Quarantadue

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"So che non è molto,
ma è il meglio che riesco a fare
Spero che non ti dispiaccia
che abbia messo per iscritto
come è meravigliosa la vita
ora che ci sei tu nel mio mondo"
-Elton John, Your song-

Ryan

Mmh. Questo smoking nero è più scomodo di quanto ricordassi. Mi sta stretto sulle spalle e la giacca si chiude a fatica sulla camicia bianca. Per stasera dovrò farmelo andare bene, probabilmente avrei dovuto provarlo qualche giorno prima della cena piuttosto che la sera stessa, ma in ogni caso non ne avrei comprato uno nuovo considerato l'uso che ne faccio. A malapena lo tiro fuori dall'armadio due o tre giorni l'anno.
La capisco bene Syria, gli abiti gessati non fanno impazzire neanche me, non mi sorprenderei se venisse in scarpe da ginnastica e giubbotto di pelle.
E al diavolo gli snob, non c'è mica una regola scritta che impone come vestirsi.
Spruzzo sul collo due gocce del profumo che mi ha regalato mio padre e mi do un'ultima occhiata allo specchio mentre aggiusto i polsini della camicia. Riconosco a fatica la figura che mi guarda nel riflesso, ormai vivo in tuta o in camice bianco.
O semi-nudo nel letto della tua ragazza, mi ricorda la parte maliziosa di me, che proprio lei ha risvegliato.
Incredidibile quanto un vestito possa portarti fuori strada eh? Questo completo mi da un'aria sofisticata, da uomo ricco, potente e adulto.
Almeno metà di queste cose non mi appartengono affatto, eppure sarà questo che vedrà di me la gente che non mi conosce.
Prima di uscire dalla mia stanza metto in tasca le chiavi, il cellulare e il regalo che ho preso per Syria, poi scendo giù a salutare Jordan.
" Come sto?" gli chiedo aggiustandomi il colletto.
" Sei un figo, perciò non restarci male se Syria dovesse riderti in faccia, sai com'è"
Sorrido perchè si, sarebbe da lei anche questo, ma mi auguro che il lato affascinante prevalga sul vestito da pinguino.
" Dev'essere strano non portare Amy a questa serata dopo... quanti anni? Cinque?"
" Già, è stato imbarazzante questo cambio di programma"
Amy mi ha bloccato negli spogliatoi due giorni fa, chiedendomi quando avessi intezione di mettermi d'accordo con lei per la cena. Se fossi stato bianco non so di quante sfumature di rosso mi si sarebbero colorate le guance. Come dici alla ragazza che solo un mese prima ti ha confessato di essere ancora cotta di te, che hai trovato una fidanzata e che la dovrai scaricare per quella cena a cui siete sempre andati insieme? In qualche modo ci sono riuscito.
Come se le mie giornate non fossero già stressanti a sufficienza.
Arrivo davanti alla porta di Syria e mi fermo a bussare. Come al solito non viene ad aprirmi.
E se non viene ad aprirmi ho il permesso di entrare e andarla a cercare. Salgo su e mi blocco sulla soglia della sua camera.
Cazzo. É una visione.
E non sto ancora vedendo tutto perché una lunga vestaglia di seta la copre dalle spalle alle caviglie.
Syria è poggiata con un gomito allo specchio incollato alla parete sinistra, appena si accorge di me volta la testa e mi rivolge un sorriso smagliante che mi fa tremare le ginocchia come uno stupido ragazzino.
Ehi, dove sono finite le treccine?
Ha i capelli acconciati in piccoli boccoli raccolti: le danno un'aria delicata al viso che prima non aveva. E si è sicuramente truccata un po' perchè il suo viso risplende ma in modo naturale, niente colori accesi né sugli occhi né sulle labbra.
I capelli restano la cosa che mi colpisce di più. Mi investe un'ondata di malinconia. É sempre bellissima, ma quelle treccine erano come il suo marchio di fabbrica. Era la mia Treccine Rosse proprio per quelle treccine. E adesso non ci sono più.
" Sei bellissimo" mi dice squadrandomi da capo a piedi proprio come desideravo che facesse, con gli occhi pieni di lussuria e desiderio.
" Non dovrei essere io a dirlo a te?"
" Oh lo farai quando sarò pronta e mi vedrai meglio. Scendi, ti raggiungo fra cinque minuti"
Un po' stordito le obbedisco.
E al contrario delle solite donne che dicono cinque minuti e si presentano mezz'ora dopo -quando va bene- lei in cinque minuti scende davvero.
