Epilogo

5.1K 275 97
                                    

"Fissi il soffitto nell'oscurità
Hai sempre la solita sensazione
di vuoto nel cuore
La vedi quando ti addormenti
Ma non riesci mai a toccarla
Perché l'hai amata troppo e
sei affondato troppo in profondità
Hai bisogno della luce
solo quando si sta spegnendo
Ti manca il sole
solo quando inizia a nevicare
Odi la strada
solo quando ti manca casa
Ti rendi conto di amarla
solo quando la lasci andare
E la lasci andare"
-Passenger, Let her go-

Ryan

I passi che mi avevano portato sull'aereo... senza dubbio tra i più difficili che avessi mosso.
Mio Dio, che stavo facendo?
Se pensavo che fosse il prendere una scelta la parte complicata, mi sbagliavo di grosso.
Trovarsi nel bel mezzo di quella scelta, darle il benvenuto e prendere atto di quello che mi stavo lasciando alle spalle, mi stava facendo vacillare.
E avevo ancora paura.
Ma questo voleva dire soltanto che avevo preso la decisione giusta. Andare incontro alle mie paure era giusto.
Anche se adesso era difficile restarne convinto.
Mi ero pentito. E non ero più sicuro di nulla. Nel momento in cui avevo preso posto nel sedile accanto a mio padre, mi ero pentito e avevo perso ogni briciolo di sicurezza.
La distanza che stavo mettendo tra me e Syria bruciava come se avessi acido nello stomaco, bruciava come non aveva mai bruciato. 
Ci stavo dando un taglio netto, un taglio definitivo, era questo il momento in cui la nostra separazione stava diventando reale. Adesso che l'aereo era decollato, e io me ne stavo girato dalla parte del finestrino cercando di frenare le lacrime. Le emozioni prendevano il sopravvento. I pensieri correvano a briglia sciolte.
Se lei mi avesse implorato di riprenderla, ora come ora l'avrei fatto forse.
Ma era normale no? Quando cerchi di andare avanti, una parte di te torna inevitabilmente indietro. E prova a illuderti. A farti credere che anche tornando indietro, le cose possano sistemarsi.
Oh, non è così, proprio no.
Il modo in cui le avevo detto addio non mi faceva onore. Nessuna spiegazione, nessuna possibilità di chiarire una volta per tutte, nessun saluto degno di questo nome.
Ma pensavo facesse meno male, almeno a lei. A me ne aveva fatto già tanto e sapevo che quelle ultime immagini con Syria, mi avrebbero accompagnato per molto tempo.

Si ostinava a non voler chiudere quei suoi bellissimi occhi. Se li strofinava con i pugni come una bambina, sbatteva le palpebre per non lasciarle chiudere e non cedere al sonno. Ma alla fine le mie carezze l'avevano fatta addormentare.
Non volevo mi vedesse partire, non volevo provasse a trattenermi.
Era meglio andarmene in silenzio, senza fare rumore. Però prima ero venuto a salutarla a modo mio. Un ultimo ricordo. Un ultima notte.
Tra un'ora sarebbe passato il taxi che avrebbe accompagnato me e papà all'aereoporto, eppure stavo ancora qui, sapendo che poi mi sarebbe toccato darmi una sistemata in tempo record. Non mi importava in quel momento. Mentre respirava sul mio collo e dormiva sul mio petto e le mie mani la sfioravano con la leggerezza di un battito d'ali, mi chiedevo come sarebbe stato restare intrappolato in quell'istante per sempre. Quell'esatto istante però. Senza la luce del giorno, i problemi e la vita a interromperlo.
Il cellulare prese a vibrare nella tasca e immaginai fosse mio padre che si stava chiedendo che fine avessi fatto.
Dovevo andare davvero.
Faccio scivolare Syria sul materasso senza svegliarla.
Come dovrei salutarla?
Come si saluta una ragazza che proprio non sei in grado di smettere di amare, come si saluta quando non sai se stai dicendo addio o arrivederci?
La sua mano si allunga oltre il bordo del letto -come se cercasse me- e gli occhi mi cadono sull'elastico che continua a conservare per me sul suo polso, proprio accanto al mio bracciale, che ormai è innegabilmente suo.
Non so perchè sento il bisogno di riprendermelo. L'elastico intendo.
É il simbolo di qualcosa che non abbiamo più, di una storia che ci siamo lasciati alle spalle.
Sento comunque che è giusto che lo tenga io.
Non svegliarti, non svegliarti, non svegliarti...
Glielo sfilo e lei si agita nel sonno, scalcia via il lenzuolo, cambia posizione.
Non svegliarti, non svegliarti... che se ti svegli te lo chiedo di aspettarmi, se ora apri gli occhi questo saluto lo faccio diventare un arrivederci, se...

I suoi occhi non si sono aperti stanotte. Le ho dato un bacio sulla testa e me ne sono andato con quell'elastico stretto nel pugno. L'ho rimesso al polso l'attimo dopo.
Che accidenti ci faceva poi con un elastico, con quei capelli indomabili che si ritrovava?
Sorrido come uno scemo e inspiro l'odore di quel piccolo pezzo di spugna.
Non si sente nulla ma mi da comunque l'illusione che abbia intrappolato il suo profumo, proprio mentre dormiva, apposta per permettermi di portarlo via, di portarlo con me in questo viaggio.
Questi non sono pensieri di un uomo che spera che il suo amore per una ragazza si trasformi in affetto.
Ripenso ai suoi occhi chiusi stamattina all'alba. Forse non mi serviva nessun segno per chiederle di aspettarmi, forse è una richiesta che non va fatta. Forse è una richiesta che io non posso permettermi. Non dopo averle fatto credere che io meritassi di meglio, che meritassi di più.
E il tempo non deve per forza rivelarmi che starò bene senza di lei. Potrebbe anche rivelarmi il contrario.
La vita è imprevedibile, su questo non ho dubbi.
Dopo che una certa ragazzina con le treccine ha bussato alle porte del mio cuore reclamando il mio amore, su questo non ho dubbi.
Probabilmente dobbiamo prima aggiustare noi stessi, e poi tentare di riparare i rapporti con gli altri.
Non lo so. Non so con quali parole e quali speranze chiudere le pagine di questo primo libro.
Mi viene in mente un famoso modo di dire: sostiene che se lasci andare qualcuno e lui torna da te, diventa tuo per sempre.
Nel mio caso, sono io che ho deciso di andarmene, ma immagino che il succo del discorso non cambi.
Se dopo tutto quello che abbiamo passato e dopo tutto quello che sto facendo, dovessi tornare da lei, avrò la risposta a un mucchio di domande. Se dovessi tornare da lei, mi metterei nelle sue mani e non cercherei di andare via mai più. Accetterei di essere diventato suo. Accetterei di non avere alcun potere per cambiare questa cosa.
Tempo. Me lo dirà il tempo.

***********
***********

Vi devo una spiegazione, la trovate nel capitolo dopo 🙄🙄

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora