Trentuno

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"Ho paura
che sia troppo tardi
per scusarsi.
E ho bisogno di te
come un cuore
ha bisogno di battere"
-Timbaland & OneRepublic,
Apologize-

Syria

Torno in camera, e mi siedo a gambe incrociate ai piedi del letto.
Non posso fare a meno di ripensare a Ryan abbracciato a me in quel modo così intimo, così da fidanzati, così... naturale.
Sì, naturale. Perché quando lui non alza barriere fra noi, avvicinarci e lasciarci andare l'una con l'altro, é la cosa più naturale del mondo.
Fisso con insistenza la porta della mia stanza ancora socchiusa, e aspetto che si apra.
Spero che non abbia rialzato quel maledetto muro intorno a lui. Spero che qualcosa dopo stanotte, dopo i suoi doscorsi, sia cambiato.

Quando finalmente Ryan torna in camera, ha un sorriso sereno che alimenta quelle speranze.
Si è vestito con una tuta leggera dopo la doccia.
" Buongiorno Treccine Rosse"
" Buongiorno Piccolo Re"
Viene a sedersi accanto a me. "Perché mi chiami così?"
" È questo che significa il tuo nome. Ryan. Piccolo re"
" Oh, non ne avevo idea. Come fai a saperlo?"
" L'ho cercato tempo fa. È uno dei miei nomi preferiti. Ero destinata ad arrivare a te" ammicco.
Mi prende una mano e la stringe fra le sue mentre mi regala un sorriso bellissimo.
" E il tuo? Che significa?"
" Ardente. Risplendente"
Spalanca gli occhi e poi ride.
" Non hai deluso le aspettative quindi"
" Ah no?"
" No. Mi hai bruciato con il tuo calore e mi hai abbagliato con quelle iridi di ghiaccio e questi capelli"
" Sei dolce Piccolo Re"
" Mi fai venire voglia di esserlo" confessa, alzando una spalla.
" Attento, rischi di trasmettermi un messaggio sbagliato" osservo.
Lo sto pregando di non illudermi.
" Credo sia impossibile equivocare"
" Cos'è cambiato? Cosa ti ha fatto cambiare idea tanto presto? É perché mi hai visto con un altro? Rischi di sembrare incoerente"
Non so perchè me ne esco con un simile tono freddo e sarcastico.
Lui comunque se ne accorge e ci resta male. Lo da a vedere per un attimo appena: quello dopo assume un'espressione combattiva e mi racchiude il viso nel palmo della sua mano che sa del mio bagnoschiuma.
Mi fissa dritto negli occhi prima di rispondere.
" Sei più importante della mia coerenza Syria"

Sono più importante della sua coerenza.
La direzione verso la quale si sta dirigendo questa conversazione, pare finalmente quella giusta.
Invece di parlare, attendo che continui lui.
Lo fa.
" Credo di essermi reso conto che... non esistono ragazzi perfetti. Ti ho detto che avresti dovuto avere accanto un fidanzato della tua età, ma Jordan mi ha ricordato che spesso gli adolescenti cercano una bella ragazza su cui mettere le mani addosso e sarebbe davvero un gran peccato notare solo il tuo corpo in te"
" Cos'è una specie di programma di protezione per brave persone?"
" No. Mi è uscita male. Io... io non sopporto l'idea che qualcuno ti tocchi e ti baci. Che provi quello che ho provato io con te, mentre io potrei non provarle più quelle emozioni. E la cosa peggiore è che non so dimenticarle. Non so dimenticarle Syria. Starti vicino in quel modo stanotte... non può essere l'ultimo contatto che ho con te"
Sospira e non mi da ancora modo di prendere la parola.
" Lo so, lo so che ti ho respinto per così tanto... e con così tante scuse... so che ti ho dato della ragazzina quando fra i due forse sei stata tu quella matura. Ma, nonostante questo, mi vuoi ancora? Mi vuoi nello stesso modo folle, impulsivo e bellissimo?"
" Non sono mai stata io il problema! Non è a me che devi rivolgere quella domanda, tu piuttosto... tu mi vuoi? Nonostante credi non sia in grado di starti accanto, nonostante la mia passione per la boxe, nonostante quel poco che sai di me e quei lati del mio carattere che ti infastidiscono?"
Gli sto ponendo tutte quelle domande perché mi rendo conto che, visti i suoi rifiuti, non avevo mai preso in seria considerazione il mio passato -un passato che so non reggerebbe- ne' il ruolo che avrebbe assunto nella nostra storia.
Ma ora che questa storia inizia a farsi reale, diventa maledettamente reale anche questo problema.
" Non è più una decisione che posso prendere con la testa. E non è una risposta che posso darti a parole. Non è rimasto niente di razionale in quello che sento Syria"
Si passa le dita sugli occhi e poi aggiunge una frase che lì per lì non comprendo.
" Scusami ma devo farlo. E devo farlo adesso perché mi è mancato da morire"
Infila le mani fra i miei capelli e in un secondo mi ritrovo con le sue labbra sulla bocca. E poi con la sua lingua che per niente timida si fa strada per trovare la mia. E infine, sdraiata di schiena sul materasso, con Ryan che pur non pesandomi sul corpo mi sovrasta e gestisce completamente le redini di questo bacio.
Mi ha spinta in questa posizione apposta, per potersi muovere meglio e non darmi possibilità né di ricambiare né di rifiutare.
Si sta soltanto prendendo questo bacio che sembra desiderare da troppo. Forse già dall'istante successivo dopo l'ultimo che ci siamo dati.
Lo lascio fare. Lo lascio fare perché quello che sta facendo mi piace da impazzire.
Quando si scosta, si stende accanto a me e nasconde il viso sul mio collo.
" Ora puoi rispondere" prova a scherzare.
Rido e mi limito ad accarezzargli i capelli corti.
Lui si solleva di nuovo e mi guarda serio.
" Syria. Rispondi, per favore" mi prega, con quegli occhi che brillano come il mare sotto al sole.
" Se non ti volessi più dopo questo bacio ti avrei buttato giù dalla finestra" dico per metà seria e per metà scherzando.
" E invece siamo entrambi qui"
" E invece siamo entrambi qui" gli confermo, cercando di reprimere quella parte della mia testa che inizia ad avere paura di potergli fare del male.
Ma male sul serio stavolta.

" Syria?"
" Mmh?" mormoro.
Mi è tornato il mal di testa dopo quel bacio che mi ha scombussolata tutta, perciò mi sono distesa e Ryan mi ha stretta fra le braccia e coccolata fino ad ora.
" Mi parli un po' di te?"
È titubante la sua richiesta, e capisco che ha paura di un rifiuto. O che mi allontani da lui.
É la mia prima tentazione, ma lo capisco, -capisco il suo bisogno di conoscermi più che può- per cui dobbiamo trovare un punto d'incontro.
" Che vuoi sapere?"
" Perché sei venuta fin qui dall'Italia? La verità però"
" Non ci stavo più bene in quella città. Mi guardavo intorno e non avevo persone su cui contare, non c'era nessuno per cui valesse la pena restare. Non c'era più niente che mi facesse stare bene"
È una mezza verità.
" Non riesco a immaginarlo. Pensavo fossi una ragazza circondata da persone splendide. Come te"
" Non era così"
" E il tuo primo ragazzo? Mi hai accennato qualcosa"
" Un bastardo. Non so davvero perché ho sprecato il mio tempo con lui. Volevo provare ad avere un ragazzo. E Andrea mi corteggiava, era abbastanza carino..."
" Che ti ha fatto?"
" Non cosa ha fatto. Si comportava bene. Ma sai che ha detto dopo che sono andata a letto con lui? Dopo quella che era la mia prima volta? Mentre io ancora cercavo di capire quello che era appena successo, mentre cercavo di capire se mi fosse piaciuto o meno, lui ha preso il telefono per mandare un messaggio al suo migliore amico. E poi ha detto: a scuola non crederanno mai che ho fatto sesso con Syria Fontana"
Le sue braccia si irrigidiscono e poi mi stringono forte.
" Mio Dio. Era la tua prima volta... non ti meritavi questo. Nessuno lo merita"
" Si, concordo. É stata la mia prima e unica volta. É l'unica scelta fra tutte quelle che ho preso, di cui mi sia mai pentita nella mia vita"
Stiamo in silenzio per un po'.
" Perciò a scuola eri una specie di reginetta?"
Sta cercando di tirarmi su di morale.
" Cosa?" chiedo divertita.
Io reginetta della scuola? Nulla di più lontano.
" Perché avrebbe dovuto dire quella frase altrimenti?"
Merda, merda, merda!
" Ryan, non voglio ricordare quel periodo"
" Hai ragione, scusa"
Si scusa pure.
Non sto facendo nulla per meritarmi un uomo come lui affianco.
Mi giro e lo guardo. "Vorrei tanto averti aspettato. Se avessi saputo che esistevano persone come te, ti avrei aspettato, te lo giuro"
I suoi occhi si fanno lucidi.
" E io ti giuro che ti farò scordare quel giorno. Costruiremo talmente tanti ricordi belli insieme, che il resto perderà qualsiasi valore"
Lo stringo fortissimo finché il suo telefono squilla e ci divide.
Mentre parla non è contento.
" Problemi?" domando quando ha chiuso la chiamata.
" No, ma questo pomeriggio dovrei andare a lezione. C'è un seminario importante. Come ti senti?"
" Molto meglio. Vai a lezione Ryan, verrà Jordan a farmi compagnia. Mi aggiornerà con la scuola"
" Sicura? Se hai una ricaduta chiamami. Passerò stasera a vedere come stai"
" Resti a dormire?"
" Se stai bene no"
" Ma mi piace dormire con te. Non dobbiamo palparci per forza, ti voglio solo qui con me"
Scuote la testa.
" Avrai un vero appuntamento prima. Niente fiori né cibo vegano, promesso. Procediamo per gradi, vuoi?"
" Finora abbiamo fatto tutto meno che procedere per gradi ma, si, voglio. Voglio tutto quello che sei disposto a darmi"
" Domani ti darò questo appuntamento Syria. Ma un giorno, ti darò tutto. O almeno, tutto quello che posso"

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