Sette

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"E se respirate ancora, siete fortunati
perché molti di noi si sforzano
di respirare con polmoni logorati/
Siamo degli incoscienti
Siamo la gioventù selvaggia"
-Daughter, Youth-

Syria

Probabilmente dovrei essere eccitata.
Il primo giorno di scuola dell'ultimo anno in una nuova città, la prospettiva di non conoscere nessuno, di incontrare altra gente...
Se non eccitata, dovrei sentirmi su di giri, preoccupata, curiosa, agitata.
E invece non me ne frega nulla. Zero.
Forse giusto uno zero virgola qualcosa.
Francamente ciò che avverto è un fastidioso senso di noia. E la certezza di stare sprecando il mio tempo.
Se mi sono convinta a prendere un diploma è perchè non so ancora per certo cosa farò nella mia vita, ne cosa vorrò fra dieci anni.
Nel remoto caso in cui decidessi di continuare a studiare e prendere una laurea, almeno so che potrò farlo.
Mi sforzerò il minimo necessario.
Ora come ora, lo studio non è fra i miei interessi, e che io mi impegni sul serio in questa storia è fuori discussione. É sempre stato così per sfortuna dei miei genitori, gli obbiettivi da raggiungere sono sempre stati altri per me.
La buona notizia è che sono riuscita a farmi inserire nella classe di Jordan.
Ed è una notizia che si è rivelata più piacevole del previsto non appena mi sono resa conto che la maggior parte delle persone in questa scuola, sono dei grandissimi stronzi snob.
Ragazze che vestono Dior e squadrano dalla testa ai piedi le poverette che se ne stanno per i fatti loro, ragazzi che si alterano per una cavolata e sbattono il malcapitato di turno sugli armadietti. Ignoranti che si preoccupano di pompare tanto i loro muscoli e poi non sanno neppure dove stia di casa un discorso sensato.
Ma sto sviando dall'argomento centrale.
É incredibile il modo in cui io e Jordan abbiamo legato in una settimana.
Sebbene lo avessi capito già da me, mi ha confermato di aver detto la verità quando si è definito un ragazzo gentile.
Sorride di continuo, se ti vede giù di morale cerca in tutti i modi di tirarti su, se ha una giornata pessima fa il possibile per non fartelo notare, raccoglie i libri caduti a terra alle ragazze maldestre.
É troppo presto per considerarlo già il mio migliore amico qui? Allora diciamo che è sulla buona strada per diventarlo.
E il sentimento pare sia reciproco.
Non sono una di quelle ragazze che sostengono non esista l'amicizia fra uomo e donna, perchè convinte che uno dei due abbia sempre un interesse diverso.
E non sono neppure cieca o cose simili, me ne accorgerei se Jordan provasse qualcosa per me, che sia infatuazione o attrazione.
Invece non mi squadra le curve, non mi tocca quasi mai, non fa apprezzamenti ne lusinghe, non ci prova e basta. Non prova per me nulla di diverso dall'affetto, e per quanto lo trovi un gran bel ragazzo, provo la stessa identica cosa.
E poi i miei sogni ad occhi aperti, al momento, sono già occupati da un bel ragazzo afroamericano.
A proposito.
Non vedo proprio l'ora di tornare in quella palestra.
Finito di pranzare con Jordan -ormai è diventata un'abitudine- torno a casa per indossare degli indumenti comodi.
Finalmente posso ricominciare.
Ho un gran bisogno fisico di riprendere con l'attività sportiva. Il mio corpo brama quella mancanza di energia come l'aria.
Scelgo un paio di pantaloni da tuta neri e un top, cerco le scarpe da ginnastica nascoste nell'armadio e rimpiango di non poter legare i capelli in una coda alta.
Ma con queste trecce su gran parte della testa, mi verrebbe uno schifo di acconciatura.
Prendo al volo la solita felpa, e sotto un cielo nuvoloso mi incammino, sperando di arrivare prima che cominci a piovere. Ho un sorrisetto stampato sulle labbra per tutto il tragitto.
Arrivata davanti all'edificio intercetto una signora che esce dalla porta, e ne approfitto per sgusciare dentro senza dover togliere le mani dalle tasche dei pantaloni.
La palestra è quasi vuota anche stavolta, c'è giusto qualche ragazzo che si aggira per le sale.
Non ho il tempo di muovere un altro passo che sento la voce di Jax alle mie spalle.
" Ma guarda chi è tornato, sei stata di parola"
Metto su un sorriso di circostanza e mi volto. "Sono una di parola" ci tengo a precisare.
" Siamo in due tesoro. Sempre affascinata dai guantoni da boxe?"
" Sempre" confermo, rimarcando sulla parola.
" Vuoi usarli sul sacco o su di me?" mi stuzzica, malizioso.
Chiudo la bocca e mi costringo a riflettere prima di rispondere.
Non dovrei accettare la sfida. Per un sacco di motivi. Fra cui il fatto che quella domanda nasconde chiaramente delle allusioni.
Ma non sarei io se riuscissi a fare la scelta giusta una buona volta, e a mettere a tacere l'istinto di competizione e la voglia di metterlo al tappeto che ho.
Per non parlare della discussione che abbiamo avuto la settimana scorsa. Non posso tirarmi indietro adesso.
E gli avvertimenti di Ryan non mi spaventano.
" Te l'ho già detto la volta scorsa no?" ribatto sicura.
Purtroppo gli ho proprio dato la risposta che voleva. La sua faccia dice tutto.
Una voce si schiarisce alla mia destra e come mi volto, vedo Ryan fermo a pochi passi da noi, l'espressione per nulla contenta mentre scruta prima Jax e poi me.
I miei occhi gli fanno la radiografia: è sul serio bello come lo ricordavano.
" Ryan, preparala con degli esercizi di riscaldamento, dopo inizierà la lezione con me"
Jax mi fa l'occhiolino e si allontana, nonostante l'aria tesa che avverto, sono entusiasta all'idea di restare da sola con Ryan per un po'.
Lui dal canto suo, non pare riflettere il mio umore, non mi guarda negli occhi e si limita a farmi un cenno per indicarmi di seguirlo verso i materassini all'angolo.
Da quanto era lì che ci ascoltava?
" Stenditi sul materassino e alza le ginocchia. Unisci i piedi, iniziamo con gli addominali"
Ha un tono molto professionale mentre parla, inizio a credere di essermelo sognato il ragazzo di una settimana fa.
Mi mette le mani sulle caviglie per sistemarmi meglio e io desidero subito che quelle mani si spostino sul mio viso, sulle mie braccia, sulla schiena.
" Che rapporto hai con lo sport?" mi chiede continuando a non degnarmi di uno sguardo. É ancora concentrato sulla posizione delle mie gambe. So che sta soltanto fingendo di lavorare sulla mia postura.
" Lo pratico abbastanza spesso"
" Allora cominciamo con trenta addominali. Vai" mi ordina, piazzando le mani sulle caviglie per tenermi ferma.
Eh no, non è così che voglio passare il poco tempo a disposizione che abbiamo.
Mi sollevo con la schiena, ma invece di continuare con l'esercizio mi allungo verso di lui e gli alzo il mento con una mano.
Sembra che abbia preso la scossa, e di certo non si aspettava tanta intraprendenza da parte mia, perchè le sue iridi si liberano per un attimo della barriera da personal trainer efficiente e mostrano sorpresa per il mio gesto.
" Ce l'hai con me?" dico senza mezzi termini.
Il volto torna a scurirsi, mi afferra il polso e si scosta dalla presa.
" Stavi flirtando con Jax?"

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora