Venticinque

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"Perchè sono così sensibile?
No, non è una buona cosa
ho bisogno di autocontrollo
E nel profondo,
so che non funziona mai
Ma puoi sdraiarti con me
così non farà male?
Oh, ti piacerebbe
stare con me?"
-Sam Smith, Stay with me-

Syria

Non mi piace.
Non mi piace, non mi piace, non mi piace.
Ha un nome che ho sempre odiato, trovo fastidioso il tono di voce e mi fa ridere il modo in cui si veste.
Chi indossa tute firmate e supercostose per andare in palestra?
Non poteva essere quantomeno un gran figo dalla voce sensuale e lo sguardo ammaliatore?
Ha ragione Ryan: io non ci provo nemmeno.
Mi soffermo su qualche particolare che non mi va giù e sono già tentata di mandare tutto all'aria. Non ho alcuna voglia di dare realmente una seconda possibilità a questo ragazzo né alla gente in generale.
Non lo faccio apposta, mi viene naturale.
Così come mi è venuto naturale notare da subito tutte le cose che mi attraevano in Ryan piuttosto che quelle che non mi piacevano.
Anche perché, non c'è nulla che non vada in lui che si possa notare ad un primo incontro.
É perfetto. E io devo piantarla di pensare a quanto lo sia.
Gesù, ho proprio bisogno di scaldarmi e tirare un paio di pugni.
Sto per andare nella sala dove di solito si trova Jax quando una mano mi stringe il braccio e mi fa cambiare traiettoria, trascinandomi nello spogliatoio.
Vengo spinta dentro e mi volto proprio mentre la porta sbatte violentemente nel richiudersi.
Lo sapevo già che si trattava di Ryan. Ho riconosciuto il suo profumo.
" Mi sarei aspettata un briciolo di delicatezza in più da te"
" Non sono dell'umore per essere delicato"
Wow, fa del sarcasmo.
" Ma davvero? Qualcosa ti ha infastidito per caso?" gli chiedo, piazzandomi un sorriso angelico sul viso.
" La tua incoscienza, ecco cos'è che mi ha infastidito"
" Do forse l'idea di una a cui piace essere insultata?" ribatto, già sulla buona strada per incazzarmi.
" Tu te le vai a cercare Syria! Quando ti ho chiesto di dare una possibilità a quel ragazzo non intendevo di uscirci una sera, tu e lui da soli. Non lo conosci affatto, potrebbe essere un tipo pericoloso"
" Ma ti prego! Ha la faccia di uno che nel tempo libero prepara da mangiare ai senzatetto"
" Sono proprio facce del genere che poi si rivelano le peggiori!"
" Allora tu cosa nascondi?" lo stuzzico.
Si strofina le mani sul viso e stringe i denti, chiaro segno: lo sto esasperando.
" Lo sai già cosa nascondo io. Non stiamo parlando di me ora. Di lui sai solo il suo nome, non è abbastanza per passarci del tempo da sola, di sera, e chissà dove"
" Puoi sempre illuminarmi tu, non lo stavi interrogando per bene prima che arrivassi? Sì, me ne sono accorta"
Sospira.
" Mi preoccupo per te Syria, e non chiedermi di smetterla perchè non ci riesco"
Gli si spezza la voce.
Quell'ultima frase potrebbe farmi sciogliere.
" Preoccupazione...Mi dai l'unica cosa che non voglio" mormoro invece, contrariata.
" Non è vero, lo sai che non è vero"
Si avvicina e mi prende il volto fra le mani. Il cambiamento d'umore è tanto repentino da farmi vacillare.
O forse è colpa della sua pelle che entra in contatto con la mia.
Da quant'è che non si permetteva un gesto del genere? E cos'è quel tono basso, profondo, sconsolato?
Un altro spiraglio di se stesso, è questo che è.
" Che c'è Ryan? Cos'è che ti rende triste adesso?" gli domando, accarezzandogli una guancia ruvida.
Amo quando porta quel filo di barba appena accennato. Lo rende ancora più uomo.
" Vorrei che potessi vedere cosa ho dentro. Vorrei sapertelo mostrare con le parole ma per quante ne dica, non ci riesco mai appieno"
Mi spinge la testa sul suo petto e posa quella stessa guancia che stavo toccando sulla mia testa.
Ho l'orecchio proprio sopra il battito del suo cuore. Scalpita come un cavallo ad una corsa.
"Non potrò vedere cosa hai dentro, ma lo sento. Sento il tuo cuore che batte fortissimo solo perchè sono qui. Sento un cuore che batte per me"
Ed è il suono più bello del mondo.
Assolutamente il mio nuovo suono preferito.
" E come faccio a farlo smettere?" sussurra fra i miei capelli.
" Se mai ci fosse un modo, io non te lo direi di certo" ammetto, spostandomi per guardarlo.
É così bello, é bellissimo, e se me lo permettesse non farei altro.
" Syria. Smettila di guardarmi le labbra"
" E tu smettila di guardarmi così"
Non mi chiede così come. Lo sa come.
Siamo tornati a crearci quella bolla che ci circonda e in cui non ci nascondiamo.
Lui mi tocca come se le ultime confessioni che mi ha fatto non abbiano più valore, e io mi illudo.
Mi illudo che stia cambiando idea.
" Ci vengo anch'io all'appuntamento" mi informa, rompendo l'atmosfera che si era creata. E allontanandomi dal suo corpo.
Scoppio a ridere. "Come? E che sarebbe, una specie di cosa a tre?"
" No. Resto in disparte e mi assicuro che non ti accada nulla"
" Ryan non farmi incazzare. Se ci provi giuro che ti metto le mani addosso"
Cos'è quel sorrisetto che cerca di trattenere?
" Questa non è una minaccia per me" bisbiglia, con un'insolita ombra maliziosa negli occhi. "E poi non è quello che volevi? Che assistessi?" continua con tono amareggiato.
Apro la bocca per ribattere ma non esce niente.
Incredibile, mi ha lasciata senza parole. Io non resto mai senza parole.
Ma che cavolo mi ha annebbiato la testa: mi ha proprio lasciato intendere che vorrebbe le mie mani addosso.
Da quant'è che provo a fargli capire che è esattamente lì che devono stare?
" Goditi lo spettacolo" sbotto alla fine.

☆☆☆

Che diavolo hanno oggi tutti quanti?
Se speravo di trovare riparo e momentanea sospensione dai problemi da Jax, mi sbagliavo di grosso.
Lo raggiungo nella sala dove mi allena, ma invece che trovarlo seduto ad aspettarmi lo vedo prendere a pugni un sacco da boxe con uno sguardo assassino e una furia cieca.
A giudicare da quanto è sudato e ansimante, va avanti così da un bel po'.
Che gli sarà successo?
É sempre così composto e padrone di se stesso.
" Jax? Fermati, hai i muscoli così tesi che rischi di farti male"
" Non ancora" ansima.
" Jax! Sono io l'allieva qui, e tu sei l'istruttore, perciò molla quel sacco e fa l'istruttore!" lo riprendo.
Intanto mi avvicino e lo spingo appena, poi lo prendo per i polsi approfittando della sua faccia sorpresa, e cerco di bloccarglieli. Fa un po' di resistenza ma io non retrocedo.
" Ti farai male, piantala" mi ammonisce.
Gli do un calcio dietro al ginocchio e scivola a terra.
Stranamente si mette a ridere.
" Credevo dovesse ancora nascere una donna capace di tenermi testa"
" Ti sei pentito di avermi incontrata?" lo sfotto.
" No, tutt'altro. Finalmente ti ho incontrata" ammicca.
E non capisco più se ormai è il suo tipico modo di fare o ci sta ancora provando.
Però mi ha detto di no e a pelle gli credo. Voglio ancora scoprire i suoi segreti, soprattutto dopo lo spettacolo a cui ho appena assistito.
" Che fai domani sera Syria?"
" Ti prego, non vorrai chiedermi di uscire anche tu? Mettiti in fila"
" Di che parli? Comunque voglio portarti in un posto"
Si avvicina e abbassa la voce.
" Che posto?" indago perplessa.
" Tu hai energia, forza e talento che ti scorrono nelle vene, sei sprecata qui a usarle contro di me o contro un sacco imbottito. Tu sei fatta per combattere davvero"
Non ci credo. Deve riferirsi agli incontri segreti di lotta che organizza la sera. Ryan me lo aveva accennato tempo fa.
" Io sono qui per imparare" chiarisco. Spero non legga la scintilla di interesse che mi attraversa lo sguardo.
Ride ancora.
" Non hai nulla da imparare. Non serve che provi a fregare anche me. Non più. Lo so chi sei, Syria Rose Fontana"

Mi Accarezzi L'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora