Diciotto

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"Se questo mondo ti fa impazzire,
ed hai già preso
tutto ciò che riesci a sopportare,
puoi chiamarmi
perché sai che io sarò lì per te.
Io vedo i tuoi colori veri
che risplendono dentro te.
Non avere paura di mostrarli"
-Cyndi Lauper, True colors-

Syria

" Forza, colpisci più forte. Devi trattare quel sacco come se fosse il tuo peggior nemico. Prendilo a pugni, prendilo a calci. E alza quella gamba, di più... più su..."
Lascio perdere il sacco e mi giro per fronteggiare Jax, lo raggiungo mentre se ne sta con le spalle al muro e abbaia ordini, e gli ringhio a un centimetro dalla faccia: "O la pianti o te lo prendi tu un pugno".
Non si scompone poi tanto a voler essere sinceri.
" Uuh tremo. Non serve che affili gli artigli gattina. Vuoi insegnarmi a fare il mio lavoro?"
" Se il tuo lavoro consiste nel fissarmi il culo e urlare cazzate come alza la gamba e colpisci più forte, allora potrei diventare un'istruttrice anch'io. Conosco questo sport, la mia gamba era già alta abbastanza rispetto al mio corpo, perciò non provare a fregarmi con qualche cazzata. Ora, o vieni sul ring con me e mi insegni qualcosa di nuovo, oppure stai zitto"
Invece di ribattere continua a fissarmi e sorridere.
" Ah. Credo di aver capito adesso" mormora soddisfatto.
Eh?
" Assumi droghe pesanti? In quel caso avrei capito qualcosa pure io"
" Divertente tesoro"
" Cos'è che avresti capito?"
" Ho notato che i rapporti con Ryan si sono un po'... diciamo incrinati, raffreddati. Deve essere perché a lui piacciono le ragazze perbene, e ora ha scoperto che tu invece sei una micetta selvaggia"
" Ti sbagli, sono selvaggia soltanto con te" ci tengo a precisare.
" Sarebbe un peccato. Non lasciare che questo fuoco che hai dentro si spenga Syria. Non permetterlo, mai. Se alla tua età sai combattere così, ci sono buone possibilità che è perchè tu abbia dovuto imparare -la mia è un'ipotesi eh. In ogni caso, una volta che hai imparato a difenderti, sarà difficile che qualcuno ti infastidisca. Si, forse sarebbe bello essere una brava ragazza sensibile, fragile, che sa stare al suo posto e accetta di farsi proteggere dal proprio uomo. Ma oggi non è un lusso che le donne possono concedersi. Continua a graffiare Syria, meglio i tagli sulla faccia degli altri che sulla tua, no?"
Non ero proprio d'accordo con quel discorso ma decido di non replicare, perché per la prima volta Jax ha un'espressione mortalmente seria, e sono certa che con la testa non è più qui con me ma in un qualche momento forse della sua vita passata.
" Qualcuno ti ha graffiato Jax?" mi lascio sfuggire.
" Ero troppo piccolo quando è successo per ricordarlo. Però ricordo chi negli ultimi anni ci ha provato e non ci è riuscito"
" Oh. Non ci sarà mica un cuore nascosto da qualche parte fra il tuo ego e la tua lingua lunga vero?"
" Certo che no. Ti stavi già illudendo per due paroline malinconiche? Non deludermi piccola. Non abbassare la guardia"
" Neanche con te?"
" Soprattutto non con me" ammicca, e fa per andare via.
" Aspetta. A proposito di illusioni, non pensare neppure per un attimo che potresti piacermi in quel senso. Non accadrà, mai" magari se lo avverto una volta per tutte la pianta.
" Oh Syria. Che tu ci creda o no, non mi piaci in quel senso neanche tu"
Si avvicina, mi appoggia con cautela una mano sulla spalla e si sporge per lasciarmi un bacio sulla testa.
Mi ha dato un innocentissimo bacio sulla testa. Jax.
Se pensavo di conoscerlo almeno un po', adesso credo invece di non conoscerlo per niente. Adesso vedo una maschera quando lo guardo.
Mi piacerebbe tanto scoprire i suoi segreti.

☆☆☆

Dovrei tornare a casa.
Ma la verità per quanto triste possa essere, é che ci sono decine di altri posti in cui preferirei stare piuttosto che dentro quelle quattro mura vuote. Forse persino a scuola.
No, non esageriamo.
Però questa palestra... questa palestra é un bel posto dove passare il tempo.
Anche quando sono stremata e non saprei più sollevare neppure un dito contro il sacco.
Entro nello spogliatoio deserto per cercare un asciugamano. Ne prendo uno bianco da una panca e me lo passo sul collo per asciugare il sudore.
Do una breve passata anche sul viso, e quando lo metto giù mi accorgo di Ryan che è appena entrato e si sta chiudendo la porta alle spalle.
Va verso un borsone nero, prende una maglietta pulita e un asciugamano in cui nasconde il volto. Mi da la schiena.
Non si è accorto di me.
Giuro che fra due secondi gli dico che sono qui.
Con un unico gesto della mano si sfila la maglia sudata con cui ha lavorato.
Buon Dio.
Questo non me l'aspettavo.
Comincia a trascinare l'asciugamano giù per il petto e poi sugli addominali. Peccato che io continui ad avere una buona visuale soltanto della schiena.
Aspetta, è un tatuaggio quello che spunta sul fianco e scompare dentro i pantaloni?
Non ho il tempo di esaminarlo bene perché si infila la t-shirt pulita.
Le sue dita scivolano sull'elastico dei pantaloncini -ma guarda chi si rivede, i suoi polpacci- e quando capisco che sta per toglierli salto su.
" Non farlo! Oddio sta fermo" strillo, facendolo voltare con gli occhi sbarrati e una mano sul cuore.
Per colpa mia stava per venirgli un infarto, grandioso.
Mi fulmina con gli occhi e mi fa un cenno per dirmi di aspettare mentre prova a recuperare il fiato.
E vai così Syria, ti serviva proprio che ti trovasse acquattata dietro di lui mentre si cambiava eh?
Un'accusa per molestie a diciassette anni, che sarà mai?
" Ma che diavolo ci fai qui dentro?" urla "Ora mi fai gli appostamenti?"
Aspetta, che?
" Non aspettavo mica te, egocentrico!" lo riprendo subito, e gli mostro l'asciugamano che ho sul collo per sottolineare che sono qui per un altro motivo.
" Si può sapere com'è che finisco sempre per essere insultato io quando quella in torto sei tu?" mi chiede incredulo.
" Be' primo: io stavo semplicemente facendo la stessa identica cosa per cui sei venuto anche tu, e secondo: prima di spogliarti potresti anche controllare che non ci sia nessuno in giro. O sei un esibizionista?"
" Mi sa che non ti è chiaro il punto principale, non puoi stare in questo spogliatoio perché è soltanto per noi istruttori, non è aperto a chi si allena!"
" Ah. Che ne sapevo io, Jax mi ha detto che potevo venirci" mi giustifico.
" Jax non capisce più un cazzo quando si trova una bella ragazza davanti"
" Ricevuto" sospiro. "Perché finiamo sempre a litigare io e te?"
Si stringe nelle spalle e posa gli occhi lontano da me, con una faccia da cucciolo bastonato.
" Me ne vado" dico, cominciando a raccogliere le mie cose per posarle dentro il borsone.
Poco dopo rialzo la testa e lui è ancora lì, a pochi passi da me.
Ma stavolta mi fissa, in quel modo, -quello di prima, quello di sempre- e non lo nasconde.
Faccio per avvicinarmi e toccargli un braccio. Si scansa.
" No" bisbiglia serio.
E questo mi fa incazzare.
" Oh, quindi non possiamo toccarci, ma continuare a fissarmi come se volessi saltarmi addosso é permesso? Facciamo soffrire le mani ma diamo sollievo agli occhi? È questa la regola? Bene. Vuoi guardare meglio? Eh Ryan?"
Come se le mie parole non lo avessero già sconvolto abbastanza, mi tolgo la felpa e mi avvicino.
Distoglie subito lo sguardo dal mio corpo quando si accorge che sono rimasta in reggiseno sportivo.
" Syria ti prego, non fare così"
Già, che mi prende?
Ryan mi posa la felpa sulle spalle e io la rimetto. "Scusa. É che non ti capisco. Non ti capisco più, e tu non mi spieghi nulla. Mi sbatti in faccia il fatto che ho diciassette anni e te ne vai. Non sono io l'immatura qui"
" Mio Dio Syria, non mi sono allontanato perché penso che tu sia immatura"
" E allora perché?" sbotto esasperata. Non c'è niente di peggio di perdere qualcosa o qualcuno senza capire com'è successo. Un giorno é lì accanto a te e quello dopo c'è solo vuoto.
" Perché ho e faccio una vita che non potrei mai condividere con una ragazza tanto giovane! Mi sentirei un bastardo a buttarti addosso tutto quello che mi porto dietro e dentro! Ma in una coppia bisogna condividere, questo lo so per certo. Non posso condividere la vita che ho con te. Non puoi esserci tu ogni volta che crollo e mi serve sostegno, hai già visto uno spiraglio del mio mondo quel giorno alla casetta sull'albero, quando avevo paura per mio padre. Fidati, non vuoi esserci tu in quei momenti con me Syria"
Ha un tono così addolorato che non riesco a controbattere.
Anche perché ho bisogno di tempo per metabolizzare ciò che ha detto.
Quando finalmente ho una risposta, le parole si perdono nell'aria visto che Ryan é andato via.
" Ma io ci sono già stata in uno di quei momenti con te"

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