Ventisette

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"Tutto quello che
ho sempre voluto eri tu
Non andrò mai in paradiso
perché non so come arrivarci.
Alziamo uno o due bicchieri
e brindiamo a tutte le cose
che tu non hai capito
Oh oh
Dimmi, le hai capite?"
-LP, Lost on you-

Syria

" Syria, perché non tiri su quel finestrino? Comincia a fare freddo qui dentro"
" Naah, fa bene respirare aria pulita, e non entra poi questo gran fresco"
Bugia. Sto congelando pure io, ma l'auto ha un profumo così intenso lasciato da quei fiori, che le sto provando tutte per non vomitare sul tappetino ricamato a mano sotto i miei piedi.
Si, il pavimento anteriore di questa macchina é sul serio ricoperto da tappetini ricamati a mano.
Cos'hanno che non va quelli neri, usati da qualsiasi altro essere umano su questa Terra?
" Adesso me lo dici di preciso che tipo di ristorante hai prenotato?" indago curiosa.
Sul viso gli compare un sorriso soddisfatto, e immagino che abbia scelto un posto davvero carino.
" È un posto nuovo. Ho voluto provarlo proprio con te. Non è il classico ristorante che ti serve schifezze grasse e strapiene di calorie. Si tratta di cucina vegana" mi informa, tutto contento.
Cucina vegana.
Adesso apro lo sportello e mi lancio fuori da quest'auto in corsa.
Si fa per dire eh, Harry non supera neanche i quaranta chilometri orari.
" Ti ho sorpresa? So che voi donne odiate il cibo grasso perché ci tenete a mantenere la linea. Io studio per diventare nutrizionista, con me non dovrai mai preoccuparti di questo. Per quanto mi riguarda potremmo mangiare insalata, verdure e riso a vita" continua, ignaro dell'infarto che sento sta per arrivare a breve.
Insalata, verdure e riso a vita?
E che senso avrebbe continuare a vivere?
Io voglio proprio il classico ristorante che mi serve schifezze grasse e strapiene di calorie, altroché.
" Ti ho lasciata senza parole?" insiste, compiaciuto.
" Ci puoi scommettere" mi sforzo di dire.
Qui si va di male in peggio. Poteva almeno chiedermi cosa mi piacesse, invece di dare per scontato che fossi come tutte le altre donne.
Che poi, sono sul serio così? Lui non da esattamente l'idea di conoscerle bene, a voler essere sinceri.
E non posso neppure incazzarmi, perché nella sua testa contorta tutto ciò sarebbe dovuto essere di mio gradimento.
Ecco, ora sto avendo una visione di noi due da adulti, seduti intorno ad un tavolo, con del tofu e altra roba vegana del genere sopra.
Bene, sto facendo incubi a occhi aperti come dopo un pasto indigesto. Ma in questo caso è lui che mi sta andando di traverso.
Prendo il cellulare per informare Jordan di come va l'appuntamento, almeno si farà quattro risate anche lui. Abbasso gli occhi per due secondi e la macchina frena di colpo.
" Che diavolo c'è?" sobbalzo.
" Oh cielo" bisbiglia Harry, portandosi una mano al petto e guardandosi intorno nella strada deserta.
É una via secondaria, illuminata appena dalla luce di qualche lampione, e in giro non si vede nessuno.
" Che succede Harry?"
" È passato un gatto nero!"
Adesso devo aver sentito male per forza.
" Come scusa?"
" Un gatto nero ci ha tagliato la strada poco prima che frenassi, non posso assolutamente andare avanti, deve passare qualcun altro prima"
Mi pulsa la fronte. É sintomo di infarto per caso?
" Harry, non c'è nessun altro" gli faccio notare calma, come se parlassi ad un bambino.
" Be' aspetteremo! Non voglio rischiare di esser preso di mira dalla sfortuna"
Oh ma è già troppo tardi per quello, altrimenti non si spiegherebbero tante cose che non vanno in un solo uomo.
In questo momento, più di ogni altra cosa, vorrei aver seguito uno di quei corsi di yoga dove ti insegnano come respirare per calmarti.
E invece io frequento soltanto lezioni di boxe, perciò se non voglio rovinare quel bel visino pulito con un cazzotto, devo stringere i pugni sulle cosce fino a farmi sbiancare le nocche.
Mi costringo a cercare da qualche parte dentro di me un po' di pazienza.
Proprio io che non ne ho quasi mai avuta.

Un quarto d'ora dopo decidiamo di andare a piedi. Camminando a passo moderato dovremmo arrivare al ristorante in venti minuti.
Harry posteggia vicino al marciapiede lì accanto, e poi mi fa strada.
Nel frattempo mi arriva anche un messaggio da Ryan, che mi chiede per quale motivo non siamo ancora arrivati.
Ti odio, é tutto ciò che gli rispondo.
Che si preoccupi pure.
" Parlami un po' di te Syria"
Giusto quello che mi andava di fare, penso ironica.
" Vado a scuola, e non vedo l'ora che questo strazio finisca. Mi piace lo sport..."
" Non devi snobbare lo studio Syria. Ti servirà un diploma o una laurea per diventare qualcuno in questo mondo" mi interrompe, saccente.
" Io sono già qualcuno in questo mondo e non ci sono di sicuro arrivata grazie alla scuola" ribatto sgarbata.
Merda. Mi mordo subito la lingua. E ricomincio a parlare per impedirgli di fare altre domande. "Non sto snobbando lo studio. So che è importante. Solo, non per me, non ora. Devo per forza diventare super intelligente e prendere una laurea per essere una persona che vale? Non posso seguire altre passioni?"
" Suppongo di sì" mi asseconda, per nulla convinto.
Fortuna che siamo giunti a destinazione.
Il ristorante è vuoto, tranne che per il tavolo occupato da Ryan e il suo collega.
Gli passo affianco, e dato che non si è accorto di me gli pianto un gomito nel braccio, rovesciandogli addosso il contenuto del bicchiere che tiene in mano. Purtroppo si tratta di semplice e innocua acqua.
" Ma che cazzo... Syria!" mi fulmina.
Ricambio l'occhiata.
Faccio per seguire Harry che sta parlando con la cameriera per farci assegnare un tavolo, ma Ryan mi trattiene per il polso.
" Dove diavolo siete finiti?"
" Un gatto nero ci ha attraversato la strada e siamo dovuti venire a piedi, perchè il signorino qui, è parecchio supertizioso e non aveva alcuna intenzione di proseguire" sibilo.
" Quanto avete camminato? Questo quartiere non è una bella zona. Cavolo, mi spiace"
" Il radar che hai attivato per cercarmi un fidanzato fa schifo!"
Strattono il braccio e vado a sedermi al tavolo che mi sta indicando Harry. Che ovviamente è esattamente dietro il loro.
" Ho già ordinato io, ho concordato il menù da farci servire con la cameriera. Ci porterà le migliori specialità"
" Avremmo anche potuto decidere insieme" osservo.
" Fidati di me, sono pur sempre un uomo"
Aggiunge un occhiolino a quelle parole, e la cosa mi fa innervosire ancora di più.
" Certo, un uomo che ha paura di un gattino ma pur sempre un uomo" mi lascio sfuggire. E sebbene lo abbia mormorato, lui lo sente.
Lo capisco dalla smorfia ferita che gli distorce le labbra.
Meglio che cerchi di intavolare una conversazione, ormai che sono qui tanto vale provarci.
" Dimmi, come mai hai scelto di diventare un nutrizionista?"
Io la mia passione per il cibo la sfrutto in tutt'altro modo.
Con quella domanda si riprende in fretta e inizia a raccontarmi la storia della sua vita. Chiacchieriamo, mentre ci servono tre piatti di cibo a mio avviso improponibile. C'è riso e strane verdure ovunque: credo di aver mangiato un'alga. Un'alga.
Io che le maledivo pure al mare.
Si, si. So che non sono le stesse, che queste provengono dalla Cina e sono diverse, ma insomma, restano comunque di famiglia.
Il mio accompagnatore, al contrario di me, non lascia nulla nel piatto e sembra proprio gradire questa cucina. Io giuro che ho cercato di mandare giù tutto ciò che ho potuto. Ma più di quanto ho fatto, rischiavo di vomitargli sulle scarpe.
" Bene. Ci sarebbe anche un dolce, ma è inutile farlo portare no? É chiaro che non ti è piaciuto nulla" 
Il tono accusatorio e scontroso con cui parla mi coglie di sorpresa. E da come prende fiato, deduco che il suo discorso sia appena cominciato.
" Ah, e non mi riferisco soltanto a quello che abbiamo mangiato. Dal momento in cui sono venuto a prenderti non hai fatto che guardarmi contrariata, rispondere a malapena alle mie domande e ridere delle mie paure. Non ci hai provato a conoscermi davvero Syria, e non sei affatto come ti avevo immaginata. Ti sei comportata come una ragazzina viziata, una bambina. Perchè sei voluta uscire con me? Non ti piaccio, lo vedo bene. Che c'è, il ragazzo per cui hai preso una cotta ti ha scaricata, e cercavi un ripiego? Be' lo capisco se non ti ha voluta, probabilmente gli unici aspetti interessanti di te sono il tuo faccino intrigante e le tue curve"
Resto completamente senza parole. E, come ho già detto, non è da me.
Credo che un po' mi abbia ferita. Perchè mi bruciano gli occhi?
Nessuno si era mai rivolto così nei miei confronti.
'Non ci hai provato a conoscermi davvero Syria'.
Sono le stesse parole che mi ha detto Ryan. Quindi è proprio vero eh?
'Il ragazzo per cui hai preso una cotta ti ha scaricata e cercavi un ripiego? Be' lo capisco se non ti ha voluta, probabilmente gli unici aspetti interessanti di te sono il tuo faccino intrigante e le tue curve".
É vero anche questo?
Se mi riprendo, è perchè noto una figura minacciosa avvicinarsi al nostro tavolo.
E non avrei mai creduto che i termini  'Ryan' e 'minaccioso' avrebbero un giorno fatto conoscenza.
Ovviamente lui avrà sentito tutto.
" Ehi, grandissimo idiota. Lascia che ti dica due parole"  ringhia furioso.
Credo che Ryan sia venuto a difendermi.

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