scortese con Ryan, ma se continua su questa strada non riesco a comportarmi altrimenti.
" Non ti ho dato alcun ordine, Syria. Ti ho soltanto avvertita di non cominciare a giocare con Jax perchè finiresti per farti male. E mi eri sembrata abbastanza matura da saper distinguere un gioco leale da uno pericoloso" ribatte frustrato.
É frustrato perchè pensa io non capisca.
" Perchè dai per scontato che sarò io a perdere e farmi male? Conoscerai anche bene lui, ma non conosci me"
" E tu conoscerai anche bene te stessa, ma non Jax. Perchè dai per scontato che sarai tu a vincere?"
Non posso rispondere. Neppure c'è l'ho una risposta.
" Fidati e basta" dico, consapevole del fatto che non ha motivi per fidarsi di me. Ma in teoria non li ha neppure per preoccuparsi tanto, perciò...
Chiudo l'argomento tornando sul tappetino e riprendendo con gli addominali, noto con la coda dell'occhio che stringe i denti per non aggiungere altro.
Venti minuti dopo stabilisce che abbiamo finito, e io decido di stuzzicarlo un po'.
" Non mi fai gli auguri?" gli domando prima di allontanarmi.
" Tanto non ne hai bisogno no?"
Stringo le labbra rassegnata, e vado verso un trepidante Jax. Ha l'aria di attendere questo momento da un sacco di tempo.
Spero di riuscire a mantenere il giusto equilibrio fra il non espormi troppo e il fargli sparire quel sorrisetto presuntuoso.

Il tessuto dei guantoni che avvolgono le mie mani mi regala una sensazione meravigliosa.
" Tanto per chiarire, queste lezioni non cominciano mai con me che fronteggio gli allievi faccia a faccia. Passano ore e ore a sudare contro il sacco da boxe prima di arrivare a questo punto. Se te lo sto concedendo, é per farti togliere lo sfizio. Vuoi giocare? Starò al gioco, non ti farò male. Quando ti sarai stancata basta che me lo dici, e se lo vuoi ancora, ripartiamo dalle basi. Suppongo ti sembri semplice tirare calci e cazzotti, ma serve tecnica e addestramento perfino per quello"
Per una volta Jax usa un tono professionale. E non riesco a capire se è serio o mi sta ancora sfottendo.
" Ricevuto maestro" lo accordo, con un cenno della testa.
" Niente maestro, mi fa sentire vecchio. Puoi usare sensei, mister... mio signore" ammicca.
Oh buon Dio. Questa era pessima.
" Non venero neanche i santi,  figuriamoci te, Jax"
Lui scrolla le spalle e batte i pugni rinchiusi nei guantoni. "Iniziamo. Sarò clemente, promesso. Sali in pedana principessa"
Principessa? Oh, non ha idea.
Lo accontento e mi metto in posizione. Gambe divaricate, braccia sollevate e guantoni davanti il viso.
Mi imita e comincia a molleggiare sulle gambe.
" Attacca" mi intima.
" Attacca tu"
Non devo sfoggiare quello che so fare. Se mi limito a difendermi andrà bene.
" Si concludono qui le tue conoscenze? Metterti in posizione di difesa? Oh Syria. D'accordo, attacco io. Una regola: niente colpi in faccia" ordina serio.
" Vuoi tutelare i tuoi zigomi?"
" Voglio tutelare i miei occhi, gli dispiacerebbe notare che ho rovinato il tuo bellissimo viso"
Che frase da voltastomaco.
Alzo gli occhi al cielo.
" Non far finta di non sapere di avere un bel faccino Syria"
" Sto per addormentarmi" mi lamento.
Un lampo negli occhi e poi vedo un pugno volare verso il mio fianco destro. Lo scanso scattando di lato.
" Bei riflessi" si complimenta, prima di tentare un secondo colpo alla spalla. Mi abbasso e scanso pure quello.
Continua. Al braccio, alla pancia, ancora i fianchi, ancora le spalle.
Li scanso tutti.
Appena un paio di volte la pelle dei guantoni mi sfiora, ma non mi colpisce mai.
Appena Jax si distrae un momento, ne approfitto anche per attaccare.
Riesco a prenderlo su un braccio, ma i colpi seguenti vanno a vuoto perché lui si risveglia in fretta e mi blocca.
Sa il fatto suo anche lui, lo ammetto.
A un certo punto imprigiona le mie braccia tra le sue e mi spinge verso il muro.
Mi mette in trappola e comincia a studiarmi con gli occhi socchiusi.
" Che storia è questa?" mormora serio.
Cazzo, ho esagerato.
" Quale storia? Quella della ragazzina che batte l'istruttore?"
" Non mi hai battuto, quel pugno non vale, ero distratto. Ringrazia Dio che mi affascini tanto la tua lingua lunga tesoro" dice allontanandosi.
Il mio corpo torna a respirare.
" Che onore"
Ride. "Male non fa piacere a me, te lo assicuro"
Lo dice come se fosse a capo di una qualche organizzazione mafiosa.
" Sai come va a finire di solito quando due ragazzi si stuzzicano come facciamo noi?" aggiunge.
La mia faccia disgustata lo fa ridere più forte.
Ribattevo alle sue insinuazioni perché sono una che non lascia mai l'ultima parola, non perchè lo stavo stuzzicando.
Meglio cambiare discorso.
" La prossima volta puoi darmi qualche lezione" acconsento.
Imparare nuove tecniche mi farà comodo.
" Non vedo l'ora"
" Lo spogliatoio dov'è?"
" Accanto alla sala pesi"
" Ci vediamo" lo saluto, e percepisco i suoi occhi squadrarmi le gambe finché sono sulla sua traiettoria.

