Trentadue

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"Sei bella. Sei bella.
Sei bella, è vero.
Ci doveva essere un angelo
con un sorriso sulla sua faccia,
quando pensò che
avrei dovuto stare con te"
-James Blunt, You're beautiful-

Ryan

Presta attenzione alla lezione Ryan.
É un seminario importante, ascolta le parole del dottore e prendi appunti. Resta concentrato e sul pianeta Terra.
Basta ricordare com'è stato svegliarsi sul corpo di Syria. E baciarla. E stringerla, con la consapevolezza per una volta che tutte queste cose avrei potuto farle ancora.
Accidenti, è esattamente questo il punto.
Non faccio che desiderare quell'unica cosa ormai: stare con lei.
Mi importa di Syria e di nient'altro. Come un adolescente alla sua prima cotta, non riesco a concentrarmi a lezione, non riesco a pensare a qualcosa che non la riguardi.
Ma devo darmi una regolata, perchè io non sono più un adolescente e non posso permettermi niente di simile. Questi studi non sono certo una passeggiata: se non mi impegno e do il massimo, sono fuori.
E se sono fuori, non solo avrò buttato via un mucchio di soldi e anni di sacrifici, ma finirò per ritrovarmi con niente in mano.
Niente futuro, niente lavoro.
Dovrò sforzarmi per trovare un equilibrio, non ho scelta.
" Ryan? Hai scritto solamente mezza pagina. Mezza pagina di un minuscolo block-notes. In due ore di seminario. Mi fai preoccupare amico. Di solito i tuoi appunti fanno concorrenza alle opere di Tolstoj" mi sussurra Eric all'orecchio.
" Be' anche tu mi stai facendo preoccupare. Sul serio conosci Tolstoj?" ribatto, fingendomi sconvolto.
E un po' lo sono sul serio eh.
Lui alza gli occhi al cielo. "Ok, non so neppure chi sia di preciso. Mia madre collezionava i suoi libri e sul comodino aveva sempre dei romanzi enormi. Uno è rimasto su quel comodino per mesi e mesi. Anna qualcosa mi pare"
"Anna Karenina, non Anna qualcosa" lo correggo.
" Non mi importa" mi riprende, infastidito dalla mia precisazione. "Torniamo a te. Ho provato a fare due più due, e ne ho dedotto che, secondo me, adesso hai una ragazza. Una dai lunghi capelli rossi e un fisico da favola magari. A chiunque altro avrei semplicemente chiesto se ci fosse andato a letto, ma siccome parliamo di te, mio caro principe azzurro, dirò che hai una ragazza"
Sto per informarlo che non gli darò la soddifazione di metterlo al corrente dei fatti, ma quelle traditrici delle mie labbra si incurvano in un sorriso che perfino io sono sicuro mi faccia sembrare uno stupido.
" Bene, è evidente che ho indovinato" sospira soddisfatto.
" Vedi di non farlo sapere a mezza città. E se per caso dovessi rivederla, non guardare più dal suo collo in giù" lo avverto.
" Uuh, siamo..."
" Shh"
Le ragazze davanti si voltano e ci fanno segno di tacere.
Mi ero proprio scordato di essere a lezione. Non è un buon segno.
" Eric? Se perdo troppo la testa, rimettimi in riga"
" Ryan? Se non perdi la testa non è quella giusta"
Cavolo, quanto è vero.
Ogni tanto perfino lui sa sfornare una perla di saggezza in un mare di cazzate.

   ☆☆☆

Mi sono staccato da lei appena qualche ora fa, eppure sono già impaziente di rivederla.
Oggi mi ha dato una copia delle chiavi di casa sua, dicendomi: 'nel caso in cui dovessi trovarmi svenuta sul letto'. Ma poi me l'ha fatta inserire al mazzo con le altre chiavi, e ha aggiunto che potevo tenerla anche dopo.
Questo gesto ha colmato una porzione generosa di quella riservatezza che ancora si porta dietro.
Per quanto mi faccia strano entrare nel suo regno senza bussare, è un altro frammento che mi proietta al futuro. Ad una vita dove condivideremo un posto tutto nostro.
Salgo le scale, e la trovo distesa sul letto che gioca con il cellulare.
Mi vede e lo lancia da parte, con le ginocchia raggiunge il bordo del materasso per venirmi vicino.
La abbraccio subito e qualsiasi dubbio sul fatto che ormai fosse davvero mia, sparisce.
" Jordan è andato via mezz'ora fa. Mi ha aggiornato sugli argomenti che hanno spiegato oggi a scuola"
" Sei rimasta tanto indietro?"
" Non lo so, non ci ho capito niente"
Rido. "Neanch'io ci ho capito molto di quel seminario. Ed era davvero importante, sono nei guai. É colpa tua"
Mi guarda felice.
" Sono serio. Ti spiacerebbe uscire per un po' dalla mia testa quando sono a lezione? Mi rovinerai"
" Si probabilmente lo farò. Ma credo che ne avessi bisogno Ryan. Avevi bisogno di sentirti così"
" Così come?"
" Bene. Molto più che bene"
Si, sto molto più che bene con lei.
E ancora mi sorprende vedere come sia in grado di darmi tante emozioni che mi fanno mancare il fiato.
Amavo la mia famiglia. Amavo papà, amavo Jordan. Adoravo i miei amici, il persorso di studi che mi ero scelto. Ma nonostante tutto questo, non avevo mai avuto e provato niente di così bello. Non avevo mai avuto qualcuno tutto per me. Solo per me. Quel qualcuno che soltanto la donna che ti sta accanto può diventare.
" L'influenza?"
" Sta passando. Non mi sento del tutto in forma, ma sta passando. Non ce la faccio più a restare in questa stanza. Ho bisogno di andare in palestra e risvegliare i muscoli"
" Resta a riposo un paio di giorni e poi ricominci, d'accordo?"
" Oppure puoi allenarmi tu. Sul letto. Anzi, ci alleniamo insieme"
Mi fa un sorriso furbo e insinua una mano sotto alla felpa. Mi tocca la schiena e sobbalzo.
" Hai le mani gelate, toglile!" mi lamento.
" No, aspetta, ti prego"
Mi posa la testa sul petto e preme le mani sulla mia pelle nuda. Resta in ginocchio sul materasso, e io in piedi a stringerla.
Non riesco a dirle di nuovo di no. Rimaniamo in questa posizione fino a che non cominciano a irrigidirsi i muscoli.
" Sicuro di non voler dormire con me?"
" Non tentarmi diavoletto. E poi non sarei di compagnia, domani mi aspetta una giornata piena e ho bisogno di dormire"
Si scosta e mi osserva. Poi mi passa una mano sulla guancia.
" Fai una vita troppo pesante" mi dice, triste.
" Poteva andarmi peggio. E comunque, non la cambierei Syria. Non adesso che ho te"

Ceno con un panino al volo, e crollo a letto.
A migliorare questa giornata arriva un'inaspettata chiamata di mio padre.
" Papà!"  lo saluto contento.
" Figlio mio. Non sei mai stato così felice di sentirmi"
" Sono sempre felice di sentirti"
Anche se non posso vederlo, riesco a immaginare chiaramente il sorriso che gli si apre sul volto quando gli dico qualcosa del genere.
Ama quando i suoi figli dimostrano di volergli bene, e io non faccio nessuna fatica ad accontentarlo.
" Si sa quando tornerai a casa?"
Dall'altro lato colgo un sospiro che non mi piace.
" Se non cambiano i programmi, intorno al periodo di Natale"
" Che significa intorno al periodo di Natale?"
" Non so se passerò questa festa con voi Ryan"
Mi mordo la lingua per non fargli capire quanto ci sono rimasto male, e per non sembrare un bambino capriccioso.
Non servirebbe a niente in ogni caso, non si tratta di rientrare qualche ora prima dal turno di un comune lavoro.
É una situazione dove non c'è via d'uscita, lo sa lui e lo so io.
" L'importante è che torni" mi costringo a rispondere.
" Hai ragione. Non mi piace questa atmosfera che si sta creando, raccontami qualcosa di bello"
Qualcosa di bello.
Stasera ho davvero qualcosa di bello da raccontare, e anche se l'avrei tenuto volentieri ancora un po' tutto per me, alla fine condivido la novità con mio padre.
" Ho una ragazza"
" Ryan! Sono proprio felice per te"
" Lo sono anch'io papà"
" È una brava ragazza?" indaga, assumendo un tono da padre protettivo.
" Direi di sì. Ed è bellissima. Voglio fartela conoscere"
" E io non vedo l'ora di conoscerla figliolo"
Chiudiamo la chiamata un paio di minuti dopo.
Per quanto sia stanco, non mi addormento subito.
Non prima di aver pregato per mio padre. E un po' anche per me.
La piega che sta prendendo la mia vita mi piace, e non voglio che tutte le nuove sensazioni che sto provando mi vengano strappate via.

  

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