Sento i tacchi sbattere sulle scale e mi avvicino. Perdo completamente la testa. Le parole. La lucidità.
Confermo: una visione.
Magnifica. Incantevole. Donna. Quel vestito le da una femminilità da trentenne che non capisco come possa avere.
Si ferma sull'ultimo gradino, e siamo alla stessa altezza.
" Ti prego dimmi che hai una tuta di ricambio nella borsa" provo a scherzare.
Quel vestito va oltre l'eleganza e la raffinatezza. É fatto di pizzo bianco su una base di tessuto trasparente. E c'è più tessuto trasparente che pizzo bianco. É trasparente sulla schiena- tutta la schiena- e ancora per qualche centimetro sul petto e sui fianchi.
E poi è corto. Ma proprio tanto corto.
E quei tacchi le slanciano un sacco le gambe.
Venere, dea della bellezza, sei tu?
" Quanto fuori sei andato immaginando cosa avrei indossato?" chiede compiaciuta.
" Sul giubbotto di pelle ci ho preso" e indico il fagotto che ha sotto il braccio.
Non riesco a dire altro. Sono in trance. Le fisso i capelli, per la ventesima volta.
" E le treccine?" Nella mia voce si percepisce tutta la nostalgia che provo.
" Ti mancano già?"
" Più di quanto immagini. E più di quanto sia normale"
Insomma, in teoria sono solo capelli.
" Domani tornerò dalla parrucchiera per farmeli rifare, ho già preso appuntamento, piacevano anche a me e non sono pronta a lanciarle andare"
Sollievo. "Ne sono felice. Rivoglio la mia Treccine Rosse"
Il suo viso si rabbuia. "Non ti piaccio?"
Non le ho ancora detto quanto è splendida. Che idiota.
Vi capita mai di aver bisogno di parole nuove per esprimere un concetto? Perché quelle che esistono già sono troppo banali, insufficienti, comuni, stra-usate.
Ecco il super poter che vorrei: avere la capacità di inventare nuovi modi per esprimere quello che provo, modi unici per una persona unica. Li userei per dirle finalmente ti amo nella maniera giusta, e per farle capire quanto la trovo stupenda.
" Sei la fantasia più bella che un uomo possa avere Syria. Avrei dovuto dirtelo da un po' ma mi hai lasciato senza parole. E senza fiato. Non lo vedi come ti guardo?"
" Hai ragione. Si, certo che lo vedo. Andiamo?" e mi porge la mano aspettando che la prenda.
" Ancora un momento"
Esco la scatolina dalla tasca e la poso su quella stessa mano.
I suoi occhi si spalancano e si fanno grandi. " Ryan. Non dovevi farmi nessun regalo" 
" Volevo che avessi qualcosa di mio. E visto che il vestito te lo sei scelta da sola... oh, tra parentesi, io ne avrei preso uno più coprente, e lungo. Comunque si, ti ho preso una cosa"
" Grazie" bisbiglia emozionata.
Spero che non si aspetti un gioiello costoso. Ma no, la conosco, e so che non si aspetta proprio nulla.
Apro la scatolina ed esco il braccialetto che nasconde: un semplice doppio giro di cuoio nero con una frase incisa per tutta la lunghezza.
Glielo aggancio al polso, ci poso un bacio sopra e intreccio le mie dita alle sue tirandola verso la porta.
Entrati in macchina vedo che se lo osserva curiosa. "Cosa c'è scritto? Legato al polso non riesco a leggere"
" È il verso di una canzone. Come è meravigliosa la vita, ora che ci sei tu nel mio mondo. Your song, Elton John"
Troppo? 
" Grazie Ryan" ripete, in un modo che mi fa capire che no, non è troppo, è giusto.
E che non si aspettava niente che non potessi darle. Non si aspetta mai niente che non possa darle.
" Lo hai già detto" le ricordo, sfiorandole la guancia.
" Questo grazie é per la frase che hai fatto incidere sopra. E vale più del bracciale per me"
Si avvicina e mi bacia. Grazie a Dio, morivo dalla voglia di sentirla così.
" Non resistevo più, avevo bisogno di questo"
" E che aspettavi?"
" Non volevo rovinarti il trucco, voi ragazze non vi arrabbiate poi per queste cose?"
" Io no" e mi bacia ancora. "E stasera quando torniamo potrai rovinarmi anche il vestito. E io stropiccerò un po' il tuo"
Mi fa sorridere.
Da non credere, stanotte proprio io farò l'amore con questa meraviglia.
Accendo l'auto prima che entrambi rischiamo di scordarci della cena e anticipare la notte.




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