Esco dallo spogliatoio e intravedo Ryan che sistema gli attrezzi nella sala pesi. È da solo. E poco vestito. E molto sudato.
Contieniti Syria, contieniti.
Mi appoggio con un fianco alla porta e lo osservo mentre aspetto che mi noti.
Ci mette un minuto buono.
Poi mi squadra dalla testa ai piedi mentre si avvicina, le labbra ancora modellate in un'espressione per nulla contenta.
" Sono viva. E tutta intera" provo a scherzare.
" Buon per te"
" Andiamo, non tenermi il broncio"
" Non ti tengo nessun broncio Syria"
Quella non è neanche la sua espressione abituale però.
" Alla fine ho vinto io. Più o meno" lo informo.
" Si, ho visto. Sai cos'altro ho visto? La faccia soddisfatta di Jax. Ti assicuro che lui ha comunque vinto più di te. Sei stata al suo gioco, nonostante io ti avessi avvertita di non farlo"
" Non ha nessuna faccia soddisfatta, è che la sua è fatta così e basta"
" Ce l'ha proprio in questo momento invece una dannata espressione soddisfatta, dietro di te, mentre ci guarda e mi rivolge un ironico sorrisetto compiaciuto. Non se lo toglierà dal volto per giorni, perciò fidati, ha vinto lui"
" Scommettiamo che quel sorriso svanirà nel giro di cinque secondi?"
Alza un sopracciglio e incrocia le braccia. "Gli dai un pugno che lo manderà al tappeto?"
" Meglio" sussurro, colmando quella poca distanza che ci separa.
Poso le labbra sulle sue. Piano, pianissimo. Le sfioro appena.
La sua sorpresa è evidente, e cavoli sono sorpresa perfino io, il mio gesto é stato parecchio intraprendente.
Le braccia di Ryan incrociate sul petto non mi permettono di avvicinarmi abbastanza, di accostare il corpo al suo. Inizio a sciogliere quell'intreccio e lui mi lascia fare, abbandonandole lungo i fianchi.
Gli bacio il labbro superiore finito fra le mie.
Perché non si muove? Ho sbagliato?
Ho frainteso?
Conto fino a dieci, e se non fa qualcosa giuro che mi stacco e scappo via...
Una mano bollente si posa sul mio collo. Mi viene la pelle d'oca proprio lì.
La sua bocca si apre e sento la lingua calda accarezzarmi le labbra.
Le sta esplorando.
Aspetto che tenti di aprirsi un varco e invece si ritira.
Rimane la bocca che si strofina contro la mia.
Dio, che bello.
Gli cedo il controllo ma lui non va oltre quello. È dolce, sensuale, lento, attento.
Si allontana, lo sguardo velato, annebbiato.
Gli è piaciuto.
Anche a me.
" Ci sta ancora guardando?" chiedo a fatica, non riesco a immettere sufficiente aria nei polmoni.
I suoi occhi si spostano alle mie spalle per un attimo.
" È appena andato via"
" E...?"
" Mi sa che si è arrabbiato"
" Bene. Prego Ryan. Hai avuto la tua vittoria anche tu"
Aggrotta le sopracciglia e mi scruta in un modo che non so decifrare.
" Ci vediamo in giro?"
" Una parte di me mi suggerisce già di stare attento con te, Syria" mi risponde.
" E tu ascolta l'altra no?" mormoro.
Inizio ad indietreggiare verso l'uscita, meglio che vada via.
Perché mi è venuta voglia di ricominciare. A baciarlo intendo.
E poi di non smettere mai.

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora