Cinquantadue

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"Noi siamo uno
ma non siamo gli stessi
L'amore è un tempio
l'amore è la più nobile delle leggi
Un amore, una vita
Una vita insieme"
-U2, One-

Ryan

Si è fermato il tempo?
Mi sento come se fosse successo esattamente questo, dentro di me di sicuro tutto è sospeso. Sospeso in un secondo infinito, prima che il cuore prenda a battere come un pazzo, prima che una marea di parole vengano fuori, prima che centinaia di pensieri mi affollino la testa, prima che rialzi gli occhi su di lei guardandola inevitabilmente in modo diverso.
Come se non la conoscessi. Come se non fosse davvero la mia Treccine Rosse la ragazza che mi sta davanti, che ancora mi stringe le mani e che mi guarda spaventata. L'ho trasmesso a lei il mio terrore, e se lo sta tenendo stretto senza fiatare, perchè ora tocca a me, è mia la prossima mossa.
Una campionessa di pugilato.
Quasi quasi mi sento un'idiota per non averlo capito. Per non aver capito che fosse molto più di una semplice adolescente con la passione per lo sport, per non aver capito che era una vincente, una... Troppo. Troppo per la sua età, troppo forse pure per me. Sin da subito l'avevo paragonata a un'eroina dei film, perchè non la vedevo in questo mondo, questo mondo che per quanto è grande su di lei sembra stretto. E ora non riesco più a vederla qui, in questa casa comune, in questa vita monotona, in questa vita con me.
La mia mente sta distorcendo completamente la sua immagine.
Guardo le sue mani ancora intrecciate alle mie, e lentamente me ne allontano.
" Ryan?" mi chiama, con una nota disperata nella voce.
" Sto cercando di ritrovarti. Sto cercando di trovare la mia ragazza nella persona che mi sta di fronte ma... non la trovo più, non la vedo più. Non ti vedo più"
" Che signica che non mi vedi più, sono sempre io..."
Prova a riprendermi le mani per portarle fra le sue. Io invece la afferro per i polsi e resto a fissarle quelle mani. E non riesco a capacitarmi di come possano essere le stesse che mi accarezzavano, che mi spogliavano, che mi stringevano. Adesso vedo mani che fanno male.
" Guardo queste, e le vedo solo tirare pugni, guardo i tuoi occhi e penso che hanno proprio la giusta sfumatura fredda per guardare con superiorità gli avversari contro cui combatti, guardo il tuo corpo e me lo immagino sbattere contro altri pugni, cadere a terra e riempirsi di lividi, e vedo il tuo viso serio, arrabbiato, concentrato... non i tuoi sorrisi, non come diventava dolce per me. Queste immagini nella mia testa non le trovo più, e ho paura di non riuscire a vedere altro, di non riuscire a vedere ancora la mia Treccine Rosse... é come se questa cosa si fosse mangiata tutto. Tutto quello che avevamo costruito, tutto l'amore, tutte le cose belle..."
Il pensiero più infantile di tutti lo tengo per me. E poi sei famosa. Famosa. Che ci fai con uno come me?  Che ci fai con la vita che posso darti io?
" Questa cosa?" ripete ferita. "Questa cosa sono io, e come puoi dire che si è mangiata tutto? Se è bastato così poco per rimpiazzare il mio posto dentro di te con il vuoto, allora quei sentimenti che mi giuravi di provare non erano veri per niente"
" Non.Ti.Permettere." sibilo a un centimetro dal suo volto. "Non ti permettere di dubitare dell'amore che ho provato. Puoi avere da ridire sul modo in cui te l'ho dato, ma non su quello che ho provato. Fanculo, su quello che provo"
Si, perchè se ho imparato  qualcosa è che quando fa tanto male è perchè c'è dietro un altrettanto grande sentimento.
" Esatto, su quello che provi! Sei solo confuso e arrabbiato adesso, lo capisco. Però non trattarmi da schifo, non sputarmi addosso parole che sono coltelli affilati, non guardarmi e non pensarmi come una specie di arma di distruzione"
" Non l'ho detta una cosa del genere"
" No? E allora cos'era tutto quel discorso sulle mie mani? Lo sai quanto fa male pensare che potrebbe essere questo che penserai quando ti toccherò d'ora in avanti?"
" E tu lo sai quanto fa male scoprire chi sei dopo tutto questo tempo che stiamo insieme? Me lo avresti mai detto?"
" Suppongo di si"
" Supponi di si. Fantastico"
Ancora non riesco a digerirlo.
"Avevo bisogno di essere solo io ancora per un po', solo Syria, solo una ragazza con una passione per la boxe. Senza quell'imponente titolo che mi è stato attaccato addosso. Perchè ora è soltanto questo che vedi vero? É quello che vedono tutti una volta che lo sanno. Una donna che ha vinto una medaglia, un'adolescente famosa, una... Non avrei mai potuto dirtelo all'inizio, non potevo rischiare che influenzasse questo sentimento bellissimo che stava nascendo, non potevo permettere che fosse diverso da come è stato -perchè è stato perfetto. E poi, neanche dopo sapevo più come confessartelo. Un po' perchè non c'è un'occasione per tirare fuori una storia del genere, e un po' perche avevo paura di romperlo questo amore che avevo creato con te"
Vorrei che la sua spiegazione non avesse senso, ma ce l'ha. Vorrei che questo bastasse, ma mi ha comunque mentito per mesi su chi era.
" Ne parli come se la odiassi questa etichetta, lo sapevi a cosa andavi incontro"
" Credi davvero che a sedici anni potessi immaginare tutto quello che mi è piovuto addosso dopo aver vinto il campionato? Si avevo previsto un po' di successo, qualche intervista, qualche patito di sport che mi avrebbe fermata per strada. Ma non che avrei vissuto qualcosa che non si poteva più neanche chiamare vita. Non che tutti mi avrebbero trattata come se fossi un oggetto, non che non avrei più avuto amici veri, non che i ragazzi mi volessero per vantarsi di essere stati a letto con me, non che avrei trovato messaggi anonimi sotto la porta che mi minacciavano di morte se non mi fossi ritirata. Lo so che ora mi vedi più matura dell'età che ho, ma purtroppo per me è perchè sono finita in mezzo a questo ciclone che sono cresciuta"
" Minacce di morte?" ripeto con la voce strozzata.
Riesco perfino a  vederla chiaramente una ragazzina con i ricci castani e gli occhi spaventati che prende un messaggio da sotto la porta e si ritrova a leggere quelle frasi ripugnanti che mostrano ai telegiornali e che mi hanno sempre fatto rabbrividire dal ribrezzo.
Quei messaggi li hanno mandati anche alla mia Treccine rosse. Era solo una bambina. Solo un po' più bambina di adesso. Come fai a scrivere minacce del genere per una bambina?
" Già. C'è gente che fa davvero schifo in questo mondo eh?"
Non ce la fa più a starmi di fronte, a reggersi sulle sue gambe, crolla sul letto accanto a me con il viso fra le mani. Si strofina gli occhi, e le lacrime che mi era sembrato di veder brillare spariscono.
" Hai lasciato l'Italia perchè avevi paura?"
" Forse un po' ne avevo. Ma sono venuta qui perchè avevo bisogno di allontanarmi da quell'inferno, perchè volevo che la gente conoscesse me e la smettesse di essermi amica soltanto per quello che ero diventata, perchè avevo bisogno di essere amata da un ragazzo, amata davvero, e non amata per una notte per farlo sentire importante. E poi, un po' perfino per tornare ad essere una ragazza di diciassette anni, anche se pur di poterti stare accanto ci ho rinuciato subito"
Quell'ultima confessione mi regala una stretta allo stomaco. Di quelle che ti tolgono il respiro, quelle belle, quelle che mi fa venire quando mi bacia, quando mi dice che mi ama, quando ho le sue mani addosso, quando facciamo l'amore.
Mi rendono debole quelle strette.
E non ho proprio la forza di fermarla quando mi circonda il viso e lo spinge verso il suo, verso le sue labbra, verso la sua lingua. Lascio che mi baci, lascio che mi faccia capire che la amo nello stesso identico modo di cinque minuti fa. E non lo posso rompere nemmeno io questo amore, neanche dopo aver scoperto le cose che mi ha tenuto nascoste, neanche se la guardo in un modo nuovo. Perchè i miei occhi e la mia testa potranno pure vedere qualcosa di diverso, ma per il mio cuore e la mia anima di diverso non c'è assolutamente nulla.

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora